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Universitari mentori degli studenti in difficoltà: così nasce la scuola del futuro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Universitari mentori degli studenti in difficoltà: così nasce la scuola del futuro
Un esercito di giovani universitari è pronto a cambiare il destino di 1.600 studenti delle scuole medie italiane. Con il progetto "Compiti@casa", sostenuto da fondazioni private e istituzioni accademiche, 840 tutor offriranno lezioni personalizzate per contrastare la povertà educativa e il rischio di dispersione scolastica.

Universitari mentori degli studenti in difficoltà: così nasce la scuola del futuro

L'Italia continua a fare i conti con le disuguaglianze educative: il contesto economico di molte famiglie incide sulle possibilità di studio dei ragazzi, compromettendo il loro futuro. Per questo motivo nasce "Compiti@casa", un progetto che punta a offrire supporto scolastico a chi rischia di rimanere indietro. L'obiettivo è chiaro: dare a tutti gli studenti, indipendentemente dal reddito familiare, gli strumenti per affrontare il percorso scolastico con maggiore fiducia e preparazione.

L’iniziativa ha una durata triennale e coinvolge 18 scuole secondarie di primo grado tra Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia. Al centro del progetto ci sono 840 studenti universitari, selezionati e formati, che diventeranno tutor per gli studenti delle medie, aiutandoli a migliorare le loro competenze nelle materie scientifiche e umanistiche. Il tutorato non sarà solo un supporto didattico, ma un’occasione per instaurare un rapporto di fiducia e fornire ai più giovani un metodo di studio efficace.

Come funziona il progetto

Ogni tutor seguirà due studenti, con sessioni bisettimanali della durata di due ore, suddivise equamente tra discipline umanistiche e scientifiche. Il percorso si svilupperà per 15 settimane a partire dal secondo quadrimestre dell'anno scolastico, garantendo agli studenti un totale di 60 ore di supporto personalizzato.

Il tutto avverrà attraverso una piattaforma digitale sviluppata dall’Università di Torino, che consentirà agli studenti di ricevere lezioni online. Questo approccio innovativo punta a colmare il divario tecnologico e a rendere l’apprendimento più accessibile.

Gli studenti che parteciperanno al progetto saranno selezionati direttamente dagli istituti scolastici coinvolti, con particolare attenzione a chi presenta difficoltà di apprendimento o rischio di abbandono scolastico.

Il finanziamento: chi rende possibile questa rivoluzione

Il progetto "Compiti@casa" è finanziato da un consorzio di fondazioni e istituzioni impegnate nella lotta contro la povertà educativa. Tra i principali sostenitori figurano "Con i Bambini Impresa Sociale S.r.l.", la Fondazione De Agostini, la Fondazione Alberto e Franca Riva, la Fondazione Comunità Novarese e UniCredit Foundation.

La gestione dell’iniziativa è affidata a un partenariato nazionale che vede come capofila la Cooperativa Sociale Parsec, affiancata da realtà come la Cooperativa Sociale Raggio Verde, Tra Parentesi APS, Associazione I Tetti Colorati ETS, oltre a quattro prestigiose università: l’Università degli Studi di Torino, La Sapienza di Roma, l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Messina.

Queste istituzioni non solo garantiscono il coordinamento e la formazione dei tutor, ma contribuiscono alla creazione di metodologie innovative per un apprendimento efficace e inclusivo.

L'impatto del progetto: un modello per il futuro

Il problema della povertà educativa in Italia è ormai una questione urgente: molte famiglie non possono permettersi ripetizioni private, lasciando indietro i propri figli. "Compiti@casa" rappresenta una soluzione concreta, non solo per migliorare le competenze scolastiche degli studenti, ma anche per restituire loro fiducia e motivazione.

Il metodo scelto si basa sulla peer education, ovvero l’insegnamento tra pari: i tutor, essendo giovani universitari, riescono a creare un legame di fiducia con gli studenti, stimolando la loro partecipazione e riducendo il senso di frustrazione legato alle difficoltà scolastiche.

In un periodo in cui la didattica a distanza ha messo in evidenza le difficoltà del sistema educativo, questa iniziativa dimostra che l’istruzione può essere resa più inclusiva e accessibile. Non si tratta solo di fornire ripetizioni, ma di costruire una rete di supporto in cui nessuno si senta lasciato indietro.

Se il progetto riuscirà a raggiungere i risultati sperati, potrebbe diventare un modello replicabile su scala nazionale, contribuendo a una vera e propria rivoluzione nella lotta alla dispersione scolastica.

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