Appuntamenti settimanali con l'arte

- di: Samantha De Martin
 
Da Monet a Leonardo, un’agenda di mostre nel segno della luce

Se a Milano un Monet intimo, dal Musée Marmottan Monet di Parigi, invita ad addentrarsi nell’universo di luce del pittore che amava dipingere en plein air, Quyola, nella capitale, fa dialogare arte e tecnologia. Di fumetto in pastello, la staffetta di questo primo weekend d’autunno a caccia di mostre ci porta veloci su e giù per l’Italia. Tra aperture recenti e appuntamenti agli sgoccioli, l’agenda dell’arte spalanca le porte dei musei invitando all’emozione e alla scoperta. Come fil rouge di questa settimana scegliamo la “luce”, bussola del nostro viaggio a colori che ci accompagna da Torino a Napoli. Dall’universo vertiginoso di Moebius - il guru francese del fumetto, in mostra ancora per pochi giorni al MANN - alle brillanti pennellate di Monet che infiammano Milano, ecco la to-do-list per un fine settimana all’insegna della bellezza.

A MILANO IL WEEKEND È CON MONET


Claude Monet, Passeggiata vicino ad Argenteuil, 1875, Olio su tela, 81.4 x 61 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet, dono Nelly Sergeant-Duhem, 1985 Inv. 5332 | Courtesy © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris. Claude Monet, Barca a vela. Effetto sera, 1885, Olio su tela, 65 x 54 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5171 | Courtesy © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris
 
A meno che non abbiate in programma recarvi a breve al Musée Marmottan Monet di Parigi - che vanta la più importante collezione al mondo di capolavori del maestro impressionista - vale la pena di non perdersi una delle mostre cult di questo autunno. Ad accoglierla fino al 30 gennaio è Palazzo Reale dove i masterpieces del museo francese scandiscono un percorso arricchito da fotografie d’epoca in grado di restituire al pubblico l’excursus dell’artista intorno al tema della luce e della pittura en plein air.Sono oltre cinquanta le opere che uniscono le sette sezioni della mostra Monet. Dal Musée Marmottan Monet, Parigi.
I pezzi imperdibili? Ninfee (1916-1919), Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905) e Le rose (1925-1926) dipinte all'età di 85 anni.
L’itinerario cronologico a cura di Marianne Mathieu ripercorre l’intera parabola artistica del maestro impressionista, letta attraverso quei lavori che lui stesso considerava fondamentali, privati al punto da custodirli gelosamente nella sua abitazione di Giverny.  “Il Musée Marmottan Monet e il Palazzo Reale di Milano - spiega Érik Desmazières, direttore del Musée Marmottan Monet - hanno un passato comune legato alla figura di Napoleone. Dal 1805 al 1814 Palazzo Reale fu la residenza di Eugène de Beauharnais, figlio dell’imperatrice Giuseppina e viceré d’Italia, promotore di significativi interventi di ristrutturazione e ampliamento dell’edificio; quanto a Paul Marmottan, fu un collezionista particolarmente avveduto di mobili, oggetti d’arte e dipinti del periodo dell’Impero”. La mostra è l’occasione giusta per visitare Palazzo reale, già Palazzo del Broletto Vecchio, un autentico gioiello con i suoi dieci secoli di storia che corrono intrecciati alle vicende di Milano e dei personaggi che l’hanno governata, Dagli Sforza a Napoleone

