Unimpresa: "La crisi energetica costa 50 miliardi di risparmi agli italiani"

- di: Daniele Minuti
 
Il Centro Studi di Unimpresa ha reso noti i risultati di uno studio con cui sono stati analizzati gli effetti della crisi economica e del caro energia sui risparmi delle aziende e dei cittadini del nostro Paese: il calo dei soldi nei "salvadanai" è di oltre 50 miliardi, numero che frena una crescita che andava avanti da 3 anni.

Il Centro studi di Unimpresa ha analizzato i dati della Banca d’Italia legati ai risparmi degli italiani

La diminuzione ammonta al 2,4% in soli tre mesi, con tale deflusso che potrebbe avere ripercussioni sulla raccolta degli istituti di credito, destinata a diventare più costosa (e a influenzare i tassi di interesse su prestiti concessi.

Il report recita: "Il totale delle riserve delle famiglie e delle imprese, si è attestato a 2.047 miliardi di euro a ottobre scorso, in calo di 50 miliardi (-2,4%) rispetto ai 2.097 miliardi di luglio. Fino a quel momento, da oltre due anni si era registrata una crescita costante: 1.823 miliardi a dicembre 2019, 1.956 miliardi a dicembre 2020, 2.050 miliardi a ottobre 2021, 2.075 miliardi a dicembre 2021. Una tendenza all’accumulo che è proseguita per tutto l’anno in corso, salvo invertire la rotta da agosto in poi per calare fino ai 2047 miliardi di ottobre. Su base annua, da ottobre 2021 a ottobre 2022, la diminuzione è di 3 miliardi (-0,1%), mentre la variazione complessiva del periodo osservato, da dicembre 2019 a oggi, rivela una crescita di 252 miliardi (+13,8%). Sono soprattutto i conti correnti, la forma di accumulo più utilizzata da aziende e cittadini, sia durante la fase di accumulo sia come fonte a cui attingere in caso di liquidità necessaria in tempi rapidi: il saldo totale era pari a 1.182 miliardi a fine 2019, a 1.349 miliardi a fine 2020, a 1.449 miliardi a ottobre 2021 e a 1.480 miliardi a dicembre 2021; e ancora in aumento fino a 1.497 miliardi fino a luglio 2022, poi la discesa di 45 miliardi (-3,0%) a 1.452 miliardi toccati a ottobre scorso; la variazione annuale, da ottobre 2021 a ottobre 2022, fa emergere un aumento lieve di 3 miliardi (+0,2%), quella complessiva del periodo osservato porta alla luce una crescita rilevante di 298 miliardi (+25,2%)".

Meno ondivago l'andamento dei saldi totali di altre forme di deposito o accumulo di liquidità: i depositi con durata prestabilita avevano saldo a 216 miliardi alla fine del 2019, a 207 miliardi alla fine del 2020, a 188 miliardi a fine 2021 e a 175 miliardi nell'ottobre di quest'anno (calo del 5,9% su base annuale fra luglio e ottobre, del 13% su base complessiva). Per quanto riguarda i depositi rimborsabili con preavviso, il saldo era 306 miliardi a dicembre 2019, a 313 miliardi a dicembre 2020, a 316 miliardi a ottobre 2021, a 315 miliardi a dicembre 2021, a 319 miliardi a luglio 2022 e a ottobre scorso; se non si registra alcuna variazione tra luglio e ottobre, su base annuale, la crescita è di 3 miliardi (+0,9%) e quella complessiva del periodo osservato è di 9 miliardi (+2,9%). Per quanto riguarda i pronti contro termine, il saldo era 119 miliardi a dicembre 2019, a 87 miliardi a dicembre 2020, a 99 miliardi a ottobre 2021, a 92 miliardi a dicembre 2021, a 106 miliardi a luglio 2022 e a 101 miliardi a ottobre scorso; è un calo di 5 miliardi (-4,7%) la variazione tra luglio e ottobre, su base annuale, invece, c’è una la crescita è di 2 miliardi (+2,0%); complessivamente, nel periodo osservato si è registrato un calo di 27 miliardi (-22,7%).

Il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, ha commentato: "Quella che abbiamo sotto gli occhi è la fotografia di una situazione drammatica, che noi, purtroppo, avevamo prospettato da tempo. Stanno venendo meno le forze e la liquidità, sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. I costi sono insostenibili, le bollette energetiche non più gestibili. Ecco perché, chi ha la possibilità attinge alle proprie riserve. Al governo riconosciamo l’impresa di aver confezionato una legge di bilancio comunque positiva e in tempi brevissimi, tuttavia segnaliamo l’urgenza di avviare un piano straordinario di interventi pubblici e di sostegni a partire da gennaio".
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