Le notizie sul vaccino colpiscono "L'economia da lockdown": giù i titoli di Zoom e Netflix

 
Il 9 novembre potrebbe essere passata alla storia come una data decisiva nella durissima lotta alla pandemia da Covid-19, con l'annuncio da parte di Pfizer dei buoni progressi fatti nelle sperimentazioni del vaccino contro il Coronavirus.

Nell'attesa (e nella speranza) di nuovi aggiornamenti positivi sulla questione, la notizia ha avuto forti ripercussioni anche sui mercati internazionali con le Borse europee che hanno chiuso la giornata con rialzi impressionanti anche sopra il 5%. Storia diversa invece a Wall Street e il contrasto è ben evidente dai dati in aumento su Dow Jones e S&P500 con quelli in discesa sui tecnologici del Nasdaq.

Fra le "vittime" più illustri del possibile vaccino contro il Covid-19 infatti ci sono le aziende protagoniste di quella che ormai è stata ribattezzata "L'economia da lockdown". Per essere più specifici, il settore tecnologico che aveva visto un'impennata nei mesi in cui i cittadini di tutto il mondo sono stati costretti a casa per abbassare i contagi.

La caduta più fragorosa è quella di Zoom che ieri a New York ha perso addirittura il 17%: l'applicazione di videochiamate, che nella prima metà del 2020 è letteralmente esplosa vista la necessità delle persone di vedere i propri cari mantenendo il distanziamento sociale, ha subito un contraccolpo portando il fondatore Eric Yuan a perdere ben 5 miliardi.

Stesso discorso per i colossi dello streaming come Netflix e Amazon (che hanno perso rispettivamente il 6,2% e il 2,2%), dopo che i titoli hanno beneficiato del cambio di abitudini delle persone in tutto il mondo, obbligate a non lasciare la casa e a cercare intrattenimento nelle piattaforme internet. Si tratta comunque di dati momentanei e gli investitori sono convinti che l'utilizzo di servizi come quelli posseduti dai giganti del tech continueranno a essere utilizzati anche quando la pandemia sarà alle spalle, ma il rinculo dopo la notizia sul vaccino Pfizer rispecchia già un possibile ritorno alla "normalità".
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