Professor Prencipe, dal 18 giugno scorso lei è Rettore della LUISS ‘Guido Carli’. Lei si è dedicato ai temi della gestione strategica dell’innovazione tecnologica e organizzativa, settori spesso indicati come cruciali per il futuro dell’Ateneo. Cosa dobbiamo aspettarci allora dal suo mandato?
Il mio mandato di Rettore sarà all’insegna della continuità nel cambiamento: portare avanti le iniziative e le attività che hanno contraddistinto la LUISS, introducendo allo stesso tempo elementi di novità. È questa l’essenza di un’istituzione resiliente, vale a dire in grado di ottenere risultati eccellenti anche nelle situazioni più complesse, cogliendo le opportunità che ogni sfida porta con sé. Negli ultimi anni la LUISS ha consolidato il proprio posizionamento nazionale e ha mosso passi importanti a livello internazionale. Tuttavia, nessun Ateneo, per quanto prestigioso, può permettersi di vivere nel passato: il contesto della formazione universitaria semplicemente non lo permette. Se infatti da una parte assistiamo a una crescita del numero degli studenti universitari nel mondo, dall’altra i dati indicano che l’Italia farà registrare nei prossimi dieci anni un calo degli iscritti pari a circa un milione. Non solo, il contesto della formazione universitaria è sempre più competitivo: ci misuriamo oggi su una scala globale, dove troviamo sia istituzioni storiche, che una tumultuosa realtà di nuove istituzioni in costante crescita. La formazione universitaria sarà dunque chiamata sempre più all’internazionalizzazione: gli Atenei dovranno aprirsi, ospitare docenti e studenti esteri e attivare collaborazioni internazionali. Inoltre, le nuove esigenze del mercato del lavoro richiedono l’integrazione di rigore accademico e rilevanza pratica degli insegnamenti, e dunque una diversa organizzazione dell’attività di produzione di conoscenza. Potremmo descrivere un’università di questo tipo con il termine engaged: un’istituzione che sa coinvolgere manager, professionisti e policy makers e partner strategici, e mobilitare la faculty verso un’attività accademica dall’impatto e dalla risonanza fortemente sociali.
Parlando di prospettive globali, la LUISS si presenta come un’Università aperta, innovativa, internazionale. In quali aspetti si declina l’internazionalizzazione alla LUISS?
La LUISS persegue un programma di internazionalizzazione volto a stimolare un ambiente accademico ricco, multidisciplinare, innovativo, orientato all’interazione tra esperti globali, capace di formare giovani talenti e produrre una ricerca all’avanguardia. Stiamo attivamente lavorando in questa direzione, con alcuni effetti già tangibili: oltre il 40% dei corsi alla LUISS è insegnato in inglese e abbiamo attivato più di 35 tra double degrees e percorsi di mobilità strutturata. Con accordi e partnership con più di 270 università in 53 diversi paesi, accogliamo oltre 700 studenti stranieri l’anno, mentre sono circa 1000 i nostri studenti che annualmente si recano all’estero. La stessa faculty sta vedendo sempre più l’ingresso di docenti e ricercatori dal profilo internazionale, che portano con sé l’esperienza maturata presso istituzioni di grande prestigio e ai quali si aggiungono oltre 50 visiting professors, per un engagement globale sempre in crescita.
Quali iniziative intraprende la LUISS per inserire i propri studenti nel mercato del lavoro?
La LUISS favorisce i contatti tra i neolaureati e il mondo del lavoro attraverso servizi di orientamento e formazione, nell’ambito dei quali professionisti specializzati nella gestione delle risorse umane aiutano gli studenti a scoprire e valorizzare le loro capacità e competenze. È un aspetto che riteniamo cruciale e che si avvantaggia del robusto network della LUISS con importanti realtà imprenditoriali di ogni settore. Il Career Service è senza dubbio uno dei punti di forza della nostra Università, ma bisogna considerarlo parte di un processo che inizia sin da quando lo studente si iscrive e che lo accompagna lungo tutto il percorso universitario, per seguirlo anche successivamente, attraverso la comunità e l’associazione degli ex-alunni.
