AI Generativa: il 71% delle aziende italiane segnala gap di competenze da colmare entro il 2030

- di: Barbara Bizzarri
 

L’innovazione trainata dall’intelligenza artificiale (AI), in particolare dall’AI generativa (GenAI), sta rapidamente trasformando l’industria e il mercato del lavoro a livello globale, e l’Italia non fa eccezione. Tuttavia, la velocità di questi cambiamenti sta creando sfide significative per le imprese italiane. Una recente indagine condotta da Dell Technologies – l’Innovation Catalyst, presentata alla conferenza Comolake 2024 di Cernobbio – rivela che il 71% delle aziende italiane ritiene che le competenze necessarie per affrontare i cambiamenti tecnologici del futuro non siano ancora state create.

L'analisi, che ha coinvolto imprese in 40 Paesi, evidenzia come molte aziende italiane siano fiduciose sul potenziale dell'IA, ma al tempo stesso preoccupate per l’adeguamento delle competenze. Oltre l'82% degli intervistati ritiene che l’IA generativa possa rafforzare la sinergia tra uomo e macchina, abilitando nuove modalità operative e potenziando le capacità umane. Nonostante ciò, il 40% delle aziende ammette di non avere una visione chiara su come si evolverà il proprio settore nei prossimi 3-5 anni, segno della rapidità con cui l’innovazione tecnologica sta avanzando.

Il divario di competenze e il rischio di digital divide

Tra le principali criticità emerse dallo studio, spicca il rischio di un digital divide crescente. Il 66% delle aziende italiane è convinto che l'AI generativa possa ampliare le disuguaglianze digitali, mentre il 60% sottolinea la carenza di talenti e risorse qualificati per mantenere il ritmo dell’innovazione. Questo divario di competenze rappresenta una sfida cruciale da affrontare nei prossimi anni, considerando che la trasformazione digitale sta già ridefinendo i modelli di business in settori chiave come il manifatturiero, la sanità e i servizi.

La necessità di regolamentazione e formazione

Il quadro delineato dalla ricerca sottolinea anche l'urgenza di un intervento normativo. Oltre l'80% del campione ritiene che sia fondamentale implementare delle normative in grado di massimizzare il potenziale dell’AI, proteggendo al contempo la competitività e l’equilibrio del mercato. In particolare, il 58% degli intervistati teme che la concentrazione di potere tecnologico nelle mani di pochi soggetti possa creare distorsioni competitive e squilibri economici.

Formazione e re-skilling: le chiavi per il futuro

"L’intelligenza artificiale rappresenta una svolta epocale", ha dichiarato Filippo Ligresti, VP&MD di Dell Technologies Italia, durante la presentazione dei risultati della ricerca. "Sta già influenzando positivamente la competitività delle aziende italiane, migliorando l’esperienza dei clienti e aprendo a nuovi modelli di lavoro. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia dirompente, sarà cruciale investire in formazione e riqualificazione (re-skilling). Solo così potremo garantire che i lavoratori attuali e le nuove generazioni abbiano le competenze necessarie per affrontare le sfide di un mercato in costante evoluzione."

Il Paese si trova a un bivio: se da un lato l’IA generativa offre opportunità straordinarie per l’economia, dall’altro la mancanza di competenze adeguate rischia di frenare questa trasformazione, ed è dunque fondamentale un intervento coordinato tra imprese, istituzioni e sistema educativo per colmare il divario e preparare il Paese alle sfide del futuro tecnologico.

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