Ops Unicredit su Banco Bpm, il Governo sulle barricate e quella voglia di dirigismo

- di: Giuseppe Castellini
 
L’Ops (Offerta pubblica di scambio di Unicredit) su Banco Bpm fa saltare tutti i piani del Governo per favorire la nascita di un terzo polo bancario tutto italiano, alle spalle di Banca Intesa e Unicredit, facendo leva proprio su Banco Bpm, iscritto nell’anagrafe immaginaria del Governo come puramente italiano, con i suoi dirigenti risultati all’analisi con il sangue tricolore. E proprio per questo a Gruppo Bpm, insieme a Caltagirone e agli eredi Del Vecchio, recentemente è stato venduto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 15% di Montepaschi, che nei progetti del Ministero dovrebbe essere inglobato nel progetto del terzo polo bancario tutto tricolore.

Ops Unicredit su Banco Bpm, il Governo sulle barricate e quella voglia di dirigismo

L’Esecutivo Meloni, di conseguenza, sale sulle barricate, usando un po’ avventatamente la minaccia della golden power, che in teoria servirebbe a mettere al sicuro da scalate solo gli asset strategici del Paese, e non ad ostacolare il libero mercato, vero motore della crescita.

Ma il dirigismo è duro a morire e la politica più debole diventa, più istericamente si comporta. Se potesse, tornerebbe all’infausto periodo delle banche pubbliche, riproducendo il sistema che arrivò al crac nei primi anni Novanta perché nelle banche comandavano i partiti, non il mercato. Ma non può, perché se lo facesse porterebbe senza dubbio il Paese (o la Nazione, per fare contenta Giorgia Meloni) a sbattere. È la realtà a impedire scelte insane, ma non a impedire impuntature, uso improprio delle regole, forzature continue (vedi il caso dei migranti in Albania), andando a finire sempre sulle secche.

Ma torniamo al caso dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm. La realtà è se tale Offerta pubblico di scambio rispetti o no i paletti europei messi a presidio del libero mercato e, quindi, contro la formazione di monopoli e oligopoli. Se l’operazione rispetta questi paletti, ostacolarla sarebbe illegittimo e certamente, se Unicredit dovesse ricorrere all’Autorità Europea, l’Italia andrebbe ancora una volta ko.

Il ministro all’Economia e alle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che sa benissimo tutto ciò e che non è l’ultimo arrivato, deve però rispondere ai venti che arrivano dal suo partito e si mette in riga, arrivando a citare perfino von Clausewitz (l’autore del celeberrimo saggio “Dell’arte della guerra”) per dimostrare la sua animosità combattiva in un Paese dove un dramma diventa sempre un melodramma.

“Citando von Clausewitz - tuona Giorgetti - il modo più sicuro per perdere una guerra è impegnarsi su due fronti (Unicredit è già impegnata sul fronte Commerzbank, ndr). L’operazione – continua il ministro - è stata comunicata ma non concordata col Governo. Come è noto, esiste la golden power quindi il Governo farà le sue valutazioni e valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso”.

Se saranno (metaforicamente) bombe o più innocui fuochi d’artificio, si vedrà. Passare dal dramma al melodramma in Italia si fa in un attimo.
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