IG Italia - Commento ai risultati delle elezioni francesi

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
La conclusione del secondo turno delle elezioni legislative ha evidenziato molti più seggi del previsto per il blocco di sinistra e non ha mostrato un crollo della maggioranza presidenziale. Sorprendente che RN sia finito al terzo posto.

La reazione dei mercati finanziari in avvio è stata abbastanza limitata e poi nel corso della mattinata è stata positiva. L'indice francese guadagna quasi un punto percentuale con i forti guadagni dei titoli finanziari (Credit Agricole e Societe Generale in particolare). Anche lo spread oat-bund è in leggero calo a 62 bps rispetto ai 66 bps della chiusura di venerdì.

Di seguito alcuni parametri di riferimento per inquadrare chiaramente i livelli attuali: prima dello scioglimento dell'Assemblea nazionale, lo spread oat-bund era leggermente inferiore a 50 punti, è arrivato a 85 punti base poco prima del primo turno e ora si attesta a 62 punti base.

La piccola sorpresa di questo secondo turno, tuttavia, deriva dal numero di seggi ottenuti dal NFP, che solleva automaticamente interrogativi sulle discussioni fiscali e di bilancio che si terranno in Assemblea. Con un deficit pubblico superiore al 5% del Pil lo scorso anno e con l’apertura della procedura per deficit eccessivo contro la Francia (e altri paesi) da parte di Bruxelles, il risultato elettorale del blocco di sinistra potrebbe sollevare qualche timore. Ma a questi timori non necessariamente seguiranno effetti, in quanto la maggioranza presidenziale (e questa è anche la sorpresa di questo secondo turno) non è crollata ed è al secondo posto per numero di seggi. L’ipotesi di una coalizione “arcobaleno” che vada dalla sinistra moderata alla destra moderata passando per il centro non è morta, anche se la sfida sarà significativa e difficile.

Dopo questo secondo round gli scenari sono ancora piuttosto numerosi, ma è comunque bene ricordare che lo stress sui mercati finanziari osservato inizialmente è stato generato dall’ipotesi della maggioranza assoluta di Rassemblement National e dalla concomitante attuazione di programmi economici ritenuti poco credibili. Esclusi ormai questi scenari estremi, la volatilità dei mercati, anche se non si riduce del tutto a causa del perdurare delle incertezze politiche, dovrebbe comunque tenerne conto.

Rimaniamo lievemente positivi nel breve periodo. Crediamo che i problemi maggiori per la Francia (e per l’Europa) possano arrivare in autunno quando l'Assemblea dovrà approvare la legge di bilancio.
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