Al Qaeda rialza la testa in Mali: attaccate basi francesi e dell'Onu

Tre basi dell'esercito francese situate a Kidal, Ménaka e Gao, nel Mali settentrionale e orientale, nel giro di poche ore sono state prese di mira da un lancio di razzi, che è stato rivendicato dalla branca di Al Qaeda che agisce nel Sahel.

Le basi francesi non hanno subito conseguenze. Lievi i danni, ancora comunque da quantificare, vengono invece segnalati nella base della missione denominata "Minusma" dell'Onu, che si trova accanto a quella francese di Kidal. Una fonte interna alla missione delle Nazioni Unite ha riferito che la base è stata obiettivo del lancio di una decina di razzi "che non hanno causato vittime, ma è ancora in corso la valutazione dei danni".

Dal 2012, il nord del Mali è stato uno dei peggiori focolai di violenza di matrice jihadista, nonostante la missione delle Nazioni Unite e quella francese, che è maggiormente impegnata sul fronte militare. Il dieci novembre scorso le unità francesi dell'operazione "Barkhane" (che vede dispiegati nella regione più di 5.1oo uomini, fortemente armati) hanno annunciato d'avere ucciso il leader militare del ramo saheliano di Al-Qaeda, il maliano Bah Ag Moussa, nel corso di una operazione che, oltre alle truppe sul terreno, ha visto coinvolti anche mezzi aerei.

Il due novembre lo Stato maggiore dell'esercito francese ha dato l'annuncio che, nel corso di alcune operazioni, erano stati uccisi o catturati decine di jihadisti. In particolare, i vertici militari francesi hanno dato notizia di alcuni raid compiuti contro un gruppo di islamisti, che si spostavano nella regione di Boukilessi, su motociclette (il mezzo che preferiscono, in modo da potersi muovere con rapidità e agilità anche su terreni desertici), con l'utilizzo di droni armati, caccia Mirage 2000, elicotteri e "dozzine di commando a terra". Nei raid è stata "neutralizzata" una intera brigata composta da una sessantina di jihadisti.