La nostra biblioteca - Phan Que Mai - ''Dove vola la polvere'': il Vietnam attraverso gli occhi dei figli meticci della guerra

- di: Diego Minuti
 
Il Vietnam non fu solo guerra, non fu solo morte, distruzione e dolore.
Perché quell'epopea o quel dramma - a seconda da dove la si guardava - fu anche una storia di uomini che combattevano, ciascuno forse ritenendo di essere nel giusto, pensando di rischiare quotidianamente la vita in difesa di ideali che forse nemmeno erano i loro. Storie che furono dolorose e non solo sul fronte di guerra, ma anche per quel che si lasciarono dietro. Come i bambini nati da razze diverse e da unioni effimere (sarebbero non meno d trentamila). Unioni che non necessariamente nascondevano un mercimonio: bambini che, se portavano evidenti i segni del colore nero della pelle del padre, a guerra finita entrarono in una dimensione di quotidiana emarginazione, senza diritto all'istruzione, alla sanità, spesso anche al cibo, non accettati dalla gente perché ''diversi'' o forse perché ricordavano il recente passato di sofferenza.
Un momento della storia recente che oggi rivive in ''Dove vola la polvere'' (Nord - pag.413 - 19,00 euro) della scrittrice Nguyen Phan Que Mai, che è lei stessa una sopravvissuta alla guerra in Vietnam e che si porta dietro, oltre ai ricordi, anche dei seri problemi cardiaci legati al suo passato. E' nota a livello internazionale (soprattutto per ''Quando le montagne cantano'') ed è impegnata in attività a favore delle donne e di coloro che hanno la sua stessa patologia. ''Dove vola la polvere'' è un romanzo che non racconta soltanto delle vite che vanno quasi in parallelo, ma anche il mondo che ruota intorno a chi ha vissuto in un mondo di mezzo, tra passato e presente, chiedendo ad entrambe le dimensioni temporali risposte rimaste inascoltate.

La nostra biblioteca - Phan Que Mai - ''Dove vola la polvere''

Il primo personaggio è un amerasiatico, Phong, figlio di una donna vietnamita e di un soldato americano nero in una delle tante storie comuni nelle guerre (è accaduto anche in Italia, senza distinguere chi fossero i padri, tedeschi o alleati). Phong aspetta che il consolato americano a Hồ Chí Minh City gli conceda quel benedetto visto che gli consenta di andare negli Stati Uniti, perché è lì che può cercare il padre che non ha mai conosciuto. Anche se la ragione vera sta nel fatto che Phong si sente in credito con la sorte perché vive in un Paese che non lo ha mai accettato, costringendolo a lottare sin da bambino per sopravvivere realmente e non solo al disprezzo della sua gente. E' una ricerca della rivincita la sua, per avere quella casa e quella famiglia che il destino gli ha negato.

E poi c'è Dan, un veterano della guerra, che torna in Vietnam con la moglie, ufficialmente per acquietare i fantasmi che si porta dentro da decenni e che lo divorano. Ma, in realtà perché sa di essersi lasciato dietro un figlio (o è una figlia?) dalla breve relazione con una ragazza vietnamita che stava con lui per amore o convenienza, non è più importante. Quella di Dan è una corsa all'indietro, per cercare di capire cosa abbia fatto quella ragazza nell'inferno degli ultimi giorni della presenza americana nel Paese (finita ufficialmente il 30 aprile del 1975), tra chi tentava di fuggire, i pochi che ci riuscirono e quelli che soccombettero alla vendetta dei vincitori.

Infine ci sono due altre protagoniste, le cui storie finiscono per incrociarsi con quelle degli altri, in un arco di tempo che va dal 1969 porta sino al 2016. Due sorelle, Trang e Quỳnh, che barattano la vita massacrante che conducono in un villaggio rurale con quelle pericolosa, ma più redditizia, a Saigon, unendosi alle tante ragazze finite sugli sgabelli di un bar in attesa dell'arrivo di soldati da fare ubriacare, per ingrassare il padrone.
E se poi seguiva il sesso era solo la fine scontata della serata.
Phong, Dan, Trang e Quỳnh finiscono per vedere le loro parabole incrociarsi, in una storia dove si fondono sentimenti, rabbia, odio.

Nguyen Phan Que Mai, a distanza di quasi cinquant'anni dalla guerra, racconta, con tratto sicuro e anche crudele e comunque sempre coinvolgente, come intorno al conflitto si creò un mondo quasi artificiale, in uno stile di vita borghese inventato, che diede a molti la possibilità di uscirne vivi, ma a qualcuno - i bambini di razza misti - lo stigma di un mondo in cui non avevano un volto, senza genitori e senza patria.
Anche se sono passati decenni il dramma di quei bambini, oggi uomini e donne adulti, non si è ancora risolto, lasciandoli alle prese con la propria identità e con la ricerca di quella ''famiglia americana'' che alimenta i loro sogni. Scritto in modo toccante, ''Dove vola la polvere'' dà risposte a chi cerca di comprendere gli effetti della guerra, su chi l'ha vissuta e chi ne vive oggi le conseguenze. Perché la guerra s'è portata dietro la disuguaglianza sociale, un profondo divario nel già fragile tessuto della società mentre il paese lavorava verso la riunificazione e la riabilitazione.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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