Bce: probabile pausa nel ciclo di rialzi dei tassi dopo nove aumenti consecutivi

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
Giovedì il Governing Council della BCE si riunirà nella sede straordinaria di Atene (rispetto alla tradizionale Francoforte) per discutere di politica monetaria dell’Eurozona.

Le nostre aspettative sono fissate su:

- Tassi di interesse invariati sui livelli attuali;

- Poche informazioni relative agli strumenti straordinari di politica monetaria, rimandando le decisioni al meeting di dicembre quando saranno pubblicate le stime degli esperti della BCE su inflazione, disoccupazione e PIL;

- Mantenimento di un atteggiamento “data-dependant”, ovvero legato all’andamento delle variabili macroeconomiche.


Crediamo che la decisione di prendere una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi di intesse sia legata alle pressioni inflazionistiche in calo a settembre, ai deboli dati sul PIL delle economie della Zona Euro,  al forte rialzo dei rendimenti dei bond (governativi e corporate) e alle condizioni inasprite nel mercato del credito ben oltre le attese nel terzo trimestre (come riportato dalla bank lending survey). Questi elementi saranno usati come efficaci argomentazioni dai banchieri più “dovish” del Consiglio per convincere anche i membri più falchi dell’istituto di Francoforte a fermare il processo di rialzi del costo del denaro in Europa. Riteniamo che sia una pausa giustificata dall’andamento dei fondamentali dopo nove aumenti consecutivi dei tassi (4 di 25 bps, 3 di 50 bps e 2 di 75 bps).

Il Consiglio Direttivo dovrebbe, quindi, decidere di mantenere i 3 tassi di interesse chiave invariati sui livelli correnti: il tasso sui depositi al 4%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale al 4,50% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%. Pensiamo che la pausa sarà comunque “hawkish” ovvero mantenendo aperto uno spiraglio per un prossimo rialzo nella riunione di dicembre quando lo staff di esperti della BCE pubblicherà le stime sulle variabili macroeconomiche (PIL, inflazione, disoccupazione) e potrebbe decidere di accelerare sulla riduzione degli asset in pancia all’istituto di Francoforte.
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