Alla luce dei risultati relativi al primo semestre 2025, il CEO di Chiesi Farmaceutici sottolinea la forza di un modello che unisce innovazione, sostenibilità e impatto sociale. Dalla piena operatività del Biotech Center of Excellence di Parma al rilancio produttivo di Nerviano, il Gruppo punta su tecnologie verdi e terapie personalizzate. Centrale la business unit Rare Diseases, cresciuta del 30%. “La passione delle nostre persone è il motore del cambiamento”, afferma.
Giuseppe Accogli, Chiesi accelera su Biotech e sostenibilità
Nel primo semestre 2025 Chiesi Farmaceutici ha raggiunto 1,86 miliardi di ricavi con una crescita del 13,2% e investimenti in R&S pari al 22% del fatturato: qual è il fattore chiave che le dà più fiducia per il resto dell’anno?
Il fattore che mi dà maggiore fiducia è la combinazione tra la solidità dei risultati conseguiti e la capacità di continuare a investire in innovazione e crescita sostenibile. La performance positiva di tutte le nostre aree terapeutiche e in tutte le regioni in cui operiamo conferma la validità della strategia di lungo periodo. Allo stesso tempo, i nostri investimenti in ricerca e manufacturing - dal Biotech Center of Excellence di Parma alla rigenerazione del sito di Nerviano - rafforzano la resilienza del Gruppo. Ma ciò che mi rende davvero ottimista è la passione e la dedizione dei nostri collaboratori: oltre 7.500 persone nel mondo che ogni giorno trasformano la strategia in impatto positivo.
Il nuovo stabilimento di Nerviano, che ha assorbito quasi metà degli investimenti industriali del semestre, rappresenta una scommessa importante: quali sono le priorità operative e scientifiche che guideranno questo sito e come si integra nella strategia globale del Gruppo?
A Nerviano intendiamo implementare un centro di eccellenza europeo, focalizzato sulla produzione di inalatori di nuova generazione a bassa impronta carbonica e di prodotti biologici sterili. Le priorità sono garantire la resilienza della produzione e proseguire nel nostro percorso di sostenibilità, sempre a beneficio dei pazienti. Il progetto di Nerviano si integra pienamente nella strategia globale del Gruppo, che punta a rafforzare la capacità produttiva in Europa e a sostenere il percorso verso l’obiettivo Net Zero al 2035. Inoltre, rappresenta un investimento di lungo periodo sul territorio, con nuove opportunità di lavoro e crescita per la comunità.
A Parma il Biotech Center of Excellence è ormai pienamente operativo, dopo un investimento di circa 400 milioni di euro: come sta cambiando la capacità di ricerca e produzione del Gruppo e quale impatto concreto vede già oggi per i pazienti?
Il Biotech Center of Excellence di Parma rappresenta un investimento strategico per Chiesi: unisce ricerca e produzione in un unico hub, accelerando il passaggio dalle scoperte scientifiche alle terapie disponibili per i pazienti. Grazie a tecnologie d’avanguardia possiamo sviluppare anticorpi monoclonali, enzimi e proteine complesse, con una flessibilità produttiva che va dalle piccole quantità per malattie rare fino alla scala industriale. Già oggi questo centro ci consente di rafforzare la pipeline, di gestire progetti biotecnologici complessi attraverso una combinazione di competenze globali e locali, e offrire risposte concrete a persone con bisogni medici ancora insoddisfatti.
Nel 2024 Chiesi è stata l’azienda farmaceutica italiana che ha investito di più in R&S, registrando anche il primato europeo per brevetti depositati. Oggi lei parla spesso di innovazione “a servizio dei pazienti”: in che modo il digital twin del polmone e le altre applicazioni di intelligenza artificiale stanno trasformando la ricerca e la pratica clinica?
Il digital twin del polmone è un esempio concreto di come l’intelligenza artificiale stia trasformando la ricerca in soluzioni a misura di paziente. Grazie a modelli avanzati, possiamo simulare il percorso del farmaco dall’inalatore agli alveoli, ottimizzando design dei dispositivi, dosaggi e tempi di sviluppo. Questo significa terapie più efficaci e personalizzate, con un impatto diretto sulla qualità di vita dei pazienti. L’IA, applicata in modo responsabile e sostenibile, ci permette di accelerare la ricerca, ottimizzare i test clinici e sviluppare le competenze interne, creando valore reale per i pazienti e per il sistema sanitario.
