Volodymyr Zelensky, il buffone di corte diventato eroe per il suo popolo

- di: Redazione
 
Ognuno fa il suo mestiere e Volodymyr Zelesnky fa il suo che, in queste drammatiche settimane, è quello del presidente di una repubblica sotto attacco da parte di una potenza militare per ragioni che non sono storiche - come sostiene Vladimir Putin - , ma solo politiche.
Ma prima di diventare il capo di un Paese - oggi anche di un popolo, perché anche i suoi avversari politici lo seguono in questa battaglia di sopravvivenza - Zalensky è stato un uomo di spettacolo, un guitto (cosa che non ha mai dimenticato o cercato di rinnegare) e in un certo senso anche oggi lo è.

Volodymyr Zelensky ha parlato oggi al Parlamenti italiano

Lo ha dimostrato in occasione del discorso in video che ha rivolto oggi al Parlamento italiano, nelle cui file, pur non essendoci obbligo di presenza (trattandosi tecnicamente di un ''evento'' e non una seduta congiunta), c'erano evidenti assenze, tra pacifisti, scettici, ''uomini contro'' (e anche donne), per dirla alla Emilio Lussu, e putiniani sino al midollo.
Ma c'era l'Italia istituzionale che contava, dal presidente della Camera, Roberto Fico ("Testimoniamo nel modo più solenne la vicinanza e il sostegno di tutto il Parlamento e del popolo italiano all'Ucraina") e quello del Senato, Elisabetta Casellati ("Esprimiamo ammirazione per il coraggio del popolo ucraino e confidiamo in una soluzione negoziale"), al primo ministro Mario Draghi ("La resistenza di tutti i luoghi in cui si abbatte la ferocia del presidente Putin è eroica"), che ormai ha fatto l'abitudine ad essere interrotto dagli applausi.

Volodymyr Zelensky, prigioniero del suo stesso Paese assediato dai russi, fa sentire la sua voce all'Occidente, da cui ormai dipende in tutto e per tutto (a cominciare dalle armi che stanno consentendo agli ucraini di resistere), attraverso collegamenti in video in cui, da perfetto conoscitore della macchina della comunicazione, non sbaglia una virgola delle sue dichiarazioni che cercano, con la disperazione di chi si sente con le spalle al muro, di aumentare la qualità dell'appoggio che i Paesi amici gli stanno fornendo.

Il suo - e lo diciamo con il massimo rispetto, vista la posta che l'Ucraina ha in palio - è un gioco al rialzo, a rilanciare in continuazione, consapevole che una guerra di lunga durata - una volta finito il terribile (per i russi) inverno - potrebbe essere letale. Lo fa usando la valigia dell'attore, con pause e atteggiamenti che non sembrano potere essere spontanei. E certo non lo possono essere, considerato che, mentre si mette davanti ad una telecamera per collegarsi con i Parlamenti dei Paesi occidentali, sente in lontananza, ma sempre più vicine, le esplosioni provocate dagli attacchi russi, che ormai piovono da terra, cielo e mare.

Zelensky
sa cosa dire, sa come dire, sa quando dire. Se, qualche volta ne dice una troppo grossa (lui, che è ebreo, in collegamento con la Knesset, ha paragonato quanto sta accadendo in Ucraina alla Shoah), è bravo nel creare empatia con il suo uditorio. Lo ha fatto anche oggi quando, rivolto ai parlamentari italiani, ha ricordato che ''gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, noi abbiamo inviato medici e gli italiani ci hanno aiutati durante l'alluvione. Noi apprezziamo moltissimo, ma l'invasione dura da 27 giorni, quasi un mese: abbiamo bisogno di altre sanzioni, altre pressioni'', chiedendo di pensare ad una Genova in macerie per capire cosa sta accadendo a Mariupol.

Un discorso di circa quindici minuti, che è stata la summa di quanto il presidente ucraino va ripetendo, in ogni sede e occasione, supplicando aiuto. E siccome sa maneggiare perfettamente anche l'oratoria, non perde occasione di parlare anche di numeri che, trattandosi di guerra, non possono che essere sempre in aumento. E quello dei bambini morti - già 117, quando una settimana fa erano 79, numeri comunque spaventosi - colpisce sempre, come è giusto che sia.

Alla fine del discorso applausi, forse anche commozione e Zelensky a sperare di avere alzato il livello di partecipazione dell'Italia al dramma del suo Paese.
E oggi ha anche dimostrato che, quale che sia il tuo passato, un evento spaventoso come la guerra costringe a cambiare, in meglio o peggio questo sta ai singoli.
In ogni caso Volodymyr Zelensky ha dimostrato al mondo che un pagliaccio può diventare un grande uomo politico, capace di guidare alla resistenza il suo popolo. Una lezione per molti, anche in Italia, dove qualche politico ha fatto il viaggio all'incontrario diventando un pagliaccio.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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