Muoversi in Italia? L'auto privata fa la parte del leone, cresce la consapevolezza dei vantaggi del noleggio

- di: Redazione
 

Noleggio a breve o lungo termine, car sharing, mobilità condivisa, auto elettriche, green o intelligenti: ci sono molti modi per vivere il presente e immaginare il futuro della mobilità, conciliando - o provando a conciliare - le  esigenze dell’utenza retail, aziendale o familiare. Il mondo che gira attorno alla filiera dell’automotive ha declinato opportunità, rischi, desideri e, talora, frustrazioni nel corso di un partecipato convegno organizzato da Aniasa, l’Associazione costituita nel 1965 che rappresenta nel sistema Confindustria le imprese che svolgono attività di noleggio veicoli, car sharing e servizi collegati alla mobilità. Il settore del noleggio, però, continua a crescere nel nostro Paese: rappresenta stabilmente il 30% delle immatricolazioni nazionali, con una quota in aumento di veicoli green; il 33% delle nuove vetture elettriche e il 53% di quelle ibride plug-in immatricolate in Italia sono a noleggio; la flotta di auto e veicoli commerciali leggeri ha raggiunto 1,3 milioni di unità. Il mercato, vuoi per la pandemia, vuoi per l’incertezza riguardo gli incentivi (finalmente arrivati) governativi, ha avuto delle oscillazioni negli ultimi anni, ma il noleggio sta crescendo. Offre una alternativa ‘scacciapensieri’ per le incombenze di assicurazioni, tagliandi di manutenzione ed altro, e l’utente può avere una vettura nuova di zecca alla fine del ciclo di noleggio (di solito, tre anni, ma ci sono opzioni diverse offerte dalle varie società). Inoltre, un continuo ricambio delle auto assicura meno emissioni inquinanti. Ma una cosa è certa: noleggio o acquisto, per una vera transizione ecologica del parco circolante, il nostro Paese non ha alternative a rivedere la fiscalità sull’auto, allineandola a quella degli altri Paesi europei.

Come dicevamo, quando si parla di mobilità, si parla essenzialmente di quattro ruote: perché, come è emerso dalla ricerca illustrata nel corso dell’incontro, l’auto privata continua a occupare un posto privilegiato nel cuore degli italiani, con quasi 3 su 4 che la utilizzano in modo ricorrente. Nonostante le sfide economiche, i costi di acquisto e manutenzione, l’inquinamento, lo stress nel traffico, i pericoli derivanti da un suo uso eccessivo, l’auto rimane il mezzo di trasporto più pratico e flessibile, soprattutto per gli usi lavorativi e misti. E gli acquirenti (o chi noleggia) hanno davanti una novità, certamente non inattesa o sorprendente: La Cina e le sue case produttrici. L’Asia era già da tempo sbarcata nelle nostre concessionarie auto, ma oggi il 25% degli italiani prima di acquistare un’auto nuova prende in considerazione anche brand cinesi. Sono inoltre la praticità d’uso unita alla comodità che emergono come principali motivazioni nelle scelte dei consumatori ed è sempre l’automobile a rispondere in modo ottimale a queste esigenze, offrendo flessibilità, accessibilità e comfort che altri mezzi di trasporto spesso non possono eguagliare. Una preferenza particolarmente marcata in contesti in cui i trasporti pubblici sono meno efficienti o meno accessibili. 

Una delle componenti della ripresa della mobilità sulle strade nel post-pandemia è che il lavoro da remoto si è ormai stabilizzato su una media di 1,6 giorni alla settimana. Gli spostamenti per motivi di business rimangono, quindi, una componente importante della mobilità quotidiana, poiché molti lavoratori devono comunque recarsi in ufficio alcuni giorni alla settimana o per specifiche esigenze professionali. In questo scenario ibrido di flessibilità e adattabilità, i mezzi di trasporto sono cruciali. L’attesa di un calo dei prezzi delle auto (auspicato dal 26% del campione degli intervistati, il 5% in più rispetto al 2020) e il timore per problemi di reddito presenti o futuri (segnalati dal 30%) rendono l’acquisto di un’auto un investimento sempre più impegnativo e rischioso che si tende a rinviare. A quali condizioni, quindi, gli italiani sarebbero disposti a comprare o noleggiare una vettura nuova? Gli incentivi governativi e gli sconti continuano a essere i principali strumenti richiesti dai consumatori per considerare il cambio della vettura (il 75% li ritiene condizione necessaria). Questo sottolinea quanto le politiche di sostegno economico siano fondamentali per il mercato automobilistico, rendendo l’acquisto accessibile per i veicoli più ecologici e tecnologicamente avanzati. La riduzione o azzeramento degli incentivi avrebbe un impatto decisamente negativo sulle vendite: non possono prorogarsi nel tempo e andrebbero sostituiti da una politica di supporto alternativa e continuativa per favorire la transizione verso una mobilità sostenibile. 

Altro punto critico rilevato dal report è la poca propensione verso l’acquisto di auto elettriche. I consumatori sono scoraggiati dalle difficoltà legate alla ricarica (segnalate dal 52% del campione) e dalla percezione di scarsa sicurezza (20% degli intervistati e +16% rispetto al 2020) delle vetture elettriche. 

L’analisi mette in luce anche un’altra tendenza emergente nel mercato automobilistico italiano: l’aumento della propensione per le auto cinesi e asiatiche, con la percentuale di italiani che prende in considerazione un brand cinese per la sua nuova auto, salita in un anno dal 17% al 25%. Negli ultimi anni, i produttori cinesi e asiatici hanno compiuto passi da gigante in termini di qualità e affidabilità dei loro veicoli anche grazie a investimenti significativi in ricerca e sviluppo. Questo ha permesso ai principali marchi di guadagnare una reputazione positiva.

Un fattore chiave che favorisce l’adozione di auto cinesi e asiatiche è il loro prezzo competitivo (il 29% lo evidenzia come fattore di scelta), che le rende, in un contesto di continuo aumento dei listini, un’alternativa più accessibile senza compromettere significativamente la qualità (apprezzata dal 36% di quanti prendono in considerazione marchi asiatici). 

Nonostante i progressi, però, persistono ancora delle riserve tra una parte dei consumatori italiani: il 75% non sceglie auto asiatiche a causa dello scetticismo riguardo alla durata e alla resistenza nel tempo di questi veicoli, spesso percepiti come meno robusti rispetto ai marchi tradizionali europei. Inoltre, ci sono preoccupazioni legate alla disponibilità e alla qualità del servizio post-vendita, inclusa la reperibilità dei ricambi e l’efficienza delle reti di assistenza.

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