Appuntamenti Settimanali con l'arte - 15 Ottobre 2021

- di: Samantha De Martin
 
Dai guanti di Napoleone, indossati dall’imperatore durante la Battaglia di Waterloo, ai segreti di Palazzo Farnese, a Piacenza, l’agenda dell’arte, nel weekend che avanza, si preannuncia fitta di appuntamenti. Se gli appassionati di chiese, borghi e castelli approfitteranno delle Giornate FAI d’Autunno, il 16 e 17 ottobre, per trascorrere qualche ora tra natura, musica e storia, gli irriducibili dei musei opteranno per le mostre e i percorsi insoliti tra i luoghi dell’arte. Ecco cinque idee per un weekend a tu per tu con la bellezza.

GLI APPUNTAMENTI SETTIMANALI CON l'ARTE - 15 Ottobre 2021


A Trento Fede Galizia, “mirabile pittoressa”

Tra le poche pittrici ad aver lasciato un segno nella storia dell’arte, accanto a Sofonisba Anguissola e Artemisia Gentileschi, Fede Galizia ha senza dubbio un posto d’onore. A celebrarla, fino al 24 ottobre, con la prima mostra monografica a lei dedicata, è la sua città, Trento, negli spazi del Castello del Buonconsiglio.
Figlia di un artista, Fede - un nome programmatico per l’Europa della Controriforma - spopola tra i committenti dell’epoca, al punto che le sue opere, tramite la mediazione di Giuseppe Arcimboldi, raggiungono la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.
Attraverso ottanta lavori - tra dipinti, disegni, incisioni, medaglie e libri antichi - ai quali si aggiungono i capolavori delle colleghe di Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Barbara Longhi, ma anche Jan Brueghel e Daniele Crespi, la mostra accende i riflettori sui motivi che resero Fede così apprezzata nel panorama artistico, affrontando quanto peso abbia avuto il suo essere donna. Foto: Fede Galizia, Giuditta e Oloferne, 1596 circa, Olio su tela | Courtesy of Ringling Museum of Art Sarasota, Usa

Fattori e Torino in mostra alla GAM  - ottobre 2021



Nella primavera del 1863 Giovanni Fattori si presentava per la prima volta al pubblico torinese con la sua Ambulanza militare riproponendo il soggetto de Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta che gli aveva assicurato la vittoria al Concorso Ricasoli, tappa fondamentale per l’avvio della sua carriera artistica.
La presenza del pittore livornese, massimo interprete dei Macchiaioli, alle mostre allestite nella capitale subalpina, che si sarebbe ripetuta con cadenza regolare fino al 1902, prova l’intenso rapporto tra il pittore della Maremma, con i suoi butteri e il faticoso lavoro dei campi, e la città di Torino. A questo legame guarda la mostra Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900 che, fino al 20 marzo, alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, pone sotto i riflettori uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano che seppe interpretare in modo innovativo i temi delle grandi battaglie risorgimentali, infondendo nuova dignità e solennità ai soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale. Nove sezioni, che coprono un arco cronologico che dal 1854 giunge al 1894, accolgono oltre 60 capolavori dell’artista livornese, tra tele di grande formato, tavolette e una selezione di acqueforti. Il racconto accompagna il pubblico dalla sperimentazione macchiaiola alle tele dell’età matura, che ne rivelano lo sguardo acuto e innovatore, capace di aperture sull’imminente Novecento. Chiudono il percorso alcune opere emblematiche di allievi di Fattori e di artisti influenzati dalla sua pittura, come Amedeo Modigliani, Carlo Carrà, Giorgio Morandi. Già che siete alla GAM non perdetevi le opere di Giacomo Balla, come Compenetrazione iridescente o il Ritratto di Clelia Ghedini Marani.

