Confimprese: retail e 58% dei consumatori dicono sì alle porte chiuse dei negozi

- di: Barbara Leone
 

La maggior parte delle aziende retail associate a Confimprese e il 58% dei consumatori dichiara che mantenere le porte di ingresso dei negozi chiuse in orario di apertura non è un fattore che li rende meno attrattivi. Anzi. La riduzione della temperatura del riscaldamento e la chiusura delle porte d’ingresso sono le misure adatte per migliorare il risparmio energetico nei punti vendita. È la risposta che Confimprese aspettava dal mercato dopo avere lanciato la campagna ‘Siamo aperti al risparmio energetico’, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano e già sostenuto dal 2022 dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. L’occasione è il convegno odierno Retail & Sostenibilità presso Merlata Bloom Milano, il lifestyle center green aperto lo scorso novembre che vanta un alto grado di efficienza energetica, a cui ha partecipato Elena Grandi, assessora all’ambiente e al verde del Comune di Milano. Il centro studi Confimprese in collaborazione con Global Strategy e Mbs-Cerved ha condotto una ricerca Trend di sostenibilità nel retail sui comportamenti di aziende e consumatori sui temi Esg, da cui è emerso un quadro che non lascia spazio a dubbi: 6 italiani su 10 sono consapevoli degli sprechi energetici derivati dal lasciare le porte aperte e ritengono ingiustificabile tale comportamento. Il 70% dei consumatori considera la sostenibilità di un brand nelle proprie scelte di acquisto, registrando un aumento di 4 punti rispetto a un anno fa, mentre il 18% la ritiene addirittura fondamentale.

Confimprese: retail e 58% dei consumatori dicono sì alle porte chiuse dei negozi

«Oggi annunciamo che la nostra iniziativa ‘Siamo aperti al risparmio energetico’ partita nel 2022 – afferma Mario Resca, presidente Confimpreseentra in una nuova fase di sviluppo, in cui aziende e consumatori concordano sulle porte chiuse dei negozi per ridurre le emissioni e promuovere il risparmio energetico. Ne sono convinti la maggior parte dei nostri brand associati e quasi il 60% dei consumatori. Oltre a fare cultura sui temi della sostenibilità, compito di Confimprese è anche quello di dialogare con le istituzioni competenti nella consapevolezza che nel nostro Paese manca ancora una visione sistemica e di lungo periodo rispetto ai temi della responsabilità di produzione e consumo, perché manca una filiera industriale di supporto alla transizione energetica/ecologica e per il potenziamento dell’economia circolare».

Quanto al posizionamento del brand, la ricerca Mbs-Cerved per Confimprese dice che il 90% delle aziende ritiene che il rispetto di standard di sostenibilità lo migliori, mentre il 66% dei consumatori ritiene fondamentale il profilo di sostenibilità di un marchio. Inoltre, se un’azienda subisse danni alla propria reputazione in tema di sostenibilità, solo il 18% dei consumatori dichiara che non avrebbe un impatto sulle proprie scelte d’acquisto.

«Sosteniamo convintamente l’iniziativa di Confimprese ‘Siamo aperti al risparmio energetico’ – dichiara Elena Grandi, assessora all’ambiente e verde Comune di Milano –, perchè va nella direzione delle azioni sinora messe in campo dal Comune di Milano a contrasto dell’inquinamento e a supporto del risparmio energetico. Sensibilizzare operatori e consumatori verso una cultura della sostenibilità che si declina anche nella lotta allo spreco è fondamentale. Dobbiamo ‘forzare’ certe azioni affinchè avvengano, siamo determinati a sostenere il progetto Confimprese, virtuoso e pregevole».

L’indagine Confimprese analizza il sentiment dei retailer sull’impatto ambientale. Nell’analisi dei macro settori, per il 45% dell’abbigliamento e il 58% della ristorazione il primo obiettivo è l’efficientamento dei punti vendita, il secondo è l’implementazione di attività di economia circolare, mentre per il 67% di altro retail la priorità è la riduzione dell’inquinamento generato da tutte le attività dell’azienda seguita dall’ottimizzazione delle risorse. Anche i consumatori sono in sostanziale accordo con i retailer. Il 78,3% degli intervistati segnala, infatti, la riduzione delle emissioni dirette e indirette come primo campo d’intervento per le aziende, seguita dalla realizzazione di norme per ridurre l’inquinamento e dal perseguimento di attività di economia circolare (68,8%). Quanto all’atteggiamento dei retailer nei confronti delle proprie risorse, il 45% delle aziende di abbigliamento e il 58% della ristorazione indicano come obiettivo primario quello di migliorare le condizioni di lavoro dei propri collaboratori tramite l’introduzione di orari e retribuzioni eque, priorità condivisa anche dai consumatori. Diversa la visione delle aziende di altro retail: il 56% è orientato in primis all’introduzione di modalità di maggiore coinvolgimento dei dipendenti in relazione alle loro esigenze.

Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli