Addio a donna Assunta Almirante, guardiana dell'ortodossia missina
- di: Diego Minuti
Con donna Assunta, morta all'età di 101 anni, se ne va un pezzo della Destra italiana, di cui lei mai aveva fatto parte ufficialmente, ma che, da moglie di Giorgio Almirante, guardava, giudicava, staffilava a seconda delle circostanze e degli interlocutori che aveva davanti. Determinata, al limite della testardaggine, donna Assunta ha spesso rappresentato un 'ossimoro' perché, non condividendo alcune della battaglie del Movimento sociale, fondato da Almirante, pur restando fedele alle idee del marito, non aveva timore nell'esprimere le sue. Come quando, clamorosamente, si pronunciò a favore del divorzio, mentre l'Msi accanto alla Dc cercava di ostacolarne il cammino referendario. Una scelta fortemente condizionata dalla sua vicenda personale (poté sposare Almirante solo quando divenne vedova del primo marito), ma difesa con argomentazioni che le valsero il riconoscimento anche dalle parti politiche avverse. Si è sempre portata dietro, con orgoglio, l'origine e l'accento calabrese, che mai mascherava pur essendo vissuta per moltissimo tempo a Roma. Sposata giovanissima ad un nobile, il marchese Federico de' Medici, da cui ebbe tre figli, nel 1952 conobbe Almirante e se ne innamorò, tanto da lasciare per lui il marito, cosa che provocò un certo scandalo (nonostante il fatto che, di vicende simili, ce n'erano anche in altri partiti...). Un lungo percorso insieme, coronato dalla nascita di una figlia. Quando Giorgio Almirante morì, nel 1988, donna Assunta assurse a guardia del lascito politico del marito tanto da esprimere giudizi fortemente negativi sull'evoluzione del Movimento sociale e delle sue diverse anime ed esiti, non accettando evoluzioni che mai il marito avrebbe accettato.
Ma questa è la storia, perché donna Assunta è stata molto altro, cumulando nella stessa persona la funzione di vestale dell'ortodossia missina (sino a quando questa definizione non perse le caratteristiche che per il partito aveva voluto Almirante), ma anche quella di voce critica delle fratture in seno ad una Destra che, diventata 'governativa', non godeva più della sua fiducia. E se aveva qualcosa da dire, la diceva, ben sapendo che la sua voce era molto ascoltata e non solo per il cognome che portava, ma per avere vissuto in totale simbiosi con Almirante da potersi ritenere come la continuatrice della sua azione politica. Per indossare le vesti della fustigatrice di derive e scorribande al di fuori del 'credo' almirantiano, ogni occasione era buona. A cominciare dalle interviste che concedeva, seduta, anzi assisa su una poltrona dallo schienale imponente e dagli intarsi dorati perfetti, inframezzando frasi secche e taglienti sugli esponenti della Destra che non godevano del suo plauso con delle ricche risate da cui emergeva, forse involontario, il suo accento. Ma non bisogna elevare donna Assunta ad un rango che forse solo lei si attribuiva, perché è appartenuta ad un'epoca in cui ''le mogli di'' dovevano restare al loro posto. Un ruolo che non ha mai accettato rivendicando le sue idee e il diritto di esprimerle.
Con lei se ne va l'ultimo legame con la vecchia Destra, quella che stava appollaiata sui banchi dell'opposizione e che - ad eccezione dello sventurato esperimento Tambroni - là doveva restare in eterno perché ancora non rimarginate le ferite del fascismo. Fino a quando Silvio Berlusconi non l'ha ''sdoganata'' (definizione orrenda, ma calzante). Dovendo scegliere una immagine plastica per definire il rapporto intensissimo, sino alla fine, che aveva con Giorgio Almirante, si potrebbe dire che donna Assunta aveva deciso - conquistando e difendendo questo 'privilegio', perché tale era all'epoca - di stare non un passo indietro al marito, ma un passetto di lato. E questo glielo riconoscevano anche quelli che, in seno all'Msi, mal sopportavano la sua franchezza, che spesso tracimava nel rimbrotto. Senza volere esprimere giudizi politici su donna Assunta, bisogna ammettere che lei è stata una parte importante della Destra italiana, al punto che si sussurra che, prima di prendere qualche decisione importante, i vertici del partito, finita la stagione di Almirante, cercavano di capire come lei la pensasse, per evitare d'essere strigliati in pubblico.
Oggi tutta la destra si inchina al ricordo di donna Assunta, anche se alcune espressioni di cordoglio l'avrebbero fatta sorridere per il sospetto di ipocrisia che si portano dietro. Da qualche tempo, donna Assunta aveva diradato le occasioni ufficiali e, quindi, anche la possibilità di dire come la pensasse sullo strano periodo politico che stiamo attraversando, in cui la Destra e la Sinistra, piuttosto che combattersi sul piano delle idee e delle proposte, spesso si limitano a dirsene quattro. E forse questa Destra, se l'avesse potuto dire, non le piaceva, probabilmente solo perché in essa non riconosceva il messaggio politico di Almirante, che - al di là delle cose che diceva e che appartenevano al suo passato di fascista - era un oratore perfetto, nei tempi e nei contenuti, che riempiva le piazze e che emergeva nei dibattiti televisivi. Lei, che amava tutto del marito, non ha mai ammesso d'averlo condizionato più di tanto, rivendicando solo d'averlo convinto a cambiare. Non modo di parlare o pensare, ma proprio cambiare il modo di vestire. Le grisaglie, le cravatte dalle sfumature preferibilmente sul blu, i maglioni tono su tono con i quali Giorgio Almirante aveva sostituito le tetre tenute grigie da funzionario del Partito fascista repubblicano (fu capo di gabinetto del ministro Mezzasoma, mai dimenticarlo) erano state la sua vittoria.