Tra pittura e note, l’arte da gustare in vacanza

- di: Samantha De Martin
 
Immaginate un tappeto sonoro che avvolge, all’alba, i templi di Selinunte mentre le prime luci del giorno accarezzano il parco archeologico. Chi lo ha detto che, d’estate, la bellezza si ritrova soltanto al museo? Talvolta ha il fascino di un’alba lirica, un trionfo di percussioni e fiati in un contesto che si veste d’incanto, o ancora la delicatezza di sculture di carta. Ecco quattro idee per un weekend d’agosto a tu per tu con l’arte.

Alba a Selinunte tra archeologia e note

Domenica 21 agosto, nella suggestiva cornice del parco archeologico di Selinunte, si tiene il secondo appuntamento con l’“alba lirica”. L’apertura dei cancelli è alle 4.30 del mattino, ma il fascino di un’esperienza unica all’interno del parco di Selinunte, come non lo avete mai visto, vi ripagherà delle poche ore di sonno. Il format è quello di CoopCulture, già sperimentato, ma che per la prima volta tenta l’approccio con le voci liriche. Arie e romanze, tra le più conosciute risuoneranno all’alba assieme a brani pop e a canzoni popolari che renderanno omaggio all’alba che, all’ombra dei templi dorici, si carica di una magia rara.

A Lucca l’arte si svela su carta

A Lucca il futuro riparte dalla pagina bianca. Fino al 25 settembre la città toscana ospita la XI edizione di Lucca Biennale Cartasia (Lubica) accompagnata da un’ampia agenda di mostre, performance, laboratori, incontri che vedono protagonista la carta. Cornice della manifestazione sono le piazze e le vie del centro storico, la sede storica di Palazzo Ducale e le nuove location di Villa Bottini e della Cannoniera della casa del boia. Seguendo come tema la pagina bianca, Lubica 2022 coniuga una realtà produttiva di eccellenza come il distretto cartario all’arte, con l’architettura e il design legato proprio all’antico materiale. Il viaggiatore in visita a Lucca potrà sfogliare le otto sezioni del percorso - Outdoor, Fashion, Performance, Architettura/Design, Paese ospite, Edu, Network days, Lubica off - alle quali se ne aggiunge una nona, Indoor, ospitata nel prestigioso Palazzo Ducale di Lucca, dove si potranno ammirare sculture, incisioni, disegni, origami, che vedono protagonista la carta.


La pittura veneta si mostra a Trento

I colori, le storie, le invenzioni del più sontuoso Settecento veneziano illuminano i saloni del Magno Palazzo dei Principi Vescovi di Trento. Fino al 23 ottobre il Castello del Buonconsiglio accoglie una mostra che documenta l’influsso dell’arte veneziana nella vallate del Trentino. Settanta opere, molte di grandi dimensioni, che tornano a Trento da musei e collezioni europee e statunitensi, scandiscono il percorso I colori della Serenissima. Pittura veneta del Settecento in Trentino. In mostra trovano posto i dipinti che ornavano anticamente palazzi e chiese delle vallate trentine e che tempo, guerre, vicende familiari hanno disperso. I curatori Andrea Tomezzoli e Denis Ton hanno inseguito le loro tracce, scovandole in musei o sul mercato antiquario internazionale, riuscendo a riunirle e, in alcuni casi, a ricomporle. La mostra vuole ricostruire il quadro delle presenze di artisti e di opere di maestri veneti nei territori del Principe Vescovo o del Tirolo meridionale tra la fine del Seicento e il Settecento mettendo in luce le relazioni che le comunità locali hanno intrattenuto con i principali centri della Repubblica di Venezia.

Tra le sale del Museo di Feltre

Gli affezionati della montagna in vacanza nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi non possono non fare un salto al museo archeologico di Feltre che ha aperto i battenti ad aprile scorso e che documenta le vicende della romana Feltria, municipium che aveva competenza sulle vallate alpine comprese tra Belluno e Trento.  Questo museo di nuova generazione, oltre a conservare reperti unici, ripercorre mille anni di vita di Feltre, dalla civiltà retica alla caduta dell’Impero. La scenografica parata di capitelli ionico-italici in pietra tenera di Vicenza affianca la monumentale statua di Esculapio in marmo greco, emersa durante gli scavi sul sagrato del Duomo nel 1974, uno dei pezzi più iconici del Museo. Non mancano reperti rinvenuti in antiche aree sepolcrali, come quella del cimitero urbano, con gli oggetti che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell’aldilà, dalle monete alle suppellettili in terracotta, vetro soffiato e metallo. La particolarità di questo museo è offerta dalla possibilità di far compiere al visitatore un salto nel tempo di duemila anni in un percorso cittadino che delinea una vera e propria carta archeologica a cielo aperto, testimoniando l’antica ricchezza culturale di un’area di cerniera tra montagna e pianura.

Nella foto: Lucca, Biennale Cartasia 2022
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