La Parigi del ‘900 e la collezione mondiale delle macchine Kodak per la prima volta in mostra nelle Marche

- di: Barbara Leone
 
Misteriosa, magica e unica. Con i suoi palazzi, i boulevard, gli scorci rarefatti e quell’inimitabile incrocio di storie e di culture che si mescolano nel tempo regalando la sensazione d’essere in uno spazio sospeso che è al tempo stesso tutto e niente. A lei si sono ispirate schiere d’artisti d’ogni epoca e luogo. Picasso, Utrillo, Valadon, Modigliani, Hemingway, Apollinaire, Coctau, Man Ray, Gertrude Stein.....Solo nella favolosa Parigi del primo Novecento è stato possibile incontrare tale varietà di geni. Anche se poi era più facile rintracciarli ai tavolini di un bistrò che nei loro studi. Perché questi artisti, oltre al talento, erano animati da una travolgente vitalità magistralmente nutrita da questa stessa città. Qui, sulle rive della Senna, essi s’abbeveravano alla fonte della vita e della libertà, ubriachi di vino e dame bellissime, che tra Montmartre e Montparnasse li attiravano a sé unitamente al sogno della fama e della gloria. E proprio alla Parigi della Belle Epoque è dedicata la mostra dal titolo “La Parigi del ‘900”.

La prima nelle Marche, che da oggi sino al prossimo 31 luglio animerà l’ex chiesa di Santa Caterina a a Potenza. La mostra, in collaborazione con l’Associazione culturale Montesanto del presidente Enzo Romagnoli è organizzata da Map Communication insieme alla Fondazione Anton Mario Filippetti ed è patrocinata dal Rotary di Civitanova Marche e dal Comune di Potenza Picena, L’evento si tiene nel contesto ed all’interno di una delle due collezioni al mondo in cui sono esposte macchine fotografiche d’epoca della Kodak (l'altra è Toronto), ed è stata realizzata  grazie al certosino lavoro e alla passione dello stesso Enzo Romagnoli. La mostra vuole essere una raccolta storica fotografica che ci presenta in modo inedito la Parigi della Bella Epoque. Ripercorrendone puntualmente e meticolosamente la storia soprattutto per quanto riguarda la sua modernità. Alla fine del XIX secolo, infatti, Parigi si lanciò in una corsa verso la modernità che non avrebbe più avuto fine. L’elettricità, i moderni mezzi di trasporto e le nuove forme di intrattenimento fecero della capitale francese un emblema dell’epoca felice che l’Europa visse prima del 1914. Nel 1900 apre al pubblico la metropolitana, che rivoluziona i trasporti pubblici. Nell’immagine, l’attuale  ingresso della metro di pont Neuf, davanti al centro commerciale La Samaritaine, inaugurato nel 1869. A mano a mano che la città si  ingrandiva e si popolava, cresceva la necessità di migliorare e intensificare i trasporti. Fu il progresso a permettere di venire incontro a un  simile bisogno.

L’elettricità che serviva per illuminare le strade venne impiegata per i mezzi di trasporto: il primo tram elettrico fu inaugurato nel 1898. I taxi cominciarono a girare per Parigi nel 1905, e dai 417 del 1906 si arrivò ai 7mila del 1914; la classe lavoratrice dovette accontentarsi degli omnibus a motore, che iniziarono a circolare nel 1906. Parte dei parigini accolse con trepidazione questi nuovi mezzi di trasporto e ciononostante, era pure preoccupata per gli effetti sulle persone dell’“alta velocità delle macchine”, e temeva di essere investita o di fare incidenti. Al crepuscolo della Belle Époque, Parigi era comunque una città su ruote: l’omnibus a cavallo completò la sua ultima corsa nel 1913, lo stesso anno in cui il servizio di nettezza urbana cominciò a usare gli autofurgoni. Ma ci fu un mezzo, in particolare, che suscitò illusione, paura e perplessità: la metropolitana, le métro. Se molti parigini approfittavano dei momenti di ozio per uscire dalla città, sempre più stranieri giungevano a visitarla. Le esposizioni universali divennero la principale attrazione di Parigi: 23 milioni di persone parteciparono a quella del 1889, in cui venne aperta al pubblico la torre Eiffel, e 48 milioni a quella del 1900. Per far fronte a un turismo di tale mole, tra un’esposizione e l’altra furono ampliati hotel come il Ritz e le stazioni dei treni. Parigi  allargava la sua fama come meta turistica. La mostra è inserita nelle celebrazioni della stessa Fondazione Anton Mario Filippetti di cui  ricorre il 70° dalla nascita. Da Ex Opera  Pia a Fondazione, ma con lo spirito che l’ha sempre contraddistinto grazie al suo Benefattore ed è quello di andare a sostegno del territorio e di sostenere anche i soggetti meno abbienti per la parte scolastica. L'evento si tiene nel contesto ed all’interno di una delle due collezione al mondo, in cui sono esposte macchine fotografiche d’epoca della Kodak, grazie al certosino lavoro e alla passione dello stesso Enzo Romagnoli.  In più si àmmirare anche il Trittico restaurato di Paolo Bontulli da Percanestro del 1507.
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