Carrello tricolore, Altroconsumo: a iniziativa terminata i prezzi sono gli stessi per il 79% dei prodotti

- di: Barbara Leone
 
A gennaio infatti, a trimestre anti-inflazione terminato, i prezzi dei prodotti che prima erano in promozione con il carrello tricolore non sono riaumentati, come sarebbe stato normale al termine di offerte realmente significative, cioè che avessero realmente influenzato i prezzi. A riferirlo è Altroconsumo, dopo la terza tappa dell’indagine sul carrello tricolore, l’iniziativa del governo che aveva lo scopo di abbassare i prezzi dei prodotti al supermercato tra ottobre e dicembre 2023. I risultati, sottolinea altro consumo, non lascia messaggi positivi rispetto alla reale efficacia di questa misura. Nella stragrande maggioranza dei casi i prezzi sono rimasti esattamente gli stessi, e in alcuni casi sono persino diminuiti. Le evidenze che questa promozione sia stata interpretata più che altro come un “logo” da apporre agli scaffali, in sostanza, restano. Infatti, anche il numero di promozioni totali non è diminuito a gennaio, come sarebbe stato comprensibile visto che il trimestre anti-inflazione è terminato ma, anzi, è paradossalmente aumentato: a conferma del fatto che le offerte “carrello tricolore” non si sono proprio sommate alle altre promozioni da sempre fatte dalla grande distribuzione, ma si sono piuttosto mischiate o sostituite.

Carrello tricolore, Altroconsumo: a iniziativa terminata i prezzi sono gli stessi per il 79% dei prodotti

Questo terzo risultato arriva dopo una prima e una seconda tranche dell’indagine (a ottobre e dicembre), che avevano già parlato di una misura inefficace nel suo intento di permettere ai consumatori una spesa completa di prodotti essenziali a prezzi calmierati: da quelle rilevazioni era già emersa un‘iniziativa gestita in modo disomogeneo dai vari punti vendita, senza chiarezza per il consumatore, i prezzi dei prodotti nel carrello tricolore erano in effetti scesi a ottobre rispetto a prima dell'introduzione dell'iniziativa (poi sono risaliti a dicembre), ma sono sempre stati troppo pochi i tipi di prodotto a prezzi calmierati (oltretutto in diminuzione tra ottobre e dicembre, quando le promozioni servivano meno perché bastava il Natale a spingere gli acquisti); i prodotti calmierati, inoltre, erano quasi sempre solo della marca del distributore, senza alcune categorie molto acquistate e care come l’olio d’oliva, con prezzi che non erano i più convenienti nella maggior parte dei casi e con l’assurdo degli iper visitati in cui, addirittura, i prezzi dei prodotti contrassegnati dal carrello erano aumentati rispetto a prima dell’iniziativa, invece che ridursi; una promozione che, dulcis in fundo, si era per lo più sostituita invece che sommarsi alle offerte già esistenti, nel frattempo diminuite di numero.

Anche in questa terza tranche dell’inchiesta Altroconsumo ha effettuato le stesse analisi delle prime due. Le catene a cui appartengono i 15 punti vendita visitati sono gli stessi delle precedenti rilevazioni, tra Roma e Milano: Conad, Eurospin, Esselunga, Il Gigante, Lidl, Panorama, Penny Market, Supercoop/Ipercoop. Nei primi 15 giorni di gennaio l’associazione ha rilevato il prezzo degli stessi prodotti presenti a scaffale delle 125 categorie più rappresentative della spesa delle famiglie italiane: dai prodotti alimentari a quelli per la cura della casa e della persona fino al cibo per animali. In quest’ultimo appuntamento l’indagine si è concentrata sull’andamento dei prezzi dei prodotti che prima erano nel carrello tricolore e ora non lo sono più, andando anche a dare un’occhiata a cosa è accaduto al numero totale delle promozioni fatte dai punti vendita e ai prezzi generali.

