Amazon annuncia oggi l’
aumento degli investimenti in Italia da 1,8 miliardi di euro nel 2019 a 2,9 miliardi nel 2020. L'accelerazione del "Piano Italia" conferma che Amazon è un potente motore di crescita per l'economia italiana attraverso innovazione, investimenti e creazione di posti di lavoro.
AMAZON IN TESTA ALLA CLASSIFICA DELLE AZIENDE CHE HANNO CREATO PIU' POSTI DI LAVORO
Secondo un nuovo studio* di The European House - Ambrosetti, che ha analizzato i bilanci delle grandi aziende private in Italia, Amazon è risultata la società che ha creato più posti di lavoro in Italia negli ultimi 10 anni (periodo 2011-2020). Si tratta di un trend che ha registrato un’accelerazione nel 2021. A settembre Amazon ha raggiunto l'obiettivo 2021 creando 3.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. La forza lavoro a tempo indeterminato in Italia conta ora più di 12.500 dipendenti e Amazon è in procinto di effettuare altre 500 assunzioni entro la fine dell'anno.
"Abbiamo investito molto nell'economia italiana e nei suoi talenti, più di 8,7 miliardi di euro finora, impiegando stabilmente più di 12.500 persone che ricevono una retribuzione competitiva e benefit fin dal primo giorno. Sono particolarmente orgogliosa di come il nostro team costantemente in crescita e i nostri investimenti a favore dei clienti e delle piccole imprese italiane contribuiscano alla ripresa dell'Italia, creando 85.000 posti di lavoro aggiuntivi attraverso effetti indiretti e aprendo nuove opportunità per colleghi, partner di vendita, provider di servizi e fornitori" ha dichiarato Mariangela Marseglia, VP Country Manager Amazon.it e Amazon.es.
Top Employer Italia 2021 secondo il Top Employer Institute
La forza lavoro di
Amazon in Italia è cresciuta rapidamente fino a raggiungere più di
12.500 dipendenti. Questo significa che dal lancio, 11 anni fa, Amazon ha creato in media più di
20 posti di lavoro a tempo indeterminato a settimana in Italia. Nel 2020, Amazon ha pagato in media
24,5 milioni di euro al mese di salari e stipendi ai suoi dipendenti italiani. Un aumento sostanziale rispetto ai 17,2 milioni di euro/mese del 2019 dovuto all'aumento del numero dei dipendenti e all'impatto dei "Thank you" bonus erogati nel 2020.
Le sedi all’avanguardia di
Amazon offrono ai dipendenti un ambiente di lavoro sicuro, opportunità di crescita professionale, una retribuzione competitiva e un pacchetto completo di benefit. Da ottobre 2021i nostri dipendenti impiegati presso i siti logistici in Italia, grazie all'incremento retributivo che rientra nella revisione periodica degli stipendi realizzata da Amazon, beneficiano di una retribuzione d’ingresso che è passata da 1.550 euro lordi al mese a 1.680 euro, l’8% in più rispetto agli standard previsti dal Contratto Nazionale del Trasporto e della Logistica. A questo si aggiungono una serie di benefit che includono sconti su Amazon.it e un’assicurazione integrativa contro gli infortuni. Amazon, inoltre, offre ai propri dipendenti ulteriori opportunità come il programma di formazione Career Choice, che copre fino al 95% del costo delle rette e dei libri di testo per chi desidera specializzarsi in un ambito specifico frequentando corsi professionali per quattro anni.
Nel 2021 abbiamo ottenuto la certificazione Top Employer Italia 2021 dal Top Employers Institute, un riconoscimento attribuito per la qualità dell'ambiente di lavoro, le opportunità di formazione e i piani di carriera offerti ai dipendenti in Italia.
Amazon: Investire in infrastrutture e sostenibilità
Dal 2010, Amazon ha effettuato investimenti diretti nelle operazioni in Italia per oltre 8,7 miliardi di euro. Ciò include sia le spese in conto capitale (come le infrastrutture costruite da Amazon, i centri di distribuzione, gli uffici corporate e i data center), sia le spese operative (come le retribuzioni dei dipendenti). Solo nel 2020, l'azienda ha investito oltre 2,9 miliardi di euro nel Paese per essere più vicini ai clienti e migliorare i servizi. Questo è stato particolarmente importante in un momento in cui, a causa della pandemia COVID-19, molte persone si sono affidate all'eCommerce e ad Amazon per ricevere in modo sicuro i prodotti di cui avevano bisogno.
Amazon: 50 sedi diverse
L'attuale rete di Amazon in Italia comprende più di 50 siti diversi. Solo nel 2021 sono entrati in attività i centri di distribuzione di Novara e di Cividate al Piano (BG), e il centro di smistamento di Spilamberto (MO) per un investimento complessivo di 350 milioni di euro.
Amazon ha inoltre annunciato l’apertura del suo primo centro di distribuzione in Abruzzo in cui saranno creati 1.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni dall’avvio dell’operatività. Negli ultimi anni, Amazon ha inoltre aperto decine di depositi di smistamento in tutta la Penisola. Per servire i clienti Amazon Prime Now e Fresh, l’azienda dispone di quattro centri di distribuzione urbani a Milano, Roma, Torino e Bologna.
Amazon sta inoltre investendo per ampliare gli uffici corporate di Milano, il servizio clienti di Cagliari e il centro di sviluppo di Torino, dove linguisti ed esperti di Machine learning aiutano Alexa a migliorare la comprensione della lingua italiana, giorno dopo giorno. Inoltre, Amazon Web Services ha aperto la Regione AWS (Milano) il 28 aprile 2020 per supportare la ripresa e la crescita delle aziende italiane e la trasformazione digitale dell’economia italiana, consentendo a start-up, PMI, grandi imprese o agenzie governative di gestire carichi di lavoro, archiviare dati in Italia e supportare i clienti finali con maggiore efficienza.
