Moneyfarm - Europee 2024: la reazione dei mercati

- di: Sebastiano Picone, Head of Partnership Italy
 
Le elezioni europee hanno attirato un notevole interesse da parte dei mercati, preoccupati per possibili turbolenze politiche. Nonostante i significativi guadagni in termini di seggi delle forze di destra, come Conservatori e Sovranisti, e il pesante crollo di Olaf Scholz in Germania, non si è verificato un vero e proprio capovolgimento degli schieramenti politici. Le formazioni vincitrici di questa tornata elettorale, anche con il possibile supporto dei Popolari e degli Indipendenti come gli ungheresi di Viktor Orban, non sono riuscite a creare una maggioranza alternativa. Pertanto, il Parlamento Europeo resta sotto una maggioranza europeista, relegando estrema destra ed estrema sinistra all’opposizione, e i mercati finanziari, nonostante un’iniziale fase di correzione, non stanno scontando scenari estremi come una deriva antieuropeista.

Il timore principale dei listini rimane legato ad un’ipotesi di worst-case scenario: un rallentamento del processo di integrazione politica ed economica degli Stati membri dell’UE sotto la pressione di un'Europa più “frammentata”. Ipotesi che avrebbe come conseguenza estrema la fuoriuscita di anche un solo Stato membro dall'Unione, rendendo così più difficile per le singole geografie competere sul panorama internazionale con gli Stati Uniti e le grandi economie emergenti: Cina e India. Sintomo di questo rallentamento del percorso di integrazione europea potrebbe essere l’allargamento degli spread, che si registra sempre in momenti di tensione dell’Eurozona. In aggiunta a ciò, è rilevante sottolineare come il rafforzamento dei partiti populisti potrebbe condurre ad un aumento complessivo del deficit fiscale, con strascichi e rischi di coda sulla dinamica inflattiva. Un percorso simile potrebbe innescare in area euro possibili nuove fiammate inflattive.
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