Alla LUISS attuiamo una didattica trasversale: i nostri laureati sono abituati a pensare criticamente e ragionare in modo analitico e aggiungono alla conoscenza approfondita delle materie un ampio bagaglio di esperienze maturate attraverso soggiorni di studio all’estero, percorsi di volontariato e altro ancora. Senza dimenticare l’attenzione rivolta alle soft skill: un insieme di aspetti che rende il loro curriculum più attraente per le aziende. E i risultati si vedono: il tasso di occupazione dei laureati LUISS a un anno dal titolo è dell’80%, con punte del 90% per i laureati in Economia e Finanza e in Impresa e Management.
Che consigli dà a uno studente delle scuole superiori che vorrebbe provare a entrare alla LUISS, nel senso di livelli di preparazione e di atteggiamento psicologico e motivazionale di fronte alle prove di ingresso?
Il primo consiglio è di affrontare i test con serenità. Le prove di ingresso non sono pensate per mettere in difficoltà i candidati, ma per consentire all’Ateneo e ai candidati stessi di capire quale sia la loro propensione nei confronti di determinati ambiti disciplinari e avere un quadro più chiaro delle loro potenzialità e degli aspetti che meritano di essere valorizzati. Si tratta di un modo per fare una scelta più attenta e ponderata. Ecco perché, per l’anno accademico 2019-2020, la prima prova di ammissione è stata fissata già al 17 gennaio: una data strategica, per consentire ai ragazzi di svolgere il test con la giusta tranquillità e potersi poi dedicare alla preparazione degli esami di Stato.
Il mondo del lavoro sta subendo cambiamenti profondi, con effetti in termini di declino (o profonda riconversione) di vecchie professionalità e nascita di nuove. In che modo un’Università come la LUISS può far avere ai propri studenti una formazione corretta e al passo con i tempi?
La nostra ambizione è di essere interpreti primari delle sfide e delle complessità della società moderna. Per far questo, stiamo lavorando sull’interazione di conoscenze accademiche e competenze professionali: ne è dimostrazione lo sviluppo di corsi di laurea focalizzati su intersezioni disciplinari, quali i programmi in European Public Policy and Economics (il cui lancio è previsto per l’anno accademico 2020-21), Global Management and Politics (dall’anno accademico 2019-20), Management and Computer Science (le cui lezioni sono iniziate a settembre 2018). Simili corsi testimoniano l’impegno da parte dell’Ateneo a coniugare teoria e pratica e rispondere alla domanda di figure professionali dotate di strumenti e competenze avanzate in settori chiave per il mercato del lavoro.
Come immagina il mondo del lavoro del futuro? Quali competenze saranno maggiormente richieste?
Sono quasi sempre gli sviluppi tecnologici a segnare i cambiamenti nel mondo del lavoro: basti pensare all’impatto che l’uso dell’energia elettrica ha avuto sui metodi di produzione nel XIX secolo! Nell’era digitale, le professioni del futuro saranno con ogni probabilità definite dalla comprensione e dalla gestione dell’interfaccia uomo-macchina, che dovrà assumere una forma sempre più collaborativa, cioè volta a far emergere pienamente le potenzialità sia degli esseri umani che delle macchine. Per far interagire il capitale umano e quello digitale, sono richiesti nuovi codici interpretativi, abilità e metodi. Gli individui in grado di gestire una simile sfida dovranno avere competenze approfondite in determinati settori, ma anche la capacità di confrontarsi con altre discipline: ecco allora l’importanza di una preparazione umanistica, insieme a una necessaria alfabetizzazione digitale. Scuole e università dovranno pertanto formulare percorsi multidisciplinari, che sappiano valorizzare la creatività e la curiosità e insegnare il pensiero critico e il ragionamento analitico, secondo la formula dell’umanesimo digitale.
I docenti LUISS provengono, oltre che dal mondo accademico, anche da esperienze professionali di alto livello. Si tratta di un valore aggiunto importante? E qual è il feedback degli studenti?