A Piacenza il volto segreto di Palazzo Farnese si svela al pubblico



Misteri e scorci inesplorati avvolgono il visitatore di Palazzo Farnese in un vortice di suggestioni. Fino al 5 dicembre chi farà tappa a Piacenza, nel maestoso edificio che accoglie i musei civici della città, potrà scoprire un percorso inedito e ammirare ambienti ricchi di opere d’arte mai esposte prima, accompagnato da guide professioniste.
Il nuovo itinerario parte dagli spazi sotterranei che ospitano la collezione museale delle Carrozze (tra le più importanti in Italia), ma che al tempo dei Farnese accoglievano le sale da bagno della duchessa e delle damigelle, la legnaia, la cantina, la lavanderia e la vasca dei pesci, oltre agli alloggi per la servitù. La suggestiva scala circolare a rampa unica, dove aleggiano ancora scorci di vita quotidiana all’epoca del Ducato, conduce all’ultimo piano, attuale sede dell’Archivio di Stato e un tempo spazio degli alloggi di corte a servizio della duchessa Margherita. Nuove prospettive si apriranno ai visitatori della Cappella Ducale - che sarà visibile dalla cantoria di destra, di solito non accessibile - e del cosiddetto Appartamento dorato, mentre dalla Pinacoteca si avrà accesso a due mezzanini, aperti in via eccezionale al pubblico. Il percorso “Farnese Segreto” termina nell’alcova stuccata del piano rialzato, con gli straordinari quadri di Sebastiano Ricci dedicati alle vicende di Papa Paolo III.  Visto che ci siete non perdetevi il Tondo di Botticelli o il Fegato Etrusco custodito all’interno della nuova Sezione Romana, autentiche chicche di questa cittadella dell’arte.
Prenotazione consigliata scrivendo a info.farnese@comune.piacenza.it . Foto: Piacenza, Palazzo Farnese segreto | Foto: © Mauro Del Papa

Milano rende omaggio a Napoleone 



Per celebrare i 200 anni dalla morte di Napoleone, la Pinacoteca Ambrosiana ospita fino al 23 gennaio una mostra dedicata al tema della rappresentazione dell’imperatore in età napoleonica. Napoleone all’Ambrosiana. Percorsi della rappresentazione porta i visitatori in un viaggio avvincente tra libretti e incisioni, scritti satirici e periodici provenienti dall’ampio patrimonio della Biblioteca. C’è lo sviluppo della festa e delle altre forme celebrative dalla Repubblica Cisalpina sino al Regno d’Italia, e ci sono gli spettacoli teatrali con il loro fermento creativo, mentre non manca la moda per il vestiario e l’acconciatura.  Sono idealmente parte del percorso espositivo le opere legate al periodo napoleonico presenti nelle sale successive della Pinacoteca, integrate nell’itinerario, oltre ad alcuni celebri capolavori di diverse epoche, preda delle spoliazioni napoleoniche in Ambrosiana e poi in parte restituite.  Il cimelio più curioso? I guanti indossati dall’imperatore durante la battaglia di Waterloo, epilogo della sua parabola. Foto: Andrea Appiani, Ritratto di Napoleone I Bonaparte, 1796, Olio su tavola, Veneranda Biblioteca Ambrosiana / Mondadori Portfoli

L’Inferno alle Scuderie del Quirinale



Nell’anno che celebra i sette secoli dalla morte del Sommo poeta, una chiassosa schiera di dannati, demoni e caronti assalta le sale delle Scuderie del Quirinale per svelare al pubblico le laceranti visioni infernali interpretate dai maestri dell’arte, dal Medioevo ad oggi. Questo weekend sarà il primo utile per visitare la mostra Inferno, in corso fino al 9 gennaio a Roma. La rassegna, a cura dello storico dell’arte francese Jean Clair e di Laura Bossi, accompagna i visitatori tra scene medievali e invenzioni rinascimentali e barocche, facendolo vacillare tra le tormentate visioni dei Romantici e le interpretazioni psicoanalitiche del Novecento, da Beato Angelico a Giacomo Balla.
Tra le oltre duecento opere d’arte prestate da ottanta istituzioni, l’Inferno di Pieter Huys, Le tentazioni di Sant’Antonio Abate di Jan Brueghel, la Voragine infernale di Sandro Botticelli, dipinto su pergamena eseguito dal maestro per illustrare la Divina Commedia, eccezionalmente concesso in prestito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana per le prime due settimane della mostra. Imponente, con i suoi sette metri d’altezza, il modello di fusione in gesso in scala 1:1 della Porta dell’Inferno di Auguste Rodin, eccezionale prestito del Musée Rodin di Parigi. Foto: Sandro Botticelli, La Divina Commedia: la voragine infernale, 1481-1488, Punta d'argento e inchiostro su  pergamena, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, inv. Reginense Lat. 1896, pt. A, f. 101r © Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano
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