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Intelligenza Artificiale e medicina, Roma al centro del dibattito internazionale

- di: Livio Scottoni
 
Intelligenza Artificiale e medicina, Roma al centro del dibattito internazionale

Al Gemelli Isola – Ospedale Isola Tiberina il confronto tra esperti di Harvard, Columbia e istituzioni accademiche italiane sulle nuove frontiere dell’IA applicata alla salute.

Il 9 e 10 settembre, a Roma, l’Aula Magna del Gemelli Isola – Ospedale Isola Tiberina ha ospitato il congresso “Artificial Intelligence in Medicine”, organizzato dalla Fondazione Menarini. Un appuntamento che ha riunito alcune tra le voci più autorevoli della medicina e della ricerca internazionale per discutere opportunità, sfide e prospettive dell’Intelligenza Artificiale nel settore sanitario.

Intelligenza Artificiale e medicina, Roma al centro del dibattito internazionale

Tra i relatori hanno preso la parola il Prof. Jeffrey Drazen (Harvard Medical School), la Prof.ssa Marianne J. Legato (Columbia University), il Dr. Michael A. Schmidt (CEO & chief scientific officer di Sovaris Aerospace), il Prof. Stefano Del Prato (presidente di Fondazione Menarini), il Prof. Leonardo Fabbri (Università di Ferrara, Comitato scientifico Fondazione Menarini) e il Prof. Filippo Crea (editor in chief European Heart Journal, Gemelli Isola, Comitato scientifico Fondazione Menarini).

Il dibattito si è aperto con una panoramica storica sull’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale in medicina, evidenziandone usi e limiti. Nel corso dell’incontro è quindi emerso che, in un arco di tempo straordinariamente breve, l’IA ha innescato quella che molti definiscono la quarta rivoluzione industriale, capace di permeare ogni settore della società, sanità compresa.

In campo medico, l’IA non alleggerisce solo i compiti amministrativi: si rivela un alleato prezioso per la diagnosi e la cura. Infatti, facilita l’analisi fisiopatologica del singolo paziente, sfruttando osservazioni evidence-based per costruire un dialogo utile con il medico, fino a suggerire possibili diagnosi e terapie.

Dopo l’introduzione teorica, i lavori si sono concentrati sugli impieghi concreti dell’IA nelle diverse discipline mediche, con esempi pratici e testimonianze. Una particolare attenzione è stata riservata ai criteri di valutazione della validità e qualità degli strumenti di IA impiegati nella pratica clinica, sottolineando l’importanza delle banche dati su cui questi sistemi si fondano.

Nella fase conclusiva, il presidente Del Prato ha evidenziato l’intensa attività della Fondazione Menarini, la quale persegue due obiettivi: diffondere la scienza e saper cogliere novità e sfide emergenti. “L’IA è ormai la frontiera – ha proseguito –  ed è prezioso trovarsi qui a discuterne insieme a una serie di esperti di caratura internazionale. In merito, abbiamo bisogno di studi per perfezionare l'affidabilità, dobbiamo verificare la sostenibilità, riorganizzare il sistema salute, costruire una nuova generazione di medici e anche di pazienti, senza però tralasciare il problema legato all’etica”.

L’appuntamento romano ha evidenziato come l’Intelligenza Artificiale (sono stati prodotti vari esempi utilizzando Chat GPT 5) non sia esclusivamente un supporto tecnologico, quanto un vero e proprio catalizzatore di trasformazioni culturali e metodologiche nella pratica medica. La sfida – sorta chiaramente dal congresso – non riguarda soltanto lo sviluppo di algoritmi più potenti, ma anche la capacità delle istituzioni e dei professionisti di governarne l’uso con consapevolezza critica, assicurando che l’innovazione digitale rimanga sempre al servizio della persona.

Più che sostituire il medico, l’IA si candida a ridefinirne il ruolo, aprendo la strada a un modello di cura più personalizzato, predittivo e partecipativo, che pone al centro la qualità della relazione medico-paziente e l’affidabilità dei dati su cui essa si fonda. Il Prof. Crea, infine, ha racchiuso il senso della due giorni di lavori: “I medici non verranno sostituiti dall’IA, ma verranno sostituiti quei medici che non sapranno usarla”.

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