• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Accesso a Medicina, settimana decisiva per la riforma: il Parlamento al voto

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Accesso a Medicina, settimana decisiva per la riforma: il Parlamento al voto

Una settimana chiave per il futuro di migliaia di aspiranti medici. La Camera dei Deputati si prepara a discutere e votare la riforma che potrebbe cambiare radicalmente l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina Veterinaria. Il provvedimento, già approvato in Senato, introduce un nuovo modello di selezione che supera il test d’ingresso tradizionale, da anni al centro di critiche e contestazioni.

Accesso a Medicina, settimana decisiva per la riforma: il Parlamento al voto

L’obiettivo della riforma è duplice: da un lato, rendere più meritocratico il sistema di selezione, basandolo sul rendimento accademico e non su un esame di poche ore; dall’altro, rispondere alla crescente carenza di medici nel sistema sanitario nazionale, che da tempo soffre per un numero insufficiente di professionisti. Se il Parlamento darà il via libera, il nuovo sistema potrebbe essere attivato già a partire dall’anno accademico 2025-2026, rivoluzionando il percorso di ingresso nella facoltà più ambita d’Italia.

Un nuovo sistema di selezione: semestre libero e graduatoria nazionale
Il meccanismo previsto dalla riforma è molto diverso da quello attuale. Oggi, per entrare a Medicina, gli studenti devono superare un test a numero chiuso che ogni anno lascia fuori migliaia di candidati, spesso a causa di pochi punti di differenza. Un sistema che ha sollevato polemiche, tra ricorsi, critiche sulla sua equità e un crescente fenomeno di studenti italiani costretti a emigrare per studiare all’estero.

La nuova legge introduce invece un semestre di accesso libero, aperto a tutti coloro che vogliono intraprendere la carriera medica. Durante i primi mesi di studio, gli studenti dovranno affrontare una serie di esami fondamentali, le cui valutazioni determineranno una graduatoria nazionale. Solo i migliori potranno proseguire al secondo semestre, ottenendo così l’accesso definitivo alla facoltà.

Il cambiamento è significativo: non ci sarà più un test che decide tutto in un solo giorno, ma una selezione basata sulla capacità di apprendimento e sul merito dimostrato nel corso delle prime lezioni universitarie. Un sistema che, secondo i sostenitori della riforma, consentirà una valutazione più equa e premiante per chi dimostra reale attitudine agli studi medici.

L’abolizione del numero chiuso tout court, però, non è in discussione. Anche nel nuovo sistema continuerà a esserci una selezione, ma spalmata su un periodo più lungo e basata su prove concrete piuttosto che su quiz teorici. Una scelta che mira a migliorare la qualità degli studenti ammessi e, al tempo stesso, a dare una possibilità concreta a chi, pur avendo talento, non riesce a performare al meglio in un test standardizzato.

Dibattito acceso: opportunità o rischio sovraffollamento?
Come ogni grande riforma, il nuovo sistema ha generato un acceso dibattito nel mondo politico, accademico e tra gli stessi studenti.

Il governo e i promotori della legge la definiscono una svolta meritocratica e necessaria per adeguare la formazione medica alle esigenze del Paese. Il test di ammissione attuale, infatti, è stato spesso accusato di essere una “lotteria”, penalizzando studenti brillanti per via di domande nozionistiche o trabocchetti. L’idea di valutare gli aspiranti medici sulla base del rendimento accademico nel primo semestre viene vista come un passo avanti verso una selezione più equa e basata sulle competenze reali.

Ma le perplessità non mancano. Una delle principali critiche riguarda il rischio di sovraffollamento negli atenei. Se oggi il numero chiuso limita drasticamente l’accesso già dal primo giorno, con il nuovo modello si rischia di avere un numero enorme di iscritti nei primi mesi, con conseguenti difficoltà logistiche, sovraccarico dei docenti e problemi nella gestione delle aule e delle strutture universitarie.

Un’altra incognita riguarda la disparità tra gli atenei. Ogni università ha criteri di valutazione diversi, e questo potrebbe creare squilibri nella selezione. Se la graduatoria nazionale viene costruita sulla base dei voti ottenuti nel primo semestre, è fondamentale garantire omogeneità nei metodi di insegnamento e di valutazione, altrimenti si rischia che alcuni studenti vengano avvantaggiati o penalizzati in base all’ateneo in cui hanno studiato.

Infine, c’è il tema della preparazione degli studenti esclusi. Nel sistema attuale, chi non supera il test può provare nuovamente l’anno successivo o optare per percorsi alternativi come Biologia o Farmacia. Con il nuovo sistema, il rischio è che molti studenti affrontino mesi di studi per poi ritrovarsi senza alternative concrete. Per questo motivo, alcune forze politiche stanno spingendo affinché vengano previsti percorsi di ripiego o corsi di riallineamento per chi non riesce a superare la selezione del primo semestre.

La politica si divide, ma il voto si avvicina
Sul fronte politico, la riforma ha trovato il sostegno di una larga parte della maggioranza, che la considera un provvedimento strategico per il futuro della sanità italiana. Ma il dibattito non è privo di tensioni. L’opposizione chiede garanzie per gli studenti e misure correttive per evitare che il nuovo modello generi nuove iniquità. Alcuni partiti propongono modifiche che prevedano una fase transitoria, per permettere un’implementazione graduale del sistema ed evitare effetti negativi su intere generazioni di aspiranti medici.

Nei prossimi giorni, il Parlamento sarà chiamato a un voto che potrebbe segnare una svolta nella storia dell’accesso a Medicina. L’esito non è ancora scontato: gli emendamenti e le discussioni in Aula potrebbero ancora modificare alcuni dettagli della legge. Ma il principio di fondo appare ormai consolidato: il vecchio test d’ingresso è destinato a scomparire, lasciando spazio a un sistema che premia il merito e le capacità dimostrate sul campo.

Se la riforma passerà, per migliaia di studenti italiani si aprirà una nuova stagione di speranze e opportunità. Resta da vedere se il nuovo meccanismo riuscirà davvero a garantire una selezione più giusta ed efficace, senza creare nuove disparità o problemi strutturali. Il test di ingresso a Medicina, per decenni incubo degli aspiranti medici, potrebbe presto diventare un ricordo. Ma la sfida più grande sarà dimostrare che il nuovo sistema saprà funzionare davvero.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 26 record
Pagina
1
05/12/2025
Putin rilancia: Donbass o lo prendiamo con la forza
Putin ribadisce che il Donbass dovrà diventare russo, Trump allenta le sanzioni su Lukoil....
05/12/2025
Pace disarmata e disarmante, l’azzardo morale della Cei
Con una Nota Pastorale diffusa oggi, Conferenza episcopale italiana invita a “educare a un...
05/12/2025
Giovani in fuga dall’Italia: 630mila via in 13 anni
Dal 2011 al 2024 oltre 630mila giovani italiani hanno lasciato il Paese. Rapporto CNEL 202...
04/12/2025
Natale e Capodanno spingono il turismo: 4 milioni di arrivi dall’estero
Ministero del Turismo ed ENIT: impatto economico di 3,5 miliardi tra dicembre e gennaio
04/12/2025
Rimborsi pedaggio 2026: come cambia l’autostrada
Dal 2026 scattano i rimborsi pedaggio autostradale per cantieri e blocchi traffico. Regole...
Trovati 26 record
Pagina
1
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720