Crif: +11,8% gli italiani con un finanziamento in corso nel 1° semestre 2023, rata media mensile di 322 euro

- di: Barbara Bizzarri
 
Mister Credit, l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori, ha presentato l’aggiornamento relativo al I semestre 2023 della Mappa del Credito, lo studio sull’utilizzo del credito rateale da parte degli italiani, da cui si evince che, nonostante un contesto economico difficile che risente dei molteplici fattori di incertezza derivanti dal proseguimento del conflitto in Ucraina, dal rialzo dei tassi di interesse e dall’inflazione, le famiglie italiane non hanno smesso di rivolgersi agli istituti di credito per sostenere i propri consumi e gli investimenti sulla casa.

Infatti, dall’analisi dei dati disponibili in EURISC, il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF emerge come nei primi sei mesi dell’anno si sia ulteriormente allargata la platea di italiani che risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo, pari al 51,4% della popolazione maggiorenne (+11,8% rispetto al 2022). La dinamica in atto riflette la ripresa dei consumi e degli acquisti sostenuti da un finanziamento e anche dello sviluppo dei prestiti small ticket.

A livello pro-capite, nel primo semestre dell’anno in corso la rata media rimborsata ogni mese è pari a 322 euro (+5,6% rispetto a un anno fa), mentre l’esposizione residua – intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – è pari a 34.875 euro (in aumento del +9,3% rispetto alla precedente rilevazione). 

Osservando in particolare i mutui, notiamo un aumento delle rate (+13,5%) e dell’esposizione residua (+10,8%) maggiore rispetto al totale. Sono invece i prestiti finalizzati a crescere maggiormente nelle quantità, sia come numero di soggetti che hanno almeno un contratto in corso (+12,3%), sia come contratti attivi (+11,9%).

“In questa prima parte dell’anno, sia l’importo della rata mensile sia l’esposizione residua risultano in aumento non solo a causa della crescita dei tassi di interesse, ma anche per il persistere di un alto livello di inflazione che può indurre le famiglie a ricorrere al credito per fronteggiare le aumentate spese - commenta Beatrice Rubini (nella foto), Direttrice della linea Mister Credit di CRIF -. Nel complesso, l’incidenza dei mutui, in costante calo, oggi rappresenta il 19,3% del totale dei finanziamenti attivi, mentre sono i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. a risultare la forma di finanziamento più diffusa, con una quota superiore al 50% del totale. La quota di prestiti personali, pari al 30% del totale dei finanziamenti attivi, rimane sostanzialmente stabile e invariata”.
 
La situazione desunta dall’ultima Mappa del Credito, mostra una situazione estremamente composita a livello territoriale: nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è la Valle d'Aosta, con il 61,7% del totale, seguita dalla Toscana (con il 57,8%) e dal Lazio (con il 56,1%). All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino-Alto Adige, regione in cui solamente il 29,8% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduto dalla Basilicata (con il 41,5%) e dalla Campania (con il 44,1%). Le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 414 euro di media, la Lombardia (376 euro) e il Veneto (363 euro). Seguono l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 348 e 343 euro, mentre è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 262 euro di media, in Molise (264 euro) e in Sardegna (269 euro) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto rispetto alle altre forme tecniche.

Per quanto riguarda il genere, sono in maggioranza gli uomini (58,5%) ad essere attivi nel mondo del credito, mentre per il 41,5% sono donne. Gli uomini hanno la tendenza ad utilizzare più frequentemente il credito rispetto alle donne, con una media di contratti attivi pari a 1,2 e sono soprattutto gli appartenenti alle fasce di età dai 30 ai 60 anni ad avere finanziamenti in corso: nelle fasce di età “centrali” si concentra chiaramente la maggior parte della popolazione attiva, che potendo contare su un reddito da lavoro può avere maggior propensione ad accendere finanziamenti. 

La quota delle donne si alza però se guardiamo ai mutui, arrivando al 45,7%, anche perché probabilmente per poter sostenere le rate più elevate (tipiche di questa tipologia di finanziamenti rispetto alle altre) è preferibile suddividerle tra più soggetti.

D’altro canto, i giovani dai 18 ai 30 anni sono più attivi sui prestiti finalizzati, che rappresentano una possibilità meno impegnativa di approcciare il mondo del credito rispetto ai mutui o ai prestiti personali; mentre gli over 60, in generale, utilizzano meno il credito rispetto alla media della popolazione, con una percentuale di utilizzatori pari al 35,6%, ma hanno una maggior propensione all’utilizzo dei prestiti personali.

“Nel corso dell’ultimo semestre, i flussi di credito erogato alle famiglie hanno mostrato un rallentamento, risentendo dell’impatto del contesto economico e dell’inflazione. In particolare, la dinamica è stata comunque positiva per il credito al consumo e per i prestiti personali mentre i mutui hanno risentito degli effetti dell’aumento dei tassi di interesse - conclude Beatrice Rubini -. Nel complesso, la sostenibilità degli impegni finanziari da parte delle famiglie si è confermata elevata, ma per il prossimo futuro bisognerà valutare gli impatti delle criticità economiche e delle tensioni geo-politiche, che indubbiamente rappresentano un motivo di preoccupazione per i bilanci delle famiglie nel nostro Paese. L’insieme di queste circostanze richiede attenzione, in prospettiva, sul tema della qualità del credito”.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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