La business unit Global Rare Diseases è cresciuta del 30% e oggi pesa un quarto delle vendite totali: che ruolo strategico avrà nel ridisegnare il portafoglio e l’identità di Chiesi nei prossimi anni?
La crescita della Global Rare Diseases non è solo un risultato economico, ma una scelta valoriale e identitaria per Chiesi. Con una pipeline in espansione, possiamo portare innovazione dove i bisogni sono più urgenti, offrendo terapie a pazienti che oggi spesso non hanno alternative. Non dimentichiamo che circa 350 milioni di persone nel mondo, 30 in Europa e 2 in Italia convivono con malattie rare: oggi sono conosciute circa 10.000 malattie rare, e per il 95% dei casi non esiste ancora una terapia specifica. Nei prossimi anni quest’area rimarrà un pilastro strategico, contribuendo significativamente a riaffermare il nostro impegno a mettere i pazienti al centro, ridisegnando il nostro portafoglio, rafforzando la dimensione internazionale e consolidando l’identità di Chiesi come azienda orientata alle soluzioni ad alto impatto sociale.
Il Bilancio di sostenibilità 2024 segna traguardi importanti e il percorso verso Net Zero entro il 2035 resta una promessa ambiziosa: quali sono i passi più concreti che avete già compiuto e quali le prossime sfide più difficili da affrontare?
Abbiamo già compiuto passi concreti: dal 2019 le emissioni Scope 1 sono calate del 27% e quelle Scope 2 del 97%. La sfida più complessa riguarda invece le emissioni Scope 3, legate principalmente ai prodotti e alla value chain. Per questo, abbiamo avviato il progetto Carbon Minimal Inhaler, con oltre 350 milioni di euro investiti dal 2019 a oggi: i nuovi dispositivi impiegheranno un propellente spray che riduce fino al 90% l’impronta carbonica. Parallelamente, per quanto riguarda la catena del valore, il Codice di Interdipendenza promuove il rispetto dei diritti umani, delle pratiche etiche del lavoro e la sostenibilità, coinvolgendo fornitori e partner in un percorso condiviso verso Net Zero entro il 2035.
Nel comunicato lei ha sottolineato la “passione e la dedizione delle persone in Chiesi” come leva fondamentale di crescita. Dopo il nuovo contratto integrativo e il riconoscimento come uno dei “World’s Best Workplaces”, quali strumenti concreti state mettendo in campo per rafforzare ancora di più l’engagement dei collaboratori in un settore ad alta competizione globale?
In Chiesi crediamo che l’engagement nasca dall’ascolto e dal riconoscimento del valore di ogni persona. Abbiamo introdotto molte misure concrete, dal sostegno alla genitorialità alla flessibilità lavorativa, dall’attenzione alle persone con fragilità alla promozione del volontariato aziendale, ma un progetto simbolo è JOY, il nostro “shadow board” intergenerazionale che mette giovani talenti a confronto diretto con il top management. È un progetto di cui sono orgoglioso perché favorisce un dialogo continuo tra generazioni, arricchendo i processi decisionali e sviluppando leadership diffusa. È un esempio di come la diversità di prospettive rafforzi identità e crescita del Gruppo.
In un contesto internazionale segnato da volatilità valutaria e incertezze commerciali, lei ha rilanciato l’outlook 2025 parlando di “crescita sostenibile di lungo periodo”: quali mercati e quali aree terapeutiche rappresentano oggi le maggiori opportunità di espansione per il Gruppo?
Nonostante un contesto complesso, le prospettive di crescita del Gruppo rimangono solide: l’obiettivo è raddoppiare i ricavi nel prossimo quinquennio, raggiungendo i sei miliardi di euro di fatturato nel 2030. Della crescita dell’area Rare ho già detto. La franchise Air resta la principale area terapeutica. Continuiamo a investire in innovazione, e come dicevo, nel progetto carbon minimal inhaler. Se ragioniamo in termini di aree geografiche, i mercati emergenti – in particolare Cina, Brasile e Messico – stanno offrendo tassi di crescita a doppia cifra.