La nostra biblioteca - Ken Follett parla di rivoluzione industriale e di guerre di ieri, ma guarda al presente

- di: Diego Minuti
 
Con i suoi 200 milioni di libri venduti (milione più, milione meno), Ken Follett è uno degli autori contemporanei di maggiore successo. Come testimonia l'ormai lunghissimo elenco di bestseller, sin dal suo apparire come autore (è stato anche editore) sulla scena letteraria, oltre 45 anni fa.
A lanciarlo fu ''La cruna dell'ago'', che racconta la storia di una spia nazista nella Gran Bretagna sotto attacco (ne fu anche tratto un film di successo, con protagonista Donald Sutherland). Da allora, era il 1978, ha infilato una serie di successi editoriali, grazie anche alla sua scelta di incentrare le sue storie su cicli, di famiglie e di luoghi, spesso con un'ambientazione britannica.

La nostra biblioteca - Ken Follett parla di rivoluzione industriale e di guerre di ieri, ma guarda al presente

Ora Follett torna in libreria con ''Le armi della luce'' (Mondadori - pag.720 - 27,00 euro) in cui racconta, in un arco di tempo che va dal 1792 al 1824, il trapasso, in una cittadina inglese, dove prima si viveva soprattutto della terra, da una economia essenzialmente rurale alla rivoluzione industriale. Un fatto epocale che travolse vite, consuetudini e cultura, immolate sull'altare del progresso.
La cittadina dove la storia è ambientata è l'immaginaria Kingsbridge, che assiste al tentativo di trasformare l'Inghilterra in un potente impero commerciale, negli stessi anni in cui, al di là della Manica, Napoleone Bonaparte inizia la sua ascesa al potere, infondendo nei vicini il timore che il futuro imperatore voglia alimentare la sua sete di fama e territori. I posti di lavoro, quelli delle delle prospere fabbriche di tessuti di Kingsbridge, cominciano ad essere messi in pericolo dalla modernizzazione dilagante e dai nuovi macchinari pericolosi.

''Le armi della luce'' (''Armor of Light'', il titolo originale) racconta la storia di un piccolo gruppo di abitanti di Kingsbridge - tra cui la filatrice Sally Clitheroe e dell'irrequieto figlio Kit, e il tessitore David Shoveller - davanti a sfide prima impensabili, come quello di cercare un futuro libero dall’oppressione.
Questo, che sembra essere l'ultimo capitolo della serie di romanzi incentrati su Kingsbridge scritti da Follett, porta i lettori in un momento di turbolenza. Perché, se i nuovi macchinari proiettano verso il futuro, allo stesso tempo sono fonte di preoccupazione. Se, infatti, la rivoluzione industriale porta con sé cambiamenti epocali, è anche foriera di problemi. I nuovi telai di filatura richiedono meno persone per azionarli, lasciando molte persone senza lavoro. I luddisti distruggono quante più nuove macchine possono, ma senza alcun risultato.

Sally e suo figlio Kit sono al centro della storia. Sono personaggi ammirevoli senza difetti evidenti, ma il resto del cast ne ha molti: giudici impiccati, avidi uomini d'affari, ladri, adulteri, assassini e un aiutante del vescovo che nutre ambizioni sconvenienti. Sono tutti ben sviluppati e credibili, e i lettori adoreranno odiarne alcuni. Una delizia per gli appassionati di narrativa storica, ha commentato qualcuno.
Le storie dei personaggi principali si dipanano - come sempre, nei romanzi di Follett, grazie anche ad una accuratissima ricostruzione storica - sullo sfondo dei disordini sociali causati dalle idee rivoluzionarie provenienti da America e Francia, dalle guerre napoleoniche e dall’industrializzazione che offre opportunità mentre minaccia il sostentamento di molti. Quello che resta evidente sono i paralleli con la nostra epoca, tra progressi tecnologici, politica polarizzata, inflazione e rivolte.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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