www.monetmilano.it 

A TU PER TU CON LEONARDO AI MUSEI REALI DI TORINO


Leonardo da Vinci, Autoritratto, 15571 | Courtesy Musei Reali di Torino

Approfittate dell’ultimo weekend disponibile per varcare il portone della Biblioteca Reale di Torino e ammirare il Codice sul volo degli uccelli accanto a tredici disegni del genio di Vinci, tra i quali il celebre Autoritratto. In questo disegno, il più celebre tra quelli di Leonardo giunti fino a noi - esposto solo raramente considerata la fragilità del supporto cartaceo molto sensibile alle variazioni di temperatura, all’umidità e alla luce - il volto straordinariamente intenso di un uomo anziano, l’espressione seria e leggermente severa, i segni del tempo scolpiti da rughe profonde, presentano allo spettatore un “Leonardus Vincius, Ritratto di se stesso assai vecchio”.  Ci sarà tempo fino a domenica 3 ottobre per scrutarlo nell’ambito della mostra A tu per tu con Leonardo, un viaggio tra opere che documentano l’attività del maestro del Rinascimento, dagli esordi fiorentini agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni, alle espressioni del volto umano, per approdare al sogno del volo.
Dalle 9 alle 20, guide esperte invitano a scoprire da vicino il corpus leonardesco, l’infaticabile ricerca della perfezione che affiora dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca.  Vedrete gli schizzi per celebri dipinti come la Vergine delle Rocce o la perduta Battaglia d’Anghiari, e progetti mai realizzati come quelli per il monumento Sforza o per la statua di Ercole in Piazza della Signoria. Già che ci siete visitate il salone aulico della Biblioteca, progettato dall’architetto regio Pelagio Palagi, affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli e reso ancora più suggestivo grazie al nuovo sistema di illuminazione.

www.museireali.beniculturali.it

VENEZIA. 1600 ANNI DI NASCITE E RINASCITE



Antonio Canal (detto Canaletto), Piazzetta San Marco con la Loggetta e la Libreria, 1730-1740, Olio su tela, 92 x 69 cm, Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica
 
Non sarà solo la XVII Mostra Internazionale di Architettura ad accogliere gli ospiti della Serenissima, in questo primo weekend d’ottobre.
Chi avesse voglia di ripercorrere i sedici secoli di storia della città, celebrati quest’anno da un ricco calendario di appuntamenti, dovrà fare un salto a Palazzo Ducale, sede, fino al 25 marzo, della mostra Venetia 1600 Nascite e Rinascite. “Crediamo che il passato di Venezia, la storia, le tradizioni, i monumenti, i tesori d’arte - spiegano i curatori Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino, Andrea Bellieni - rappresentino una una preziosa roadmap per il futuro di una città che è riuscita a sopravvivere così a lungo perché è stata in grado di rinascere, di volta in volta, in forme nuove e più adattabili”. Di qui l’idea di chiamare a raccolta tutte le arti, inclusa la decima musa, incaricate di raccontare, attraverso oltre 250 opere d'arte i luoghi, i monumenti e i personaggi che hanno segnato la storia di Venezia, scegliendo come inedito punto di vista i momenti di crisi, le rotture, le rigenerazioni che hanno accompagnato la sua esistenza. Da segnare in agenda: la tela di oltre tre metri di lunghezza con il Leone di San Marco di Vittore Carpaccio, il Ritratto di famiglia di Cesare Vecellio e la monumentale pala di Jacopo Palma il Giovane con Madonna col Bambino in gloria, San Magno che incorona Venezia affiancata dalla Fede. Se la supremazia di Venezia sui mari è testimoniata da antichi portolani, carte nautiche, atlanti e astrolabi, la sua potenza commerciale sembra cucita tra le insegne dei diversi mestieri, nella selezione di monete coniate dalla zecca dogale e ancora tra i gioielli, i cammei, gli avori, le maioliche e i vetri come la quattrocentesca Coppa Barovier in vetro blu soffiato, con smalti e oro. Già che ci siete addentratevi nell’angusto Ponte dei Sospiri che collegava il Palazzo all'edificio delle Prigioni Nuove o per ammirare la Sala del Maggior Consiglio, la più grande di palazzo Ducale, con Il Paradiso del Tintoretto sullo sfondo.

www.palazzoducale.visitmuve.it 

ROMA CAPITALE DELLA MEDIA-ART CON QUAYOLA 


Allestimento della mostra Quayola re-coding | Foto: Alessandro Benvenuti Fotografo | Courtesy Arthemisia

