Visco parla a 360 gradi: "Sì a salario minimo, superare le divisioni e portare il Pnrr all'attuazione"

- di: Redazione
 
Forse non è ancora il passo d'addio di Ignazio Visco, che lascerà ad ottobre Palazzo Koch alla scadenza del mandato, ma di certo le sue ultime Considerazioni generali sono state esemplificative di come abbia voluto negli anni reggere un incarico che le crisi hanno reso fondamentale per il Paese, non determinandone le politiche e le scelte economiche, ma di certo esercitando al meglio la funzione di garante, dallo scranno più alto della Banca d'Italia.
Visco ha tracciato, come suo costume, una analisi ad amplissimo spettro soffermandosi su alcuni temi che fanno parte del dibattito nazionale e sui quali ha voluto dire la sua. Eccome l'ha detta, come quando ha parlato del lavoro e delle difficoltà che, intorno ad esso, si possa stendere una rete di efficaci garanzie.
In particolare, per Visco la risposta dello Stato a precarietà e insufficienti tutele per i lavoratori deve essere più determinata, anche facendo scelte coraggiose che, ad oggi, non paiono avere posto nell'agenda del Governo, come, ad esempio, il salario minimo.

Visco parla a 360 gradi: "Sì a salario minimo, superare le divisioni e portare il Pnrr all'attuazione"

''Il lavoro a termine - ha detto Visco - si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento. Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali Paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale''. Quindi, parrebbe di capire, Visco non chiede all'esecutivo rivoluzioni o stravolgimenti del percorso che si è prefisso, ma l'adozione di una misura che porterebbe l'Italia ad allinearsi ad altri Paesi a forte vocazione industriale, dove il salario minimo è ormai entrato a fare parte del linguaggio quotidiano del mondo del lavoro, soprattutto a tutela di chi vi fa ingresso in età giovanile e deve potere pensare al proprio futuro ritenendosi garantito dallo Stato. Pensando ai giovani, Visco ha quindi detto che ''andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto''.

Fedele al rigore al quale ha improntato il proprio mandato, il governatore Visco non ha mascherato passi falsi - peraltro comuni alle banche centrali - come quando si è trattato di previsioni, in cui si sono fatti molti errori di valutazione soprattutto quando non si è immediatamente percepito come la guerra in Ucraina avrebbe impattato sulle economie. Comunque Visco ha insistito sul concetto che occorre ''tenere dritta la barra della risposta monetaria, ma con la gradualità necessaria per l’incertezza ancora non dissipata''. Visco ha anche fatto un appello alla responsabilità di tutte le parti - imprese, lavoratori, governi - per imporre all'inflazione di tornare sui livelli-obiettivo, evitando quindi di alimentare la spirale crescente dei prezzi.

Le Considerazioni generali di Visco si sono poi tradotte in un forte appello alla coesione (forse facendo riferimento alle fratture che si stanno registrando tra le parti politiche) affinché non si frappongano ulteriori ostacoli all'attuazione del Pnrr, per il quale, con una sintesi efficace, ha detto che ''non c’è tempo da perdere''. Più che una constatazione, è stata una chiamata alla responsabilità di tutti coloro che devono adoperarsi a che il Piano divenga realtà, trattandosi di ''uno snodo cruciale'', che deve essere, però, ''parte di una più ampia strategia di lungo periodo per agevolare la trasformazione della nostra economia''.

Ma fondamentali sono le riforme che, comunque, devono essere compatibili con il bilancio, quasi che Visco abbia voluto mettere l'accento sulla percorribilità di piccole o grandi ''rivoluzioni'' che rischiano di fare saltare il banco del ''portafoglio'' dello Stato. Su questo il governatore della Banca d'Italia è stato, a dir poco, chiaro: ''Nei prossimi anni ogni eventuale aumento di spesa o riduzione di entrata, anche nell’ambito di riforme già annunciate quali quella del fisco o dell’autonomia differenziata, non potrà prescindere dall’identificazione di coperture strutturali adeguate e certe''. Quindi: sì alle riforme, quelle necessarie, a patto che il loro varo non vada a stravolgere equilibri di bilancio delicatissimi. Certo, ha aggiunto Visco, non è che il Pnrr sia perfetto, ma, ha sottolineato, ''nel perseguimento di eventuali modifiche bisogna però tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee; al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo''.

Una presa di posizione che appare significativa se si pensa alle tensioni che si sono anche di recente registrate, tra Bruxelles e Roma, soprattutto su tempi e scadenze del Piano, Il quale, al netto delle difficoltà ad esempio legate a tempi di realizzazione degli obiettivi, ''rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese. Anche per questa ragione, oltre agli investimenti e agli altri interventi di spesa, è cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto''.

Visco ha anche fatto alcune ''raccomandazioni'', come quando ha detto, parlando di produttività, che ''eventuali misure di bilancio dovranno rimanere temporanee e mirate; è bene che gli interventi si chiudano tempestivamente quando non più indispensabili, sia perché il ritorno all’obiettivo della stabilità dei prezzi sarebbe più difficile in caso di trasferimenti pubblici eccessivi, sia per non contrastare il necessario passaggio a fonti di energia rinnovabile''. Parlando, infine, del sistema bancario, Ignazio Visco ha detto che nel suo insieme ''si trova in condizioni sufficientemente buone. Lo scorso anno tutti i principali indicatori di bilancio si sono collocati su valori nell’aggregato soddisfacenti; in più casi sono migliorati. L’incidenza dello stock di crediti deteriorati si è mantenuta stabile, su valori modesti e ormai in linea con la media europea. La redditività, a lungo depressa dai bassi tassi di interesse e dalle elevate perdite sui prestiti, è salita in misura significativa, beneficiando dell’aumento del margine di interesse. È lievemente migliorata anche la posizione patrimoniale. Ma l’incertezza sulle prospettive economiche richiede prudenza''.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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