Ex Ilva. Fiom: non c’è più tempo così si ferma tutto

 
"In questi giorni sta accadendo esattamente quanto da mesi stiamo denunciando: tutti gli stabilimenti ex Ilva, da Taranto a Genova, fino a Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Legnaro, sono di fatto fermi con le lavoratrici e i lavoratori in cassa integrazione. Così si compromette la continuità produttiva, occorre intervenire immediatamente per mettere in sicurezza gli impianti, la salute e la sicurezza dei lavoratori, e l’ambiente.

E' necessario far ripartire la produzione degli stabilimenti e delle aziende dell’indotto. Fin dal primo incontro di ottobre a Palazzo Chigi abbiamo chiesto l'intervento dei commissari di Ilva in AS, attualmente unici proprietari delle strutture. Occorre garantire fin da subito una copertura d’emergenza per tutti i lavoratori di qualsiasi azienda, che sia legata principalmente ad Acciaierie d'Italia, con un ammortizzatore sociale studiato appositamente con causali e criteri chiari ed equi. E' indispensabile far emergere  le situazioni di illegalità tra gli appalti e i sub appalti.

Per la Fiom-Cgil la priorità rimane la costituzione di una compagine sociale a guida pubblica e la ripartenza dell'attività produttiva per avviare quanto prima  gli investimenti per la transizione ecologica. Lunedì a Taranto ci sarà una grande manifestazione unitaria dei lavoratori proprio per rivendicare la svolta".

Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil.
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