L’inserimento nel corpo docente di esponenti del mondo del lavoro comporta un’acquisizione importante in termini di competenze pratiche, che completa e arricchisce la preparazione accademica (aspetto comunque imprescindibile). La LUISS ha recentemente istituito la carica di Professor of Practice proprio allo scopo di reclutare dirigenti, professionisti, ambasciatori che possano contribuire alla formazione degli studenti con le loro capacità di leadership, manageriali e professionali, promuovendo così l’integrazione tra sapere universitario ed esperienza del mondo reale e arricchendo ulteriormente la faculty LUISS e gli studenti (sia triennali che magistrali) grazie alla loro comprensione degli aspetti concreti di un determinato settore di studio. I Professors of Practice hanno il compito di tenere lezioni, guidare gli studenti e collaborare in ambiti direttamente connessi alle loro competenze ed esperienze. Gli accademici e i Professors of Practice costituiscono la base di un ambiente educativo ricco e ampio, messo a disposizione degli studenti. Insieme sono chiamati a innovare e sviluppare ulteriormente il nostro modello di insegnamento, secondo una formula problem-based: ad esempio, elaborando metodologie didattiche originali per coinvolgere gli studenti in progetti in cui gli è richiesto di trovare soluzioni ad autentici problemi manageriali. Tutto questo ha un peso positivo nella valutazione da parte degli studenti, soddisfatti di potersi creare un profilo trasversale, strategico ed efficace in chiave lavorativa.
Cosa significa essere un ‘Alumnus’ LUISS?
Il network degli Alumni LUISS è in continua crescita, con oltre 35.000 professionisti in tutto il mondo: dall’Italia alla Gran Bretagna (oltre 500 Alumni), dal Nord America (170 Alumni) alla Cina (150 Alumni). È presente nei principali centri italiani e in molte città estere (sia in Europa che nel mondo) e dà l’opportunità agli ex studenti di restare in contatto con i propri colleghi e partecipare a occasioni di confronto e scambio di idee e di sviluppo di nuove competenze, conoscenze e amicizie. Chi ha studiato alla LUISS sa che la nostra Università non si limita a fornire una preparazione accademica, ma punta anche a generare un senso di appartenenza a un gruppo coeso, che condivide valori e ideali improntati all’innovazione e alla crescita (personale e della società nella sua interezza) e che riconosce l’importanza dell’apprendimento in ogni tempo e luogo della vita, secondo modelli formativi in grado di decostruire e analizzare la realtà. Questo produce anche un forte senso di solidarietà e vicinanza, che trova espressione nella cultura del “give back”, il desiderio di contribuire attivamente alla vita di Ateneo da parte degli Alumni, a vantaggio degli studenti attuali, come nel caso di borse di studio offerte grazie al finanziamento da parte di ex-alunni. Nell’ultimo fine settimana di settembre ha avuto luogo la Reunion 2018, una tre giorni ricca di eventi e celebrazioni (come il conferimento del premio Alumnus LUISS 2018 a Roberto Zacconi, CEO di King, colosso internazionale del gaming online), che hanno coinvolto l’intera community di Ateneo. Il tema scelto come linea guida degli incontri è stato “creare un futuro condiviso”, sul quale sono stati allestiti dibattiti e presentazioni da parte di docenti, Alumni ed esponenti del mondo LUISS.
La LUISS ha inaugurato un Hub a Milano e una nuova sede della Business School a Roma, con un approccio di grande attenzione alla sostenibilità ambientale.
La LUISS ha sempre favorito l’integrazione della propria istituzione culturale e formativa nel tessuto cittadino, grazie ad una politica di rigenerazione e recupero urbano. Dal 2017 è aperto il Milano LUISS Hub, nuovo spazio polifunzionale nel cuore dell’Innovation district del capoluogo lombardo, dedicato alla creatività, alla manifattura digitale, allo sviluppo d’impresa e alla cultura dell’innovazione. A Roma, invece, grazie ad un importante intervento di riqualificazione è tornata al suo splendore Villa Blanc, oggi sede della LUISS Business School, ma con un’area verde aperta al pubblico sette giorni su sette: un centro culturale di eccellenza e un progetto che riconsegna valore alla comunità.