UniCredit entra in Generali: una mossa finanziaria che cambia gli equilibri
- di: Matteo Borrelli

L’ingresso di UniCredit nel capitale di Assicurazioni Generali con una quota del 4,1% ha acceso i riflettori sul panorama finanziario italiano, suscitando domande sugli obiettivi dell’istituto guidato da Andrea Orcel (nella foto). Il Ceo della banca ha ribadito che si tratta di un investimento esclusivamente finanziario, senza implicazioni strategiche, ma l’operazione giunge in un momento chiave per Generali, alla vigilia dell’assemblea di maggio che rinnoverà il consiglio di amministrazione.
Una mossa a sorpresa
L’annuncio dell’acquisizione della quota da parte di UniCredit è stato accolto con interesse e speculazione dai mercati. Il Ceo di Generali, Philippe Donnet, ha dichiarato di aver appreso la notizia dalla stampa: “Non ho informazioni speciali, ma ritengo che sia un investimento finanziario, poiché UniCredit, come altri investitori istituzionali, è attratta dal rendimento che Generali potrà garantire nei prossimi anni”. Donnet ha sottolineato che il piano strategico 2025-2027, presentato nei giorni scorsi a Venezia, promette una forte remunerazione per gli azionisti e che il mercato ha reagito positivamente alla visione della compagnia assicurativa.
Reazione dei mercati
La notizia ha avuto un impatto immediato sulle quotazioni di Generali, che hanno toccato un massimo di oltre 31 euro prima di chiudere la giornata a 30,7 euro con un rialzo dello 0,33%. Diversa la reazione per UniCredit, che ha registrato una flessione dello 0,72%, chiudendo a 15,7 euro. Nel contesto del risiko bancario, Mediobanca ha perso lo 0,79% a 15,7 euro, mentre MPS ha guadagnato l’1,42% a 6,3 euro, alimentando le speculazioni su un possibile ritocco in contanti dell’offerta di scambio presentata dalla banca senese per Piazzetta Cuccia.
Il peso dell’assemblea di maggio
L’ingresso di UniCredit potrebbe avere un ruolo cruciale nelle dinamiche della prossima assemblea degli azionisti di Generali, dove si deciderà il nuovo assetto del consiglio di amministrazione. Attualmente, Mediobanca è il primo azionista della compagnia con il 13,1% delle quote e sostiene la conferma di Donnet alla guida del gruppo. Tuttavia, il fronte opposto, rappresentato da Delfin della famiglia Del Vecchio (9,9%) e dal gruppo Caltagirone (6,8%), potrebbe proporre una lista alternativa per il CdA. A questi si aggiungono i Benetton, con il 4,8%, il cui orientamento sarà decisivo.
L’arrivo di UniCredit aggiunge un elemento di incertezza: sebbene la banca abbia dichiarato che l’acquisto sia puramente finanziario, resta da vedere se e come utilizzerà il proprio pacchetto azionario nel contesto della battaglia per la governance di Generali.
UniCredit tra Generali, Banco BPM e Commerzbank
L’operazione di UniCredit su Generali si inserisce in un contesto più ampio di mosse strategiche della banca di Orcel, che è già coinvolta in altre partite di peso. L’istituto sta infatti portando avanti la richiesta di autorizzazione al governo italiano per il golden power sull’acquisizione di Banco BPM, operazione che potrebbe ridisegnare gli equilibri bancari in Italia. Il governo ha 45 giorni di tempo per decidere se esercitare il proprio potere speciale sull’operazione.
Parallelamente, UniCredit attende il via libera della BCE per salire fino al 29,9% nel capitale della tedesca Commerzbank, una mossa che rafforzerebbe la presenza della banca italiana sul mercato europeo.
Le prospettive future
Al momento, è prematuro dire se UniCredit interverrà attivamente nella governance di Generali o se si limiterà a un ruolo di investitore passivo. Tuttavia, la mossa rafforza la posizione della banca nel settore assicurativo, un comparto sempre più strategico nell’industria finanziaria globale.
A maggio, quando l’assemblea degli azionisti di Generali definirà la nuova governance della compagnia, il quadro sarà più chiaro e si capirà se la presenza di UniCredit avrà un impatto significativo sugli equilibri del Leone di Trieste.