La nostra biblioteca - Corrado Augias indaga sul ruolo di san Paolo nella nascita spirituale del cristianesimo

- di: Diego Minuti
 
Il cristianesimo, per come lo intendiamo oggi e per come lo si faceva quando si affermò come religione (e, quindi, come elemento stravolgente delle società sulle quali impattò, con tutta la forza rivoluzionaria del pensiero di Cristo), è ancora oggi considerato il frutto di più menti, di un pensiero che si dipanò attraverso chi se ne fece sostenitore dopo che il Nazzareno, conclusa la sua missione sul Golgota, tornò alla sua dimensione spirituale.
Nessuno, forse, come Paolo incarna, anche agli occhi del mondo contemporaneo, il profilo ''politico'' (per darne una definizione vicina al nostro modo di pensare) del cristianesimo, capendo per primo la necessità che il verbo del Figlio di Dio dovesse andare oltre i meri confini geografici della Palestina, ponendosi come obiettivo quello di spandersi per il mondo allora conosciuto.
Saulo di Tarso era, per così dire, l'uomo giusto per una missione titanica, come quella di farsi carico dell'elaborazione del pensiero cristiano per aprirlo agli altri popoli. Uomo di enorme intelligenza, dopo la conversione e divenuto Paolo, si fece carico di rendere la religione un messaggio. La figura affascinante, ma anche controversa, di Paolo oggi trova una nuova ''spiegazione'' nel libro che su di lui ha scritto Corrado Augias.
''Paolo - L'uomo che inventò in cristianesimo'' (Rai Libri - pag.256 - 20,00 euro), sin dal titolo, mostra l'attenzione, l'interesse, ma soprattutto il rispetto del giornalista e scrittore che veste, ancora una volta, le vesti del divulgatore, scegliendo affrontare il mistero di un uomo che, persecutore dei seguaci del Cristo, se ne fece, poi, una volta folgorato dalla forza del pensiero del Figlio di Dio, il messaggero ''colto'' e raffinato, quasi una cesura rispetto al profilo che caratterizzava i primi seguaci, gli Apostoli, uomini d'azione e di proselitismo, ma poco avvezzi alle elaborazioni che per lui erano la quotidianità.

La nostra biblioteca - Corrado Augias indaga sul ruolo di san Paolo nella nascita spirituale del cristianesimo

Nel suo racconto, dove si mischia la ricostruzione dell'esperienza spirituale di Paolo con la missione di rendere universale la parola di Cristo, Corrado Augias indugia anche sull'uomo, cogliendone il fascino dato dall'avere scelto di farsi vessillifero di un nuovo credo, con i rischi che questo comportava, accantonando gli agi che origine e cultura gli offrivano.
Uomo di pensiero, Paolo lo divenne di azione, capendo che solo la predicazione, il proselitismo potevano fare del cristianesimo una religione universale. Ma lui, l'ex persecutore di cristiani, era consapevole che quella che aveva davanti era un'impresa ardua, con un traguardo che non esitò a perseguire recandosi ad Atene per portarvi la parola di Cristo. Per portarla laddove la religione era l'esatta antitesi concettuale di quella di cui si era fatto carico. Un viaggio ad Atene che non portò i frutti che lui aveva speratosi, scontrandosi con lo scetticismo di chi aveva, dai suoi dei, tutte le risposte.

Paolo rese la parola di Gesù di Nazareth un linguaggio universale e per questo pagò il prezzo più duro. Lui, che cercò di portare a Roma la nuova religione, morì sotto Nerone per mano del boia, una fine onorevole - rispetto alla crocefissione di Pietro a testa in giù -, unico retaggio del suo essere romano.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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