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Violenza sulle donne, al via gli incontri D.i.Re con l’Università di Oxford

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Violenza sulle donne, al via gli incontri D.i.Re con l’Università di Oxford

Un viaggio dentro le pieghe più difficili della giustizia familiare, là dove il dolore si intreccia con la legge e la tutela si confonde con la punizione. È iniziata oggi, a Roma, la serie di incontri promossi da D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, con la professoressa Shazia Choudhry, docente di diritto alla Facoltà di Legge dell’Università di Oxford, per presentare i risultati della ricerca internazionale “La risposta della giustizia familiare agli abusi domestici”.

Violenza sulle donne, al via gli incontri D.i.Re con l’Università di Oxford

Lo studio – condotto in sei Paesi europei (Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Galles e Bosnia-Erzegovina) – affronta un tema cruciale: come i tribunali decidono sull’affidamento dei figli nei casi di violenza domestica. E le conclusioni, denunciano le autrici, sono inquietanti.

Il paradosso della giustizia familiare
Secondo la professoressa Choudhry, i percorsi giudiziari nei casi di violenza spesso finiscono per vittimizzare una seconda volta le donne e i loro figli.

“Gli autori di abusi domestici hanno per troppo tempo monopolizzato il dibattito nel sistema giudiziario familiare,” afferma la docente di Oxford. “Quando riescono a spostare l’attenzione dei giudici dalle accuse di violenza alla cosiddetta alienazione genitoriale, concetto privo di fondamento scientifico, la violenza domestica scompare dal quadro processuale.”

E non è tutto.

“Monopolizzando il linguaggio dei diritti umani – aggiunge Choudhry – gli autori di abusi riescono spesso a difendere il proprio diritto alla vita familiare, escludendo invece il diritto delle donne e dei bambini a essere al sicuro dalla violenza e dagli abusi. Mi auguro che questa ricerca aiuti le vittime a riprendere il controllo del dibattito e a rivendicare i propri diritti umani.”

Parole che colpiscono il cuore del problema: una giustizia che talvolta confonde la parità con la simmetria, trattando aggressore e vittima come se si trovassero sullo stesso piano.

D.i.Re: formare per cambiare
La ricerca di Oxford diventa così un’occasione di formazione e di confronto per le professioniste e i professionisti che ogni giorno operano nei casi di violenza domestica. “D.i.Re si batte da sempre per il corretto riconoscimento della violenza domestica nelle aule giudiziarie,” sottolinea Marcella Pirrone, avvocata e rappresentante della rete nazionale.

“Come raccomandato più volte dal Grevio
– il gruppo di esperti del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul – è essenziale una formazione continua e approfondita per tutte le figure coinvolte: giudici, avvocati, psicologi, assistenti sociali, operatrici dei centri antiviolenza.”

Proprio a questo serve la serie di incontri con la professoressa Choudhry, che dialogherà con esperte italiane e internazionali per tradurre i risultati della ricerca in strumenti concreti di cambiamento.

Le tappe del percorso
Gli eventi si svolgono in collaborazione con gli Ordini locali degli avvocati, per fare in modo che le raccomandazioni della ricerca diventino patrimonio condiviso di chi opera ogni giorno nei tribunali.

- Roma, 10 novembre, ore 14.30-17, presso il Palazzo di Giustizia in Piazza Cavour, Aula Avvocati.

- Torino, 11 novembre, ore 14.30-18, alla Fondazione Croce, via Santa Maria 1.

- Milano, 12 novembre, ore 14-18, presso il Tribunale, Aula Magna, corso di Porta Vittoria 15.

Il riconoscimento europeo
L’importanza della ricerca è stata tale da attirare anche l’attenzione delle istituzioni europee: poco più di un mese fa, il Consiglio d’Europa ha invitato la professoressa Choudhry a presentare i risultati ai giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e agli esperti del Grevio.

È un segnale forte: l’Europa riconosce che la violenza domestica è anche una questione di giustizia, di interpretazione e di linguaggio giudiziario. Riconosce che le aule di tribunale, se non formate, possono diventare il luogo di una nuova forma di sopraffazione.

Restituire voce alle donne
La sfida è grande e riguarda la cultura giuridica stessa: uscire da una logica neutra che non è mai neutrale, e riportare al centro la sicurezza, l’ascolto, il diritto a essere credute.

“Questa formazione – conclude Pirrone – è destinata a chi, nel proprio ruolo professionale, ha la responsabilità di trasformare il sapere in protezione. Solo un approccio competente e consapevole può garantire decisioni giuste nei casi di violenza domestica.”

Gli incontri D.i.Re e la ricerca di Oxford vogliono dunque cambiare lo sguardo: far comprendere che dietro ogni fascicolo, dietro ogni sentenza di affidamento, ci sono donne e bambini che chiedono una cosa semplice eppure rivoluzionaria – essere al sicuro.

E finché la giustizia non saprà garantirlo davvero, nessuna società potrà dirsi giusta

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