Pnrr, gli appalti pubblici non devono prevedere criteri per escludere le Pmi

 
Per l’utilizzo delle risorse del Pnrr è necessario un cambio di passo sui criteri degli appalti pubblici aprendo una nuova stagione per valorizzare il ruolo del sistema delle piccole imprese. È quanto sottolinea la CNA indicando la necessità che la predisposizione dei bandi non deve contenere condizioni che di fatto escludono le piccole imprese.

Alcune prime evidenze mostrano, invece, segnali preoccupanti. Primo fra tutti, il bando per il Piano Sviluppo e Coesione del Ministero della Cultura, già aggiudicato: soltanto quattro Operatori Economici si spartiscono appalti per 45 milioni. Peraltro in un settore, quello del restauro, caratterizzato dalla presenza pressoché totale di imprese di micro e piccole dimensioni.

In questo bando, ma anche in altri, sono inoltre presenti clausole in aperto contrasto con la normativa in vigore riguardo ai requisiti economici dei Raggruppamenti, che finiscono col penalizzare processi di aggregazione che sarebbero invece fondamentali per irrobustire le nostre imprese.

Come si temeva, con la motivazione di semplificare e accelerare le procedure, si rischia di introdurre un sistema di gestione degli appalti pubblici che di fatto esclude le piccole imprese dal mercato dei fondi Pnrr.  Nei prossimi mesi la CNA presenterà i risultati dell’Osservatorio burocrazia dedicato al settore degli appalti pubblici, fornendo un prezioso contributo al miglioramento del sistema di gestione dei bandi.
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