Confcommercio: "Da inflazione e calo dei consumi rischi per la crescita nel 2023"

 
L'Ufficio Studi Confcommercio evidenzia "la fragilità del quadro congiunturale che, data la stazionarietà registrata su agosto ed il calo rilevato sullo stesso mese del 2021, certificano le difficoltà per le famiglie di procedere nel percorso di recupero della domanda di beni". "Particolarmente complessa - secondo l'Ufficio Studi - è la situazione per il settore alimentare, che sconta gli effetti non solo dell’aumento delle consumazioni fuori casa, ma anche le conseguenze di un’inflazione a doppia cifra". "Se, al momento, i servizi sembrano meno interessati dal rallentamento – prosegue la nota - è inevitabile che nei prossimi mesi gli effetti negativi dell’inflazione sul reddito disponibile e sulla ricchezza liquida spingeranno ad atteggiamenti più prudenti. Situazione che porterebbe inevitabilmente ad un ridimensionamento della crescita, venendo a mancare il sostegno della domanda delle famiglie, componente che ha contribuito in misura fondamentale alle buone performance realizzate negli ultimi trimestri". "È proprio sul fronte dei consumi – conclude Confcommercio - che si gioca la crescita per l’anno prossimo, come indicato nella versione aggiornata della Nadef. Molti obiettivi di finanza pubblica non sarebbero raggiunti senza il contributo della domanda delle famiglie, che va quindi immediatamente sostenuta proseguendo nella strategia anti-inflazione".
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