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Venezia, integrazione tra città fisica e comunità: la visione di Brunetta per il futuro della laguna

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Venezia, integrazione tra città fisica e comunità: la visione di Brunetta per il futuro della laguna
Il Mose come simbolo di salvezza, ma anche come punto di partenza per una Venezia proiettata nel futuro: è questa la visione tracciata da Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, durante il punto stampa di fine anno svoltosi nelle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco.

Venezia, integrazione tra città fisica e comunità: la visione di Brunetta

Brunetta ha illustrato i risultati raggiunti grazie all’entrata in funzione del Mose, il 3 ottobre 2020, una svolta che ha segnato una netta inversione di rotta per Venezia. Da città sull’orlo del declino, schiacciata dalle crescenti sfide climatiche e dal fenomeno dell’acqua alta, a un contesto resiliente e capace di pianificare un orizzonte di almeno tre generazioni. Un tempo prezioso, ha precisato, che va trasformato in opportunità concrete per integrare l’urbs – la dimensione fisica della città – con la civitas, la sua comunità, in un equilibrio delicato e sostenibile.

Una sfida millenaria

"Questa non è una sfida nuova," ha affermato Brunetta. "I nostri padri hanno sempre dovuto confrontarsi con l’evoluzione della laguna. Non esistono al mondo lagune millenarie immutate nel tempo: o si trasformano in terra o si dissolvono nel mare. La laguna veneziana è un’eccezione culturale e ambientale, frutto di un impegno collettivo che oggi deve rinnovarsi".

Venezia, ha spiegato il presidente, è un laboratorio unico: un luogo in cui storia, tecnologia e consapevolezza ambientale si intrecciano. In questo contesto, istituzioni come la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità svolgono un ruolo chiave, promuovendo sinergie tra attori pubblici e privati per preservare il capitale umano e naturale della città.

Innovazione, sostenibilità e cultura: pilastri per il futuro

L’obiettivo, ha concluso Brunetta, è ambizioso: "Venezia può diventare un modello globale di resilienza e sostenibilità. Per riuscirci, dobbiamo attrarre investimenti, imprese e talenti capaci di rispettare l’equilibrio della laguna e valorizzare la cultura millenaria di questa città".

Innovazione e sostenibilità, dunque, come chiavi per una trasformazione condivisa e visionaria, che riporti Venezia al centro del panorama internazionale, non solo come patrimonio da tutelare, ma come esempio concreto di una città in grado di dialogare con il futuro.

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