Consiglio dei Ministri: dichiarazioni del Presidente Giorgia Meloni

 
Il Consiglio dei Ministri si è riunito venerdì 30 agosto 2024, alle ore 14.19 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Giorgia Meloni, indi del Vicepresidente Antonio Tajani. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Il Presidente Giorgia Meloni ha reso una comunicazione al Consiglio dei Ministri, che si riporta di seguito, in merito tra l’altro alla designazione della proposta di candidato italiano al ruolo di Commissario europeo, per il quale la scelta è ricaduta sul Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto.

“Buongiorno a tutti e bentrovati. 

Mi auguro che siate riusciti a ricaricare un po’ le batterie, perché è una energia che ci servirà per affrontare la stagione e un’agenda particolarmente fitta. Non che quella che ci siamo lasciati alle spalle sia stata da meno, e penso che dobbiamo essere orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto fin qui, a partire dalle grandi riforme che abbiamo messo in cantiere – autonomia, giustizia, premierato – la cui capacità di cambiare le cose è direttamente proporzionale all'opposizione che stanno facendo quelli che vogliono conservare lo status quo. Dobbiamo andare avanti senza paura, perché abbiamo promesso che avremmo lasciato un’Italia migliore di come l’abbiamo trovata e se questo è l’obiettivo dobbiamo entrare a fondo nei problemi e risolverli con coraggio. Cambieremo le cose che non funzionano e faremo quello che va fatto. Saranno solo gli italiani, alla fine della legislatura, a giudicarci. E mi pare sia anche la linea che stamattina abbiamo condiviso in una bella riunione di maggioranza con Matteo, Antonio e Maurizio Lupi. 

Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto ma non abbastanza da non darci l’obiettivo di farlo ancora meglio. 

Come sempre, e su tutto, la nostra forza principale è l’unità e la compattezza della maggioranza di governo. Non è un caso che ogni giorno si raccontino teorie che hanno come obiettivo proprio minare quella compattezza, e che l’opposizione cerchi ogni escamotage per cercare di divaricarci. Ma noi sappiamo che sono tentativi inutili. Perché con tutte le sfumature che distinguono i partiti della maggioranza, e che io considero una ricchezza, noi stiamo insieme da trent’anni non per interesse, ma per compatibilità di visione. Quello che dobbiamo fare è continuare a portare avanti il programma votato dagli italiani, che è una sintesi perfetta della nostra visione e del valore aggiunto di ogni partito nella coalizione. 

Come ho detto altre volte, sono i risultati di governo l’unico vero metro per giudicare la compattezza di una maggioranza. E noi stiamo facendo il nostro lavoro.  

Lo abbiamo fatto in un quadro internazionale complesso come non mai, con una instabilità crescente e conflitti che hanno molte difficili ricadute. Tutti vedono, nel mondo, che oggi c’è un’altra Italia, seria, affidabile, autorevole, come dimostra anche il successo che sta avendo questo anno di presidenza italiana del gruppo dei 7. 

La centralità e l’autorevolezza a livello internazionale, insieme alle scelte serie che abbiamo fatto, stanno contribuendo anche al buon andamento della nostra economia. L’Italia sta crescendo più di altre Nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la delicata situazione internazionale. I dati macroeconomici – Pil, occupazione, export, investimenti, ecc. - sono positivi e rappresentano un segnale di grande fiducia. Proprio oggi arriva il dato Istat del tasso di disoccupazione più basso dal 2008: 6,5%. 

 Sono dati che dovremmo raccontare, di più e meglio, perché non lo faranno molti altri. Pensate ai dati che ci arrivano dal rapporto Svimez sulla crescita del Pil nel Sud, che nel 2023 è cresciuto più della media nazionale, cosa che non accadeva dal 2015, di quasi mezzo punto percentuale.

Un dato che contrasta con la narrazione, distorta, della sinistra che ci dipinge come nemici del Mezzogiorno, che vogliono umiliare il Sud e spaccare l’Italia con l’autonomia differenziata. Perché non possono dire la verità, e cioè che con questo governo gli investimenti al sud sono aumentati del 50%, che significa che si poteva fare anche prima, ma non è stato fatto.  Il punto è che noi sappiamo che l’Italia cresce davvero solo se riesce a rimettere in moto tutta la sua economia e tutti i suoi territori.  

È fondamentale rafforzare e consolidare il quadro economico anche con le scelte che faremo nella prossima manovra economica. Sarà una legge di bilancio ispirata, come quelle precedenti, al buon senso e alla serietà. La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo. Tutte le risorse disponibili devono a mio avviso continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con la solita attenzione particolare a quelle con bambini. 

Tornando alla legge di bilancio, ricordo che la manovra è ancora da scrivere e per questo consiglio grande prudenza - lo dico a voi per primi, così come lo dirò ai gruppi parlamentari di maggioranza - nel commentare misure e interventi di cui ha parlato finora la stampa ma che non sono mai neanche state proposte. E, per carità, accade prima di ogni legge di bilancio che si scrivano cose non vere, quello che mi colpisce è che se ne continui a parlare anche dopo che le notizie vengono smentite dai diretti interessati, come nel caso dell’assegno unico di ieri. 

Voglio essere chiarissima su questo punto: fin quando ci sarà questo Governo le famiglie italiane non avranno nulla da temere. Se c’è qualcuno che vorrebbe far saltare l’assegno unico, non è certo questo Governo di centrodestra (che anzi lo ha aumentato e ne ha corretto alcune criticità), ma qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione e ha chiesto all’Italia di cancellare il requisito della residenza in Italia per i percettori dell’assegno non lavoratori, il requisito della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi) e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero. Modifiche folli, ingiuste per le famiglie italiane e insostenibili per l’equilibrio dei conti dello Stato. Noi continueremo a difendere l’assegno unico e mi sarebbe piaciuto riscontrare unità e sostegno anche da parte dell’opposizione su questa battaglia. Unità che abbiamo più volte chiesto ma che non è arrivata. Confidiamo che prima o poi arrivi.

E a proposito di Europa, ritengo opportuno condividere con tutti voi, dopo averlo fatto già da tempo con gli altri leader della maggioranza, una decisione estremamente importante. Ho ricevuto la lettera della Presidente della Commissione europea von der Leyen con la quale si chiede al Governo la designazione della proposta di candidato italiano al ruolo di commissario europeo. 

Si tratta di una scelta delicata e molto importante per noi e per l’Italia nei prossimi anni. La nostra scelta ricade su una persona che ha una grandissima esperienza e che ha saputo governare le deleghe che gli sono state affidate in questo governo con ottimi risultati: il Ministro Raffaele Fitto. 

Oggi stesso comunicherò alla Presidente von der Leyen il nome e chiedo a tutti di rivolgere un applauso e un grande in bocca al lupo a Raffaele, che avrà davanti un compito estremamente complesso e allo stesso tempo entusiasmante. È una scelta dolorosa per me, credo anche per lui, e per il Governo, ma è una scelta necessaria. 

Dopodiché ovviamente continuiamo a lavorare sul ruolo che chiediamo venga affidato all’Italia. E, nonostante veda degli italiani che tifano contro un ruolo adeguato alla nostra Nazione, non ho motivo di credere che quel ruolo non verrà riconosciuto. Non per simpatia o antipatia verso il nostro governo, ma più banalmente perché siamo l’Italia, Nazione fondatrice, seconda manifattura e terza economia europea, terzo Stato membro per popolazione, con primati in tantissimi campi. E, oggi, possiamo contare anche su una ritrovata stabilità politica e una solidità economica che pochi altri hanno nel resto d’Europa. 

Anche grazie allo straordinario lavoro del Ministro Fitto, l’Italia ad oggi si conferma al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del PNRR. Siamo lo Stato membro dell’Unione europea che ha ricevuto, finora, l’importo economico più alto: 113,5 miliardi di euro, oltre il 58% delle risorse totali. Il 28 giugno abbiamo raggiunto i 37 obiettivi della sesta rata da 8,5 miliardi di euro.

E in questi giorni siamo impegnati nella fase di verifica con la Commissione europea per il pagamento della rata entro il 31 dicembre. Il PNRR non consente soste e quindi siamo impegnati nelle attività necessarie per il raggiungimento dei 69 traguardi e obiettivi della settima rata da 18,2 miliardi di euro e con il monitoraggio dello stato di attuazione del Piano e della messa a terra degli investimenti programmati. La messa a terra del PNRR, ovviamente, è e rimarrà una priorità assoluta dell’intero Governo.

Il prossimo 22 ottobre celebreremo due anni di governo. Stiamo lavorando per approfittare di questo anniversario con l’obiettivo di raccontare i risultati che abbiamo raggiunto e che è giusto spiegare ai cittadini. 

Tra questi, possiamo dirci particolarmente soddisfatti del lavoro che stiamo facendo sul governo dei flussi migratori, e segnatamente per contrastare l’immigrazione clandestina e i trafficanti di esseri umani. Il cambio di passo c’è, e si vede. Lo vediamo dai numeri, ovvero dalla tendenza decrescente degli sbarchi, che si sta progressivamente consolidando.

Ad oggi, rispetto allo stesso periodo del 2023, gli sbarchi sono diminuiti del 64%, e quasi del 30% rispetto al 2022. I risultati di un lavoro lungo e faticoso, quindi, cominciano ad arrivare, soprattutto se teniamo conto del quadro estremamente problematico nel quale operiamo. Il cambio di passo c’è, e si vede anche in Europa. Il paradigma è notevolmente cambiato rispetto a quando in Europa si discuteva soltanto su come redistribuire tra i 27 Stati Ue gli immigrati che sbarcavano all’interno dei nostri confini.

Ricordo che nell’Agenda strategica approvata nella prima riunione del Consiglio europeo di questa legislatura c’è molto dell’approccio italiano e delle priorità che abbiamo sempre individuato: difesa dei suoi confini esterni, contrasto all’immigrazione irregolare di massa e impegno per stroncare il business disumano dei trafficanti di esseri umani, che lucrano sul legittimo desiderio delle persone di cercare condizioni di vita migliori di quelle che hanno. 

I dati ci dicono che le politiche che stiamo portando avanti, le scelte che abbiamo preso, l’intenso lavoro diplomatico e internazionale del Governo nel suo complesso con le Nazioni africane e gli accordi che abbiamo sottoscritto con loro - a partire da Tunisia e Libia - sono giusti e funzionano. 
Diminuiscono gli sbarchi e, cosa più importante, diminuiscono anche i morti e i dispersi in mare. Anche su questo punto la tendenza decrescente si sta consolidando, e questo ci rende particolarmente orgogliosi perché è la dimostrazione di quello che abbiamo sempre sostenuto: l'unico modo per impedire altre tragedie in mare è fermare le partenze e combattere i trafficanti senza scrupoli. 

Sempre sul fronte dell’immigrazione, come sapete, nelle prossime settimane saranno pienamente operativi anche i centri previsti dal protocollo d’intesa con l’Albania per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. In questi mesi, come sanno bene i Ministri Piantedosi e Crosetto, abbiamo incontrato diverse difficoltà operative, ma le stiamo superando una ad una perché crediamo molto in questo progetto innovativo. E la sua potenziale efficacia è dimostrata dalla mobilitazione non solo della sinistra europea, ma delle ONG a livello internazionale che, come avrete letto, si stanno mobilitando contro il Protocollo. Solo che allo stesso tempo, la maggioranza degli Stati membri UE ha chiesto alla Commissione di prenderlo a modello come soluzione innovativa. Siamo consapevoli di avere gli occhi puntati d’addosso, e per questo siamo intenzionati a fare tutto a regola d’arte.

Il tema dell’immigrazione è un altro dei punti che affrontiamo in questa ripresa. Ricorderete l’esposto che ho presentato i primi di giugno al Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Melillo. Quell’esposto, che da più parti è stato bollato come inutile o addirittura sbagliato, è stato invece molto efficace e ha consentito a diverse Procure di imprimere una svolta nelle indagini e di agevolare il coordinamento con altre inchieste già avviate. Come avevo annunciato in quell’occasione, il Governo è al lavoro per portare in uno dei prossimi Consigli dei Ministri un intervento, sia di carattere amministrativo che legislativo, per sanare quelle storture che da quindici anni a questa parte - incredibilmente nell’indifferenza generale e dei governi che ci hanno preceduto - permette di aggirare e utilizzare in maniera fraudolenta i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro. Il nostro obiettivo, come sempre, è ribadire il principio che in Italia si entra regolarmente. Non consentiremo alla criminalità organizzata di frodare lo Stato per portare avanti i suoi traffici. 

Consentitemi di chiudere questo capitolo legato al governo dei flussi migratori con un riferimento al Piano Mattei, che, come sapete, abbiamo inviato a fine luglio in Parlamento per ricevere i pareri delle Commissioni competenti. Ho seguito il dibattito che si è sviluppato in Commissione e ci tengo in questa sede a sottolineare un aspetto che ritengo molto importante e che è emerso nel corso dell’esame.

Il Piano Mattei è un piano di respiro nazionale, che risponde al nostro interesse nazionale di creare un nuovo modello di sviluppo e partneriato con l’Africa, e restituire all’Italia la centralità che storicamente le è propria nel Mediterraneo. Ma è immaginato come un piano strategico che dovrebbe andare oltre anche la durata di questo Governo. E per questo mi auguro che sia considerato così da tutti, a partire dalle forze politiche che oggi sono all’opposizione e che finora, secondo me, hanno avuto su questa vicenda una chiusura pregiudiziale. Lo abbiamo condiviso con il Parlamento proprio per ascoltare anche le opposizioni e sperare che almeno su questo si potesse lavorare tutti insieme. Finora non è accaduto ma spero ancora possa accadere in futuro. 

Mi auguro che su alcuni punti strategici - com’è la politica estera - ci possa essere la più ampia condivisione e si possano superare quegli steccati di parte che, troppo spesso in passato, hanno impedito all’Italia di perseguire il proprio interesse nazionale con l’unità e la coesione che sono necessari.

Non ho molto altro da aggiungere, se non ricordare una data simbolica a mio avviso molto simbolica per questo governo, e un appuntamento importante. 

Ricorre domani, 31 agosto. Domani sarà trascorso un anno dalla mia prima visita a Caivano: in un anno abbiamo fatto tantissimo, a partire dall’inaugurazione del nuovo Centro Pino Daniele, e ora bisogna andare avanti. Siamo al lavoro per completare il risanamento di Caivano, e per estendere quel modello, che ha funzionato, ad altre periferie degradate e che hanno bisogno del ritorno dello Stato.

A Caivano abbiamo dimostrato che la politica, se assume un impegno e lo porta avanti, è capace di rispettarlo. Soprattutto quando è difficile, soprattutto quando è rischioso metterci la faccia. È una piccola ma grande rivoluzione, di cui la nostra Nazione ha bisogno. 

L’appuntamento al quale ci stiamo preparando, invece, è il Giubileo della Chiesa Cattolica. La prossima notte di Natale, il 24 dicembre 2024, ci sarà l’apertura della Porta Santa di San Pietro e l’inizio ufficiale.

È previsto l’arrivo a Roma nel 2025 di pellegrini da tutto il mondo e il Governo tutto sta lavorando, insieme all’Amministrazione capitolina e alla Regione Lazio, per recuperare i ritardi accumulati in passato e rendere la Capitale la città quanto più ospitale possibile per questo straordinario evento di fede, di cultura, di identità. Le opere che sono in corso di ultimazione rimarranno alla città, e sono convinta che dimostreremo ancora una volta la capacità della nostra Nazione di accogliere, organizzare e ospitare grandi eventi.

Insomma, buona ripartenza e buon lavoro a tutti!”.

A seguito della comunicazione del Presidente Meloni sono intervenuti il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ha illustrato i caratteri della riforma del Patto di stabilità e gli adempimenti cui il Governo dovrà attendere per rispettare gli impegni nei prossimi sette anni, e il Ministro Fitto, che ha ringraziato il Presidente Meloni e il Consiglio dei Ministri per la fiducia dimostratagli con la designazione.
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