Usa: l'inflazione resta alta, anche per gli effetti della pandemia

- di: Brian Green
 
In luglio l'inflazione è rimasta elevata negli Stati Uniti (con un aumento dei prezzi al consumo del 5,4 per cento, lo stesso tasso annuale di giugno), con un ritmo mensile che comunque ha rallentato, mentre la ripresa economica è proseguita.
Ma la dinamica dei prezzi ha mostrato segni di raffreddamento a causa di problemi di approvvigionamento legati alla pandemia ed anche per i segnali che il recente aumento delle infezioni da coronavirus sta iniziando a frenare alcune attività commerciali, alle prese anche con la difficoltà di trovare forza lavoro.

Secondo i dati resi noti ieri dal Dipartimento del Lavoro americano, negli Stati Uniti i prezzi al consumo sono aumentati, nello scorso mese, del 5,4 per cento rispetto allo stesso dato dello scorso anno, cioè allo stesso ritmo di giugno (il tasso più alto su 12 mesi dal 2008).
Su base mensile, tuttavia, le pressioni sui prezzi si sono indebolite.

L'indice dei prezzi al consumo, elaborato sulla base delle rilevazioni del Dipartimento del Lavoro, è salito dello 0,5 per cento destagionalizzato a luglio da giugno, un ritmo comunque significativamente più lento rispetto al suo aumento dello 0,9 per cento a giugno da maggio, sebbene ben al di sopra del tasso medio dello 0,2% dal 2000 al 2019.

L'indice - il cosiddetto Cpi - misura ciò che i consumatori pagano per beni e servizi, inclusi generi alimentari, vestiti, pasti al ristorante, attività ricreative e veicoli. L'indice dei prezzi core è aumentato del 4,3 per cento rispetto a un anno prima, in calo rispetto a un aumento annuo del 4,5 per cento a giugno.

Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli