Dai tormenti di Van Gogh ai futuristi, l’arte si accende nel weekend

- di: Samantha De Martin
 
Luce che fruga nei campi di grano cedendo il posto agli scuri paesaggi della giovinezza. Boscaioli, seminatori, donne affaticate a trasportare sacchi di carbone o chine nei campi. È grande Van Gogh nella sua resa vibrante di una fatica quotidiana intesa come ineluttabile destino. Ed è sicuramente lui, il pennello dalla sensibilità estrema e la vita tormentata, il principe dell’agenda d’arte del weekend alle porte. Da Roma, dove il pittore olandese è al centro di una grande mostra che vede arrivare a palazzo Bonaparte ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo, a Padova, regno dei futuristi fino al 26 febbraio, ecco gli appuntamenti da non perdere.

A Milano la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst

Settant’anni di storia del XX secolo, tra Europa e Stati Uniti, corrono nell’arte del Pictor doctus Max Ernst profondo conoscitore e visionario interprete della storia dell’arte, dell’alchimia, della scienza. A Palazzo Reale la prima retrospettiva in Italia dedicata all’artista, presentato in questo contesto quale umanista in senso neorinascimentale, sfodera oltre 400 opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private italiane e straniere. Il percorso, dedicato a quello che André Chastel definiva una sorta di “reincarnazione di quegli autori renani di diavolerie tipo Bosch”, accompagna gli ospiti di Palazzo Reale in un avvincente itinerario che ripercorre l’avventurosa parabola creativa dell’artista, segnata dai grandi avvenimenti storici e da amori straordinari, nonché da amicizie illustri. Nove sale tematiche dischiudono approcci interdisciplinari alla sua arte. L’ampia (ideale) biblioteca dell’artista corre attraverso l’intero percorso della mostra, invitando i visitatori ad attivarsi in giochi di rimandi e corrispondenze tra le fonti d’ispirazione e capolavori stessi.

A Padova una mostra sulle origini del Futurismo

L’anima del Futurismo si svela a Padova in un viaggio inedito che si sofferma, per la prima volta, sui presupposti culturali e figurativi, ma anche sulle radici, sulle diverse anime e sui molti temi del movimento che ha rivoluzionato in modo così dirompente le ricerche dell’arte occidentale della prima metà del Novecento. Fino al 26 febbraio Palazzo Zabarella ospita la mostra Futurismo. La nascita dell'avanguardia 1910-1915, a cura di Fabio Benzi, Francesco Leone, Fernando Mazzocca, uno “sguardo altro” attraverso oltre 100 opere realizzate nel ristretto arco cronologico che, dal 1910, anno di fondazione del movimento in ambito pittorico, si allunga al 1915, quando la pubblicazione del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo e l’ingresso in guerra dell’Italia tracciano un netto spartiacque nelle ricerche artistiche del movimento. Le radici simboliste del Futurismo e i legami con l’arte divisionista esplodono grazie al confronto tra i lavori di Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo e quelli dei padri fondatori del movimento, da Umberto Boccioni a Giacomo Balla, da Gino Severini a Carlo Carrà. Lo “Spiritualismo” con Stati d’animo di Boccioni del 1911-1912 cede al “Dinamismo”. Se la “Simultaneità” racchiude opere di Carrà, Boccioni, Fortunato Depero, Russolo ed Enrico Prampolini, lo spirito rivoluzionario è il fulcro della sezione “Vita moderna”. La “Ricostruzione Futurista dell’Universo”, con il concetto di “arte totale” chiude il percorso.

A Roma arriva Van Gogh

I paesaggi e i tormenti di Vincent Van Gogh si svelano a Roma in occasione della grande mostra che Palazzo Bonaparte dedica fino al prossimo 26 marzo al grande maestro olandese. Cinquanta opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo - che accoglie uno dei più grandi nuclei di opere di Van Gogh - assieme a diverse testimonianze biografiche, ne ripercorrono la vicenda umana e artistica in un espositivo cronologico che si snoda tra i periodi e i luoghi dove il pittore visse, dall’Olanda a Parigi, dal soggiorno ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove pose fine alla sua tormentata esistenza. La mostra si sofferma in particolare sul soggiorno parigino durante il quale Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca sul colore, mostrandosi più libero nella scelta dei soggetti. È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, da non perdere in mostra assieme a opere come Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889), il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, o Vecchio disperato (1890).

Fortunato Depero in mostra a Palermo

Per la prima grande mostra di Fortunato Depero a Palermo il Museo d’arte Moderna e Contemporanea Riso ripercorre la straordinaria carriera dell’artista di Rovereto il cui linguaggio assurge a forma d’arte totale, spaziando dalla pittura al teatro, dalla scenografia alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità. Fino al 15 gennaio la mostra si sofferma su tre importanti interventi artistici di Depero: Balli Plastici 1918 - presentati al Teatro dei Piccoli a Roma e primo tentativo di Depero di sostituire l’attore tradizionale con marionette animate - il Cabaret del diavolo - il locale d’avanguardia inaugurato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1922, grandioso progetto decorativo creato da Depero - e, infine, la pubblicità in relazione al soggiorno dell'artista a New York nel 1928-30. In questo contesto moderno, desideroso di proiettarsi in una dimensione internazionale, Depero apre la filiale americana della Casa d’Arte, la Depero’s Futurist House, dando il via a una serrata campagna di promozione, con eventi, locandine e manifesti. Una piccola appendice della mostra è invece dedicata al viaggio di Depero in Sicilia, quando, nel 1926, l’artista fu ospite dell’amico Guglielmo Jannelli che lo invitò a progettare gli arredi e la decorazione del Villino Mamertino a Castroreale, oggi Terme Vigliatore. Gli arredi non nasceranno mai, ma Depero trascorse una decina di giorni in provincia di Messina e il suo soggiorno è minutamente raccontato nel manoscritto Vassoio Siciliano, in mostra a Palazzo Belmonte Riso. 

Nella foto: Vincent Van Gogh, Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887
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