Anche se ufficialmente la promozione del governo era terminata, in sei punti vendita sui 15 del campione c’erano ancora prodotti contrassegnati da questa promozione: ne abbiamo trovati ancora 291, neanche molti meno che a dicembre 2023 (437), a iniziativa in corso; a ottobre, a trimestre anti-inflazione appena partito, erano 666. Come nelle precedenti rilevazioni, anche in questa terza puntata i prodotti nel carrello tricolore erano quasi tutti del marchio del distributore, in ben il 96% dei casi: tra questi, rotoli di alluminio, pane bianco a fette, croissant confezionati, uova, cibo per gatti e cani, ma anche zucchero e vaschette di gelato. Dall’indagine si evince che solo per il 12% dei prodotti che prima erano nel carrello tricolore il prezzo è aumentato al termine del trimestre anti-inflazione (si tratta di 84 prodotti sui 689 totali prima nel carrello), per il 79% (543 prodotti) il prezzo è rimasto invariato e per il 9% (62 prodotti) il prezzo è addirittura diminuito. Ciò vuol dire che per l’88% dei prodotti del carrello tricolore (605 su 689) il prezzo non è aumentato al termine della promozione, come sarebbe stato invece comprensibile se la promozione avesse davvero influenzato i prezzi. Certo, non è un male che i prezzi non siano aumentati, anzi; ma questo risultato, ancora una volta, non ci parla di una vera ed efficace iniziativa di calmieramento dei prezzi, per come è stata presentata. Qualche esempio più significativo, andando oltre le percentuali medie: nella Supercoop di Milano, ad esempio, ben 153 prodotti sui 159 che erano prima nel carrello tricolore hanno mantenuto lo stesso identico prezzo a gennaio, anche senza questa promozione; situazione simile per Il Gigante di Cinisello Balsamo (91 prodotti sui 101 hanno lo stesso identico prezzo anche senza il logo del carrello tricolore) e per uno Spazio Conad di Roma (88 su 91). Quanto ai casi in cui i prezzi sono addirittura diminuiti alla fine del trimestre, nell’Ipercoop di Peschiera Borromeo visitata 13 prodotti sui 90 prima inseriti nel carrello hanno visto paradossalmente questa riduzione a promozione terminata; stessa cosa in una Lidl di Milano per 9 prodotti su 40.

Altroconsumo ha inoltre contato tutti in prodotti in offerta nei punti vendita visitati per tutte le tipologie di offerta presenti, confrontandoli con i prodotti in offerta negli stessi punti vendita nel periodo maggio-giugno (prima del carrello tricolore), ottobre 2023 e dicembre 2023. Il numero dei prodotti nel carrello tricolore a gennaio 2024 è in calo rispetto alle settimane precedenti, come è normale che sia dato che l’iniziativa era terminata. Anche se il carrello non c’era più, però, l’associazione ha notato che a gennaio il numero delle classiche promozioni della grande distribuzione è comunque aumentato ed è più alto rispetto a tutti i monitoraggi precedenti, quando l'iniziativa anti-carovita era attiva (+35%, ad esempio, rispetto a dicembre): trimestre anti-inflazione o non, i punti vendita hanno rinforzato le loro tradizionali promozioni per invogliare i consumatori a continuare a fare acquisti dopo un periodo di forti consumi e spese come il Natale. Sta di fatto che del carrello tricolore, una volta terminata l’iniziativa non se ne sente la mancanza, neanche quanto a numero di promozioni sugli scaffali.

Infine l’associazione è andata a vedere cosa è successo ai prezzi di tutti i prodotti delle 125 categorie considerate tra maggio-giugno 2023 e gennaio 2024 (la promozione carrello tricolore non c’era ancora nel primo caso e non c’era più nel secondo). Quasi tutti i punti vendita hanno aumentato i prezzi a scaffale, mediamente del +3,3% (solo in due punti vendita più virtuosi i prezzi sono diminuiti rispetto a maggio-giugno, dell’1-2%). L’aumento è trainato soprattutto dagli iper visitati (+ 6% in media) e dai supermercati (+ 5%), mentre i discount hanno mantenuto prezzi sono sostanzialmente stabili (+ 0,19%). II carrello tricolore, quindi, non ha lasciato significative tracce sui prezzi generali, che restano in aumento (d’altronde non era neanche pensabile potesse farlo, data l’inflazione generale). Interessante, però, andare a vedere cosa è successo ai prezzi di tutti i prodotti a scaffale delle 125 categorie considerate tra gennaio 2024 (a iniziativa terminata) e dicembre 2023/ottobre 2023 (quando era ancora in corso): dalle rilevazioni di Altroconsumo emerge che i prezzi sono rimasti praticamente gli stessi. In generale, quindi, o c’è o non c’è questa promozione, non cambia molto per le tasche dei consumatori; potrebbe essere cambiato qualcosa, invece, per quelle della grande distribuzione che, avendo messo in questa promozione quasi solo i prodotti del suo marchio, probabilmente è riuscita a trovare il modo di spingerne le vendite proprio sull'onda dell’iniziativa governativa.

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