Gioco d'azzardo - Presentata la seconda edizione de Il libro nero dell'azzardo
Oggi, presso la sede CGIL di Corso d’Italia 25, a Roma, (Sala Santi) è stata presentata la seconda edizione de “Il libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani.”
Il rapporto, a firma di Federconsumatori e CGIL nazionali, è curato da Federconsumatori Modena, in collaborazione con la Fondazione Isscon.
Dopo la presentazione del rapporto da parte del ricercatore Massimiliano Vigarani, si è tenuta una tavola rotonda, moderata da Toni Mira, giornalista di Avvenire, con la partecipazione di Daniela Barbaresi – Segretaria nazionale CGIL, Michele Carrus – Presidente nazionale Federconsumatori, Marco De Pasquale – Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico, Luciano Gualzetti – Presidente consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, Don Armando Zappolini – Portavoce della Campagna “Mettiamoci in gioco”.
Il rapporto di CGIL e Federconsumatori esamina in profondità la vertiginosa crescita negli ultimi anni dell’azzardo online in Italia, grazie a dati inediti riferiti al 2023, ottenuti con un accesso agli atti dall’Agenzia Dogane e Monopoli.
I dati emersi sono a dir poco allarmanti: gli italiani nel 2023 hanno speso 150 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, ben il 78% per cento in più rispetto a dieci anni prima. Per fornire una misura, basti pensare che tale spesa equivale all’89% della nostra spesa alimentare annuale e a un po’ meno della spesa sanitaria dell’anno scorso (che si ferma a 131,1 miliardi).
Sono 82 i miliardi raccolti nell’azzardo in rete nel corso del 2023; erano 49 nel 2020. In quattro anni si registra una crescita del 67%. È come se, nel corso del 2023, ogni persona tra i 18 ed i 74 avesse speso in azzardo bel 1.926 euro.
Ingenti spese, ingenti perdite: i giocatori italiani hanno perso 22 miliardi di euro, ovvero il 30% in più rispetto al 2013. Sono che spiccano per la loro enorme mole, specialmente se si considera che, in tale periodo, abbiamo attraversato due anni di pandemia, una pesante crisi economica nonché una forte crescita dei prezzi, che ha ridotto in modo significativo il potere d’acquisto delle famiglie.
Si scommetta di più, paradossalmente, dove i redditi sono più bassi: Campania, Sicilia e Calabria nel 2023 hanno sfondato il muro dei 2000 euro giocati online pro-capite (neonati compresi). Molise, Puglia e Basilicata lo faranno probabilmente nel 2024. I cittadini del Veneto e del Trentino-Alto Adige giocano online, pro-capite, un terzo di quanto giocato in Campania. Nel Sud e nelle Isole si spende esattamente il doppio rispetto al nord. Sono siciliane le tre provincie in vetta alla sgradevole classifica dell’azzardo online: Messina, Palermo, Siracusa, con oltre 3.200 euro per ogni residente in età 18-74 anni nel 2023. Tutto ciò a dimostrazione del fatto che, laddove la situazione economica e finanziaria è meno rosea, più alta è la propensione al gioco.
In Italia, poi, una quota consistente dell’azzardo legale online è da far risalire, con evidenza, all’utilizzo di questo canale, da parte delle mafie, come modalità di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Con prudenza ne stimiamo l’entità in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online.
Che fare per contrastare questo dilagante fenomeno? Federconsumatori e CGIL, oltre a partecipare e sostenere l’instancabile attività portata avanti negli anni dalla Campagna Mettiamoci in gioco, condividono le proposte che Avviso Pubblico ha recentemente concretizzato con una propria Memoria alle Commissioni di Camera e Senato. Condividiamo le richieste avanzate dalla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, che assieme alla Campagna ha segnalato la necessità di costruire un intergruppo tra quei parlamentari che ritengono indispensabile ridurre al più presto i volumi e l’offerta d’azzardo, mettendo al centro la salute delle persone.
Di fronte a dati così allarmanti, sono necessarie risposte forti e determinate, molto lontane da quelle finora fornite dal Governo e da molti enti locali. Per questo è necessario andare avanti nel denunciare il fenomeno e rivendicare una legge quadro nazionale che abbia, come obiettivo prioritario, la tutela dei cittadini e della loro salute.