Monet, Dürer, domus e acconciature nel weekend dell’arte

- di: Samantha De Martin
 

Claude Monet, Marea crescente a Pourville, 1882, Olio su tela, 81.3 x 66 cm, Brooklyn Museum, dono di Mrs. Horace O. Havemeyer | Foto: © Brooklyn Museum

A Padova arrivano i capolavori del Brooklyn Museum

Una sessantina di capolavori provenienti dalla straordinaria collezione europea del Brooklyn Museum ripercorrono uno dei secoli più affascinanti della storia dell’arte, quando gli artisti si allontanarono dalla tradizione artistica accademica per concentrarsi sugli soggetti della vita quotidiana.

Allestita nelle sale di Palazzo Zabarella, a Padova, dal 16 dicembre al 12 maggio, la mostra Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950 celebra la Francia come centro artistico del modernismo internazionale dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento.

Fondato nel 1823, il Brooklyn Museum, il secondo museo d’arte di New York e uno tra i più grandi degli Stati Uniti, vanta una collezione permanente di oltre 140mila oggetti (dall’arte egizia a quella contemporanea).

Organizzata da Lisa Small, curator senior di Arte Europea, e da Richard Aste, ex curatore di Arte Europea, l’esposizione abbraccia dipinti e sculture realizzati dai principali maestri dell’epoca, da Pierre Bonnard a Paul Cézanne, da Marc Chagall a Claude Monet, da Berthe Morisot ad Auguste Rodin e molti altri, per un totale di 45 protagonisti.

A Rovereto Dürer dialoga con i maestri del Novecento

Provenienti dalle prestigiose collezioni della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, capolavori assoluti di Albrecht Dürer come la celebre Madonna col Bambino, eseguita alla fine del XV secolo nel corso di uno dei noti viaggi di formazione in Italia, e una serie di incisioni tra le quali Melencolia I, indagano i temi della maternità e della melanconia.

Intorno a queste due tematiche universali che hanno appassionato filosofi, artisti, teologi, scrittori, medici e pensatori fin dalla notte dei tempi, al Mart di Rovereto si dipana un percorso intitolato “Mater et Melancholia” che abbraccia circa 70 opere eseguite da artisti di periodi diversi, come Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Giorgio Morandi, Giovanni Segantini, Gino Severini, Mario Sironi.

Se nella rappresentazione della maternità di Dürer sono evidenti i paradigmi di amore eterno e assoluto, i valori umani e spirituali della tradizione cristiana e una profonda conoscenza degli stilemi dell’arte italiana, Melencolia I è da sempre oggetto di interpretazioni con i suoi numerosi riferimenti simbolici, come la clessidra, la bilancia, il quadrato magico, il compasso e il poliedro con due punte troncate.

Da non perdere in mostra due preziose incisioni di Giorgio Morandi, Natura morta con pane e limone del 1921 e Grande natura morta scura, del 1934, e l’Autoritratto con il fratello di Giorgio de Chirico, eseguito nel 1924, recentemente entrato a far parte delle Collezioni del Mart.

Le trecce di Faustina. Le acconciature protagoniste a Vicenza

Nel corso della storia le donne hanno talvolta utilizzato le loro acconciature per proporre valori culturali e modelli di comportamento.

È accaduto all’imperatrice Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, divenuta simbolo di concordia e amore coniugale, anche attraverso la sua capigliatura eccentrica che finì per essere adottata da moltissime donne, soprattutto in Veneto. Ed è accaduto, sebbene a distanza di secoli, alle donne iraniane le cui ciocche recise hanno rappresentato in tutto il mondo un segno di protesta.

Fino al 7 aprile le Gallerie d’Italia di Vicenza, parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo guidato da Michele Coppola, ospitano l’originale mostra Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, a cura di Howard Burns, Vincenzo Farinella e Mauro Mussolin.

Attraverso una selezione di circa 70 opere provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, oltre che dalla collezione Intesa Sanpaolo, tra busti, dipinti, sculture, monete antiche, medaglie moderne, disegni, la mostra affronta per la prima volta con taglio monografico un aspetto fondamentale dell’arte, della cultura, della società e degli studi antiquari del Rinascimento: le acconciature femminili.

Il percorso ricostruisce l’affascinante universo delle capigliature di Quattro e Cinquecento, oltre alle ispirazioni offerte all’arte, alla società e alla moda italiana.

A Roma rinascono le Domus di Palazzo Valentini

Peristilii, terme, strutture murarie, saloni, arredi, cucine, decorazioni rinascono nei sotterranei di Palazzo Valentini invitando il pubblico a compiere un viaggio virtuale all'interno di una grande Domus dell’antica Roma.

Siamo all’interno della suggestiva area archeologica di oltre 1800 metri quadrati all’interno dell’edificio cinquecentesco nel cuore di Roma, oggi sede della Città Metropolitana di Roma Capitale.

Grazie a un accordo di partenariato pubblico-privato tra la Città Metropolitana di Roma Capitale e Civita Mostre e Musei, l'area è stata sottoposta a un restauro tecnologico dell’originario progetto immersivo-multimediale ideato da Piero Angela e Paco Lanciano offrendo un percorso di visita

attraverso tre zone archeologiche. Vi sono gli ambienti di rappresentanza, dove il padrone di casa riceveva i suoi ospiti, e poi il settore delle Terme all’interno di una delle Domus, oltre ai resti di un edificio pubblico, probabilmente un tempio dedicato dall’Imperatore Adriano a Traiano e Plotina Divi.

L’utilizzo di cuffie che riproducono una guida in italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo, rende l’esperienza immersiva ancora più intensa. Nella versione italiana il racconto delle Domus è affidato alla voce di Piero Angela.

Grazie a un filmato il visitatore vedrà ricostruite la storia e le vicende narrate sulla Colonna di Traiano, mentre l’ultima sala svela la struttura originaria di un bunker realizzato nel sotterraneo del Palazzo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le visite sono disponibili tutti i giorni, escluso il martedì, dalle 10 alle 19 (la biglietteria chiude un’ora prima).

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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