Leader da sempre nella sicurezza, la Casa automobilistica già a partire dal 2025 avrà il 50% delle produzioni full electric, per arrivare al 2030 col completamento della gamma full electric. E sulla guida autonoma è in testa e ha introdotto una nuova speciale tecnologia, LiDAR. Impegno ventre a terra anche nella sostenibilità, nell’ottica di impatto zero sul clima entro 20 anni nell’ambito di nuovo approccio alla mobilità sostenibile, sicura e personale. Intervista a Michele Crisci, Presidente e AD di Volvo Car Italia.
Volvo Car Italia, intervista al presidente e AD, Michele Crisci
Volvo Cars ha lanciato uno dei programmi più ambiziosi nell’industria automobilistica, con il quale si impegna a ridurre del 40% l’impronta di carbonio per ciascuna vettura prodotta fra il 2018 e il 2025, per arrivare a diventare un’azienda a impatto zero sul clima entro il 2040. Può descriverci i caratteri di questo piano e il suo timing?
È un timing abbastanza serrato, direi uno dei più serrati della nostra industry, con una strategia che si articola su diversi assi: non è solamente la produzione delle auto, che produrremo solo con motori elettrici e già a partire dal 2025 il 50% delle nostre produzioni sarà full electric, per arrivare al 2030 col completamento della gamma full electric, ma anche a monte e a valle ci stiamo preoccupando che questo avvenga, così da avere impatto zero in termini di emissioni di CO2. Il nostro è un atteggiamento molto serio che speriamo molte aziende possano abbracciare. In sostanza, quello di cui ci stiamo occupando è una sorta di programma di abbattimento di CO2 che vogliamo che i nostri fornitori abbraccino; non vogliamo quindi che sia solo una scelta di Volvo, ma anche dei nostri fornitori, da coloro che producono gli acciai a quelli che producono le plastiche, a chi produce l’alluminio. Dovranno scegliere la nostra stessa direzione e ci stiamo preoccupando anche che a valle della nostra produzione, quindi i nostri concessionari, possano davvero arrivare a un impatto zero. Facendo questo riusciremo ad essere totalmente neutrali entro il 2040.
Siete leader nel campo della sicurezza delle auto da decenni. Si calcola che le cinture di sicurezza a tre punte introdotte nel 1959 abbiano salvato un milione di vite. Ora volete salvarne un altro milione con una serie di innovazioni. Quali?
Intanto tengo sempre a precisare che nel 1959, quando fu inventata la cintura di sicurezza a tre punte di ancoraggio che ancora oggi abbiamo nelle nostre auto, Volvo decise scientemente di non brevettarla e, anzi, spinse tutto il settore ad implementarla immediatamente perché eravamo assolutamente consapevoli che fosse una straordinaria innovazione dal punto di vista della sicurezza. Oggi ci sono sistemi molto più innovativi sulla sicurezza attiva e passiva e il sole è già alto per quanto riguarda la guida autonoma: di recente abbiamo presentato una vettura che si chiama EX90 e che è l’inizio del nostro futuro non solo elettrico, ma anche relativo alla guida autonoma e in questo senso riteniamo che la guida autonoma, senza andare troppo nel tecnicismo, sia già più presente che futuro. Abbiamo introdotto una nuova tecnologia, LiDAR, che riesce a ridisegnare in 3d tutto l’ambiente esterno fino a 300 metri intorno all’auto e quindi riesce a garantire che l’auto abbia delle reazioni perfette rispetto a quello che accade intorno. Si tratta sostanzialmente dell’inizio della guida autonoma, che però non è fine a se stessa, in quanto permetterà di evitare gli scontri tra le auto quindi di poter costruire vetture senza metalli pesanti e di conseguenza utilizzare meno energia per spostarle. Tutto, insomma, sempre collegato alla sostenibilità ambientale e, naturalmente, alla vita umana.
Quale è in generale, e in particolare nel nostro Paese, la situazione del mercato Automotive? Quali le ulteriori novità in termini di prodotto che Volvo Car Italia introdurrà nel breve e medio periodo?
La situazione del mercato italiano non fa eccezione rispetto alla situazione di quelli europeo e globale: abbiamo attraversato la tempesta perfetta, prima la pandemia (già noi stavamo attraversando la transizione motoristica di cui abbiamo appena parlato) e adesso lo shortage delle materie prime, dei semi-conduttori. Per questo i mercati stanno soffrendo, il mercato italiano un po’ più degli altri e questo anche perché la transizione verso le motorizzazioni
green a basso impatto ambientale non sta funzionando tanto bene nel nostro Paese: siamo uno dei mercati che, da questo punto di vista, retrocede anziché avanzare e credo che il governo avrà un ruolo fondamentale, come lo hanno avuto quelli degli ultimi anni, per dettare all’Italia e ai consumatori la direzione. Faremo in modo che questo possa mettere in piedi anche una riconversione industriale di cui il nostro Paese ha bisogno, specie dal punto di vista dell’automotive.