Il caso del generale libico arrestato e rimpatriato solleva interrogativi sulle procedure giudiziarie italiane e sulla cooperazione internazionale.
L’arresto e la scarcerazione
Il 19 gennaio 2025 Najeem Osama Almasri Habish, capo della polizia giudiziaria libica, è stato arrestato a Torino su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI), che lo accusa di crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella prigione di Mitiga, vicino a Tripoli. Tuttavia, il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma ha disposto la sua scarcerazione, ritenendo l’arresto “irrituale” a causa della mancata interlocuzione con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio (nella foto), titolare dei rapporti con la CPI.
L’espulsione e le motivazioni del governo
Subito dopo la scarcerazione, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha emesso un decreto di espulsione per Almasri, definendolo un “soggetto pericoloso” per la sicurezza dello Stato. Almasri è stato quindi rimpatriato a Tripoli con un volo di Stato. Piantedosi ha dichiarato: “A seguito della mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, considerato che il cittadino libico era ‘a piede libero’ in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato”.
Le reazioni internazionali e le critiche
La CPI ha espresso disappunto per il rilascio e il rimpatrio di Almasri senza preavviso o consultazione, sottolineando l’obbligo degli Stati di cooperare pienamente con la Corte nelle indagini e azioni penali per crimini gravi. In Italia, l’opposizione ha criticato duramente l’operato del governo. Il senatore Giuseppe De Cristofaro (Alleanza Verdi e Sinistra) ha chiesto chiarimenti sulle ragioni della scarcerazione e dell’assistenza fornita per il ritorno in Libia di Almasri, nonostante le accuse di reati gravissimi.
Le indagini e le conseguenze politiche
La Procura di Roma ha avviato un’indagine, iscrivendo nel registro degli indagati la premier Giorgia Meloni, il ministro Nordio, il ministro Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, con l’accusa di favoreggiamento e peculato. La denuncia è stata presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, che sostiene che le autorità italiane abbiano deliberatamente permesso ad Almasri di sfuggire alla giustizia internazionale. avvenire.it Inoltre, una vittima delle torture nella prigione di Mitiga, Lam Magok Biel Ruei, ha presentato una denuncia contro il governo italiano, affermando che l’espulsione di Almasri ha impedito la possibilità di ottenere giustizia per le atrocità subite.
L’informativa del governo in Aula
Oggi mercoledì 5 febbraio i ministri Nordio e Piantedosi riferiranno alla Camera dei Deputati per fornire chiarimenti sulla vicenda. L’informativa è attesa con grande interesse, poiché potrebbe offrire dettagli cruciali sulle decisioni prese e sulle eventuali responsabilità istituzionali.