L’Accademia nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” Intervista alla direttrice Daniela Bortignoni

- di: Francesco d'Alfonso
 

Come nasce l’Accademia d’Arte Drammatica?
L’Accademia è stata fondata ufficialmente nel 1935/36, ma in realtà è molto precedente: nasce alla fine dell’800 come Reale Scuola di Declamazione, che era una costola del Conservatorio, tanto è vero che la sede storica, cioè il Teatro Studio “Eleonora Duse”, è una parte dell’ex Convento delle Orsoline, dove si trova anche il Conservatorio di Santa Cecilia. L’Accademia vera e propria, fondata dallo studioso e critico teatrale Silvio d’Amico, ha avuto uno statuto autonomo nel 1935, approvato per legge nel ’36. Dopo la morte del fondatore, è stata quindi a lui intitolata. 

Qual è la vocazione dell’Accademia? Cosa è rimasto dello spirito iniziale e cosa è cambiato?
Silvio d’Amico aveva pensato l’Accademia per formare essenzialmente registi, per istituire quindi questa nuova figura che non esisteva nel panorama artistico e teatrale, laddove c’era invece la figura del capocomico.  STUDIO SU IL SISTEMA PERIODICO, REGIA DI M. POPOLIZIO (PH. T. LE PERA)
Anche se l’Accademia ha uno spirito conservativo, perché custodisce, appunto, un sapere e una tradizione, nasce come scuola sperimentale e ha sempre mantenuto questo spirito. Un altro carattere che abbiamo mantenuto è l’idea del fondatore – peraltro molto lungimirante – che, oltre a quelle di ruolo, le docenze che un tempo si chiamavano fondamentali e che oggi si chiamano caratterizzanti fossero “a scrittura”, affidate cioè a figure attive nel mondo del teatro e del cinema: questo garantisce all’Accademia un aggancio strutturale con il mondo artistico attivo. Di diverso, rispetto a una linea che ai tempi di Silvio d’Amico era univoca, c’è il fatto che oggi l’Accademia non è una scuola di scelta stilistica o poetica, ma offre agli allievi stimoli molto diversi per costruire il proprio percorso.

Quali grandi attori e registi sono usciti dalla “Silvio D’Amico”?
Impossibile ricordare tutti quelli che si sono formati all’Accademia! Ne cito solo alcuni: Anna Magnani, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Paolo Panelli, Bice Valori, Rossella Falk, Monica Vitti, Gian Maria Volontè, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Remo Girone, Anna Marchesini, Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini, Sergio Rubini, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti, Margherita Buy, Sabina Guzzanti. E ancora, tra i registi: Andrea Camilleri, Luca Ronconi, Mario Missiroli, Carmelo Bene, Gabriele Lavia, Ferzan Ozpetek, Emma Dante.
Nella mia prima classe da docente ho avuto come allievi quelli che chiamavamo “i quattro moschettieri”: Pierfrancesco Favino, Luigi Lo Cascio, Alessio Boni e Fabrizio Gifuni!

Esiste un rapporto tra studenti e ex studenti?
Non esiste un’associazione formalizzata, ma esiste la prassi di far tornare in Accademia molti ex allievi come docenti. In più abbiamo ultimamente attivato borse e premi di studio “professionalizzanti” per allievi diplomati, al fine di facilitare il loro inserimento professionale, ma che di fatto consente il ritorno dei diplomati – ormai professionisti – per partecipare ad alcuni spettacoli: questo consente un’osmosi continua.

TIRANNO EDIPO, REGIA DI G. BARBERIO CORSETTI (PH. T. LE PERA)La “Silvio D’Amico” è l’unica istituzione statale per la formazione di attori e registi che rilascia un titolo universitario. Possiamo dire che il teatro e il cinema italiano nascono e si formano in questa sede?
Certamente una percentuale molto alta del teatro e del cinema non solo è nata e si è formata in Accademia, ma qui è anche cresciuta e ha sperimentato. Il riconoscimento del titolo equipollente a un diploma universitario, che risale alla riforma dell’Alta Formazione Artistica e Musicale del 1999 e non ancora completata, dà certamente un riconoscimento formale alla nostra istituzione, ma dovrebbe darle una dignità ancora maggiore, soprattutto perché custodisce un ricchissimo patrimonio.

Sono molti i ragazzi che chiedono di accedere?
Quest’anno avevamo oltre 880 domande per 22 posti di recitazione e 3 di regia!

Data una selezione così dura, cosa spinge tanti aspiranti attori a cercare di entrare in Accademia?
La nostra istituzione garantisce ai giovani il meglio possibile della formazione per rendere realistico un sogno.

Quest’anno l’Accademia compie 85 anni di vita. Quali obiettivi si pone per arrivare ai 100?
Andrea Camilleri diceva: «L’Accademia non ha 80 anni. Ha l’età del suo allievo più giovane». È una frase bellissima, perché l’Accademia non sarà mai una vecchia signora, ma ha una linfa vitale che la rende sempre giovane. Gli obiettivi sono essenzialmente due: innanzitutto avere una sede paragonabile a quelle delle grandi scuole europee, che sia degna dell’Italia e dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, che abbia gli spazi giusti anche per attivare nuovi corsi che il teatro moderno esige e per far partire progetti di ricerca; poi rendere autonoma la Compagnia dell’Accademia, una realtà produttiva fondata due anni fa e nella quale lavorano allievi e ex allievi.
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