Unicredit: in difesa dello stipendio da 10 milioni di Orcel scende in campo Mazzucco

- di: Redazione
 
Com'è che dice il detto in latino, ''excusatio non petita, accusatio manifesta?''. Ora, con il massimo rispetto per il Presidente della Fondazione Cariverona, Alessandro Mazzucco, la difesa a spada tratta dell'imminente aumento-monstre delle competenze per il 2023 dell'Amministratore Delegato di Unicredit Andrea Orcel appare come la scelta di chi, nell'attesa di un attacco che potrebbe arrivare, ma anche no, si mette al riparo delle mura turrite del castello.

Una difesa talmente accorata da fare venire il dubbio sul timore del CdA di Unicredit di potere essere bersaglio di critiche per la proposta di ridefinire il compenso dell'Ad in una misura che qualche perplessità sembra avere generato, e non solo fuori dell'Istituto.

Unicredit: in difesa dello stipendio da 10 milioni di Orcel scende in campo Mazzucco

Critiche che, comunque, sono state sapientemente disinnescate perché la sede deputata a discutere delle decisioni e delle proposte del CdA di Unicredit, ovvero l'assemblea generale, si terrà, anche quest'anno, con modalità da epidemia di peste nera. Cioè, utilizzando la possibilità concessa da un emendamento al relativo decreto, il CdA ha deciso che la prossima assemblea generale si terrà senza la presenza degli azionisti che, se hanno qualcosa da dire, dovranno affidarla al ''rappresentante designato'', indicato dallo stesso consiglio d'amministrazione e quindi, se l'esperienza degli scorsi anni, in occasioni eguali anche di altre società, senza un grande potere di interferire su decisioni già prese. Appunto come quella di portare il tetto dello ''stipendio'' di Orcel fino e oltre i dieci milioni e mezzo di euro all'anno.

Dov'è che qualche dubbio emerge? Semplicemente nel fatto che tenere un'assemblea con il solo CdA e il ''rappresentante designato'' è una facoltà, non un obbligo. Quindi Unicredit ha deciso di applicare l'emendamento al massimo della sua potenzialità, anche escludendo la possibilità che gli azionisti possano partecipare all'assemblea da remoto, utilizzando una tecnologia collaudata anche in termini di sicurezza. E invece, niente: gli azionisti dovranno aspettare nel loro ufficio o anche in casa che l'assemblea decida senza che loro possano farci nulla, se non esprimere prima le eventuali proposte, ma senza alcuna possibilità di replica. Cosa che dovrebbe invece essere il cuore di un evento assembleare.

Sorge comunque il dubbio che la decisione di tenere l'assemblea con queste modalità (che, ripetiamo, sono una scelta del CdA, poiché il relativo decreto concede ampia discrezionalità) potrebbe volere evitare una discussione sul futuro portafogli di Orcel. Sul quale Mazzucco ha detto essere stato ''negoziato con procedure rigorose e trasparenti ed è stato acquisito in modo meritato: per nulla anomalo rispetto agli standard adottati correntemente presso gruppi comparabili in Europa e negli Stati Uniti'.

Prima di andare avanti, ci si permetta una domanda: se, come scrive Mazzucco, il compenso di Orcel è stato ''negoziato'' ed essendo la negoziazione un confronto tra due posizioni originariamente non coincidenti, quant'è che l'attuale ad aveva chiesto se, alla fine, è stato trovato un accordo su un range che potrebbe essere di tre milioni, quindi fino oltre i dieci milioni?

In ogni caso, Mazzucco ha posto la sua linea del Piave (anche se, da presidente della Fondazione Cariverona, forse preferisce l'Adige) nella totale difesa della 'pratica Orcel' dicendo che le polemiche sullo stipendio sono '''ingiustificate, pretestuose, dannose per il quotidiano perseguimento degli obiettivi di breve e medio termine da parte del gruppo e del suo management''.

In pratica, di questa storia non si deve nemmeno parlare, anzi il divieto è anche sul solo pensare che forse l'aumento è leggermente non in linea con la situazione del Paese. Cosa di cui a Orcel, così come al CdA, potrebbe anche non interessare, ma che a qualche considerazione muove. Le lodi di Mazzucco a Orcel suonano forse un po' troppo celebrative. Come quando afferma che ''il parallelo ritorno di un congruo dividendo per gli azionisti e la notevole rivalutazione del titolo sono stati effetti specifici dell'azione manageriale del dottor Orcel: che ha espresso le competenze per cui era stato chiamato precipuamente nella ricostruzione gestionale di UniCredit''.

Quindi, l'aumento della remunerazione è molto più che giustificato. Ma se tutto è così chiaro, se i meriti di Orcel sono inequivocabili, se i risultati della sua gestione sono superlativi, di cosa mai il CdA ha paura - semmai ne ha - al punto di volere convocare la prossima assemblea per il 31 marzo con modalità da guerra batteriologica?
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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