UNEM: accordo su efuels risposta molto parziale

 
L’annunciato accordo tra Commissione europea e Germania per il riconoscimento degli efuels quali carburanti da impiegare nei motori a combustione interna anche dopo il 2035 rappresenta una risposta molto parziale.

Infatti,  pur riconoscendo l’esistenza di tecnologie alternative al modello “full electric” per la decarbonizzazione dei trasporti, trascura altre tipologie di “carbon neutral fuels” come i biocarburanti avanzati, quindi non in competizione con le colture alimentari, e i recycled carbon fuels, prodotti in grado di abbattere le emissioni di CO2 nei trasporti fino al 100% e di essere immediatamente utilizzabili nel parco auto in circolazione senza bisogno di nuove infrastrutture per la loro distribuzione.

Prodotti che, stando a quanto si è appreso sinora, sarebbero stati espressamente lasciati fuori dall’accordo dal momento che la formulazione utilizzata dalla Commissione per identificare i “carbon neutral fuels”, nell’annunciata proposta di regolamento, sarebbe limitata ai “renewable liquid and gaseous fuels of non-biological origin”, come definiti nella Direttiva 2018/2021.

Una scelta che sorprende visto che così si escludono soluzioni già disponibili, in cui in Italia siamo all’avanguardia, limitandone fortemente l’ulteriore sviluppo anche alla luce di quanto previsto dell’Inflation Reduction Act, varato dall’Amministrazione Biden, che ha previsto sostanziosi incentivi per la promozione di tutti i carburanti alternativi, biocarburanti compresi, e lo sviluppo di nuove infrastrutture per la loro produzione e distribuzione.

In questo modo l’Europa rischia di perdere terreno sul fronte dello sviluppo industriale di biocarburanti e recycled carbon fuels, anche se derivati da materiali plastici, e delle catene di valore ad essi collegate.

Solo estendendo il concetto di “carbon neutral fuels” a tutte le opzioni tecnologiche, in larga parte già oggi sul mercato, si potrà raggiungere l’obiettivo della decabonizzazione di tutti i tipi di trasporto attivando le necessarie economie di scala in grado di rendere la transizione socialmente ed economicamente sostenibile.
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