Ferraris (FS): rivisitare metodi e strumenti per qualificare la spesa pubblica

- di: Redazione
 
Quando un grande soggetto attuatore – come il Gruppo Fs – si trova davanti ad un progetto da concretizzare deve affrontare molte sfide, tra le quali quelle legate ai controlli della spesa non sono certo tra le più facili. E’ stato forse questo il messaggio che l’amministratore delegato del Gruppo Fs, Luigi Ferraris, ha lanciato intervenendo ad un convegno organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata e dalla Corte dei Conti su ‘’La tutela della finanza pubblica per sviluppare il Paese. Cioè ''I controlli pubblici: riforme ed efficacia della spesa’’.

Un argomento di per sé interessante e che Ferraris ha voluto arricchire con argomenti e proposte,  pochi giorni dopo la presentazione del Piano industriale del gruppo, per il decennio 2022/2013, che vedrà Ferrovie dello Stato impegnato in una sfida gigantesca per contribuire a modernizzare, con la rete, anche il Paese.

Ma questa sfida non si vince solo con i grandi progetti o le prospettive, ma anche dotandosi di strumenti che li aiutino e non siano, invece, di ostacolo.

“Pochi giorni fa – ha detto Ferraris - abbiamo presentato il nostro Piano industriale 2022/2031 da 190 miliardi di investimenti, che ha tra i suoi principali obiettivi finalizzare questi investimenti pubblici realizzando le opere nei tempi previsti e creare un sistema di trasporti e logistica sempre più integrato, efficiente, sostenibile. Adeguato alle necessità di crescita del Paese’’.

Un piano, ha sottolineato Ferraris, elaborato nella convinzione che la prospettiva temporale sia necessaria per un'adeguata programmazione delle attività e un efficace perseguimento degli obiettivi. Ma Ferraris ha voluto essere chiaro, dicendo che ‘’per attuare il Piano è necessaria anche una rivisitazione di metodi e strumenti, fattori chiave per qualificare la spesa pubblica’’, Perché, ha detto,  ''oggi il rapporto con i grandi soggetti attuatori, come per esempio le nostre Rfi e Anas, utilizza strumenti come i contratti di programma e di servizio, gli accordi, i protocolli di intesa, le intese territoriali, che risentono ancora di una eccessiva distanza temporale tra intenzioni e attuazioni, tra cassa e competenza, tanto che la responsabilità di risultato, alla fine, non è del tutto ben focalizzata”.

Per Ferraris, quindi, ''occorre dunque abbandonare l’approccio attuale che affronta il ciclo delle grandi opere per lotti e questo anche per dare certezza alle imprese costruttrici’’. Il suggerimento o la sollecitazione che sono venute da Ferraris sono state molto chiare: ''Ricorrere all’autorizzazione di spesa per investimenti a vita intera fornirebbe, inoltre, certezze al territorio attraversato dall’opera, alle sue comunità e ai suoi stakeholder, mettendoli così in condizione di realizzare indotto e sviluppo, intorno a quell’opera, in un asse temporale definito e non vincolato o spezzettato’’.

“Sarebbe utile - ha detto ancora Ferraris facendo implicito riferimento al Pnrr - estendere in futuro i controlli sulla spera rivolgendo adeguata attenzione anche alla qualità, oltre che ai livelli della spesa, in un’ottica di contributo a una migliore gestione della finanza pubblica in modo anche da descrivere - nel programma del Semestre Europeo - non solo l’elenco dei costi, ma quali e quanti benefici, ad esempio, il Gruppo FS eroga per la sua stessa dimensione industriale. Assegnare infine una percentuale fissa del Pil ad investimenti - concluso Ferraris - garantirebbe la certezza della spesa periodica e della disponibilità di cassa, temi questi su cui le riforme dei controlli e quelle dei rapporti istituzionali possono essere ancora meglio affinate”.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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