Amazon: 85.000 posti di lavoro indiretti
Secondo un recente studio di Keystone, attraverso gli effetti indiretti degli investimenti, nel 2020 sono stati creati oltre 85.000 nuovi posti di lavoro in diversi settori come l’edilizia e la logistica. Questa cifra include anche le posizioni lavorative presso le oltre 18.000 piccole e medie imprese italiane che vendono negli store Amazon, comprese quelle che utilizzano la vetrina Amazon Made in Italy o servizi come Logistica di Amazon per far crescere la propria attività ed esportare prodotti italiani in tutto il mondo. Nel 2020 le piccole e medie imprese (PMI) italiane hanno registrato vendite all’estero per un valore di oltre 600 milioni di euro tramite Amazon. Per incentivare la crescita e la digitalizzazione di altre 10.000 PMI in tutta Italia, nel 2020 l'azienda ha lanciato il programma di formazione Accelera con Amazon.
Inoltre, per raggiungere l’obiettivo di alimentare il 100% delle proprie attività con energia rinnovabile entro il 2025, Amazon ha annunciato i suoi primi progetti off-site in Italia: si tratta di due impianti agro-fotovoltaici innovativi che coniugano energia pulita e coltivazioni agricole che avranno una capacità produttiva complessiva di 104MW Peak (83MW di capacità AC, di cui 66MW alimenteranno le operazioni Amazon in Italia). Come parte del Right Now Climate Fund, poi, l’azienda sta investendo in progetti basati sulla natura per migliorare le condizioni ambientali nelle comunità in cui opera in tutta Europa: in Italia, Amazon sta sostenendo Parco Italia, il programma di forestazione urbana che mira a piantare 22 milioni di alberi - un albero per abitante - in 14 aree metropolitane del Paese con un finanziamento di 2 milioni di euro.
Amazon: Contribuzione fiscale complessiva in Italia
Grazie alla nostra crescita, ai nostri investimenti e ai posti di lavoro che creiamo in Italia, Amazon contribuisce a finanziare i servizi pubblici e le infrastrutture in tutto il Paese attraverso le tasse che vengono riscosse dal Governo sulle nostre attività.
Tali imposte rientrano in due categorie:
imposte sostenute direttamente: le imposte direttamente maturate e pagate da Amazon, tra cui l’imposta sulle società (Ires e IRAP), le imposte pagate per l'acquisizione di terreni o costruzioni (imposta di registro), le imposte sui salari e le tasse per la previdenza sociale pagate dai datori di lavoro, i dazi di importazione e la DST (Digital Service Tax);
imposte indirette riscosse e versate: le imposte raccolte e versate per conto dei nostri clienti, dipendenti e altre terze parti come conseguenza delle nostre attività in Italia. Queste imposte includono l'IVA e i contributi a carico dei nostri dipendenti.
È importante includere entrambe queste categorie di imposte, perché se ci si concentra su un solo aspetto della tassazione, come l'imposta sulle società, non si offre una panoramica completa: l'imposta sulle società secondo una recente ricerca condotta dall'OCSE rappresenta solo circa il 5% del totale delle entrate fiscali raccolte dai contribuenti italiani.
Amazon è un business in crescita che registra un alto volume di vendite; tuttavia, gli utili operativi rimangono relativamente bassi a causa della concorrenza sui prezzi in un settore a bassa marginalità, degli intensi programmi di investimento di capitale e dei crescenti costi operativi (inclusi quelli derivanti da una forza lavoro in crescita).
Ecco, nel dettaglio le cifre della nostra tassazione:
nel 2020 i ricavi totali delle attività di Amazon in Italia sono stati di 7,25 miliardi di euro (€4,5 miliardi nel 2019);
nel 2020 Amazon ha investito 2,9 miliardi di euro in Italia (€1,8 miliardi nel 2019), di cui 367 milioni di euro (€168 milioni nel 2019) come spese in conto capitale (ovvero infrastrutture: centri di distribuzione, uffici e data center)
Il contributo fiscale complessivo è stato di 345 milioni di euro (€234 milioni nel 2019). Si divide in due parti:
le imposte sostenute direttamente da Amazon sono pari a 186 milioni di euro (€84 milioni nel 2019). Le tasse versate come datore di lavoro ne costituiscono una parte importante;
le imposte indirette che abbiamo raccolto per ulteriori 159 milioni di euro come risultato delle nostre attività in Italia (€150 milioni nel 2019).
L'impatto di Amazon sull'economia italiana
* The European House – Ambrosetti ha realizzato uno studio sull'occupazione generata dalle grandi imprese italiane ed estere operanti in Italia negli ultimi 10 anni (2011-2020). Lo studio si basa sulla banca dati AIDA (Bureau van Dijk S.p.A.), contenente i bilanci di tutte le società attive e fallite. Gli ultimi dati disponibili su occupazione e fatturato sono per il 2020. Per garantire omogeneità e comparabilità dei dati, l'analisi ha preso in considerazione tutte le aziende (con bilancio depositato in Italia) che nel 2020 sono rientrate nel cluster con più di 250 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato. Al 15 novembre 2021, la quota di imprese che hanno depositato in AIDA il bilancio 2020 rispetto al campione totale di imprese con più di 250 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato è del 75%. Dal campione di analisi sono escluse le holding che consolidano più imprese, la crescita occupazionale che le imprese conseguono attraverso fusioni e acquisizioni e le imprese di lavoro interinale che assumono dipendenti per conto terzi e comprende solo la quota occupazionale generata in Italia per le imprese italiane con presenza all'estero.