Il nuovo telescopio spaziale. Dalla ricerca scientifica una prospettiva per il futuro, metodo utile per la pace fra le nazioni.

- di: Leonardo Dini
 
I telescopi Webb e Hubble, che entrambi prendono nome da due eminenti scienziati astrofisici del ‘900, stanno aprendo delle prospettive imprevedibili alla ricerca scientifica umana. Pur consapevoli, gli scienziati, come comunita' scientifica, del pregiudizio antropico e del limite dell'orizzonte cosmologico, che rende estremamente difficile, nel combinarsi con il limite della velocita' della luce, l’esplorazione telescopica diretta. In pratica, soltanto se si potesse inviare, ipotesi ancora remota, un telescopio al di fuori del sistema solare o almeno ai suoi confini, si potrebbe sviluppare il passo decisivo e successivo, dell’esplorazione astrofisica. Tuttora, a causa delle distanze considerevoli, i telescopi, compreso il Webb, ricevono solo informazioni su come erano le stelle all'inizio e in formazione, e non sulle stelle per come sono ora e che paradossalmente vediamo “meglio’', con un banale cannocchiale o con la nostra vista.

Con i telescopi per semplificare, le vediamo ma come erano agli albori, con gli occhi ne vediamo per un gioco di prospettiva ottica, la posizione attuale, ma è solo una luce  pulsante o meno a secondo del tipo di stelle, tra un agglomerato miliardi di miliardi di stelle. Se si potesse vedere di notte tutto il cielo stellato per quello che è sarebbe interamente coperto di stelle, quasi infinite, nel numero. Tuttora si discute se l'universo sia aperto o meno, anche dopo la ottima mappatura prodotta dall'esperimento boomerang, condotto da una equipe, guidata dal prof. Paolo de Bernardis, astrofisico italiano. Tuttora ci si chiede, sia filosoficamente che scientificamente, se il cosmo sia un multiverso, cioè la somma di tanti universi o, per dirlo con Sir John Barrow, astrofisico inglese, una foresta di bolle di universi, quindi di regioni diverse, con leggi fisiche potenzialmente differenti in ogni regione o universo. Lo stesso Edwin Hubble è colui che ha scoperto un secolo fa, che il cosmo non era limitato alla sola galassia della Via Lattea, quella che ospita il pianeta Terra, ma composto da infinite galassie e sistemi stellari e ammassi di galassie.

Basti ricordare che, nella antichità, mentre alcune civiltà avevano sviluppato raffinate conoscenze astrofisiche: i Babilonesi, gli Egizi, i Maya, spesso, fino all'epoca moderna, solo la letteratura, la poesia e la filosofia: con Giordano Bruno e Cusano, ad esempio, si erano spinte a intuire la natura delle stelle e degli “infiniti mondi". Galileo e Copernico avevano fatto il primo passo, studiando i pianeti e il sistema solare ma di una unica stella, la nostra. Oggi gli scienziati sono impegnati a cercare, mediante la esobiologia e la ricerca astrofisica molecolare, qualsiasi traccia della vita nel cosmo. I presupposti di presenze di vita sono oggettivamente diffusi in tutto il cosmo. Panspermia stellare è definita la diffusione stellare e degli elementi chimici e fisici, quindi potenzialmente della vita, nelle zone del cosmo.

Per fare un esempio divulgativo, immaginiamo che ognuna delle stelle visibili in cielo, sia come la luce a distanza di una città nel buio, così si può intuire quante forme di vita possano nascondersi nella distanza stellare. La ricerca Webb, inoltre, esattamente come avviene per la Stazione Spaziale Internazionale e per la ricerca sulle particelle fisiche al CERN e nei laboratori e acceleratori di particelle, coincide con una collaborazione vera, diretta, universale, appunto, e senza confini, tra le nazioni del nostro pianeta. Oggi la via della pace, da indicare, consiste proprio nel dedicarsi alla ricerca scientifica e all’esplorazione spaziale, piuttosto che a guerre più o meno vaste. Il futuro della umanità è nello Spazio e questa è l’eredità che il pianeta oggi lascia, attraverso la specie umana, alle future generazioni e al suo tempo futuro. Strumento di pace tra i popoli, oltre che scientifico, il telescopio spaziale internazionale può non soltanto trovare, finalmente, tracce di vita nel cosmo, ma anche delineare nuove forme di collaborazione internazionale, tra le nazioni, per la esplorazione condivisa del cosmo.
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