Il Laocoonte di Bernini grandeggia, sotto un ipnotico soffitto, in una sala di Palazzo Cipolla. Ad averlo realizzato, in polvere di marmo e resina, non è stato lo scalpello del maestro barocco, ma un braccio robotico, sulla base di sistemi logaritmici in grado di processare e analizzare una serie di dati forniti dall’opera stessa. A guidare questo processo è l’arte tecnologica e generativa di Quayola, uno degli esponenti più illustri della media-art a livello internazionale, in mostra per la prima volta a Roma fino al 30 gennaio
Le opere esposte, realizzate tra il 2007 e il 2021, invitano alle radici del processo creativo dell’artista che, utilizzando l’intelligenza artificiale trasforma la tecnologia computazionale in una nuova tavolozza. Opere senza tempo come la Madonna d’Alba di Raffaello vengono trasformate in complesse composizioni digitali, mentre avvolgenti rappresentazioni della natura come Jardins d’été danno vita a un nuovo impressionismo che evidenzia l’affascinante, seppur paradossale, somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale. Come spiegare tutto questo a un non addetto ai lavori? “Il paesaggio naturale o gli stessi maestri del passato diventano una sorta di pretesto, un punto di partenza per scoprire nuove estetiche - spiega Quayola -. L’opera viene trasformata in dati che vengono poi processati e analizzati attraverso algoritmi. Dalla fase iniziale di cattura dei dati, ad esempio un paesaggio, si passa a un lavoro di manipolazione attraverso sistemi algoritmici, software sviluppati all’interno dello studio che diventano strumenti musicali con i quali mi relaziono per creare immagini, video o sculture”.
La mostra - visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude alle 19) - è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale e realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia.

www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it 

IL FUMETTO DI MOEBIUS CONQUISTA NAPOLI 


Le Fil d’Ariane © Moebius Production | Courtesy MANN

Napoli ha qualcosa che mi affascina, che mi tocca sempre in un modo speciale”. Come dare torto al visionario Mœbius, uno dei più influenti fumettisti e illustratori di tutti i tempi? Questo legame speciale dell’artista con l’Italia e con Napoli, città protagonista dei suoi racconti a fumetti, è il fulcro di Moebius - Alla ricerca del tempo, la più ampia mostra realizzata in Italia dedicata a Jean Henri Gaston Giraud, re del fumetto. Domenica 4 ottobre sarà l’ultimo giorno utile per immergersi nel suo universo immaginifico attraverso 330 opere distribuite lungo le sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dedicate alla preistoria. Iconici personaggi come il guerriero Arzak, il maggiore Grubert o i viaggiatori spaziali Stel e Atan, alcune illustrazioni dedicate ai miti greci dialogheranno con la sezione Magna Grecia del Museo, mentre la dimensione più intima del lavoro di Moebius, è racchiusa nelle tavole tratte da 40 jour dans le Désert B. Nell’anno dedicato al settecentenario della morte del Sommo, un’intera sezione guarda a Dante e alla memorabile interpretazione moebiusiana del Paradiso per la Galleria Nuages.  Non stupitevi se vedrete alcuni quadri prendere vita grazie alla realtà aumentata. Basterà scaricare una APP e inquadrare le opere con un semplice smartphone.  Non resta che cogliere l’invito del direttore del MANN, Paolo Giulierini a “Cavalcare pterodattili attorno a fantastici scenari o a muoverci all'interno di enormi carcasse di dinosauri, in un tempo che contempla un futuro al passato, rimandi a civiltà che furono, relitti superstiti di antichi mondi tecnologici”. Già che siete al MANN ammirate la collezione degli affreschi, un vero compendio della pittura di età romana documentata nell’area vesuviana tra I secolo a.C. e I d.C. o la straordinaria Collezione Farnese.

www.mannapoli.it 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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