Covid: l'Ue pronta a bloccare l'export del vaccino AstraZeneca

- di: Daniele Minuti
 
La tensione fra l'Unione Europea e AstraZeneca prosegue: oggi, 29 gennaio, dovrebbe essere il giorno in cui l'Agenzia Europea dei Medicinali darà l'autorizzazione per l'utilizzo del vaccino contro il Covid prodotto dall'azienda anglo-svedese ma la decisione di tagliarne le forniture del 60% unita a quella di non fornire alla Commissione le informazioni richieste avrà ripercussioni pesanti.

L'Unione infatti sta minacciando di bloccare l'esportazione di tale vaccino al di fuori del territorio del Vecchio Continente se ritenesse non rispettati i pre-accordi fatti con AstraZeneca prima della fine della sperimentazione sul loro candidato vaccino. Alcune fonti ascoltate dall'Ansa hanno confermato: "Nel caso ci fossero incongruenze, ci sarà la possibilità di negare l'autorizzazione all'export di dosi di vaccino al di fuori del territorio Ue destinandole all'Unione Europea".

Il braccio di ferro continua, con Bruxelles che ha dato il via ad alcune ispezioni negli stabilimenti di AstraZeneca situati in Belgio, dove ci sarebbero stati i sospetti ritardi nella produzione. Il tutto mentre Angela Merkel ha convocato un vertice con le case farmaceutiche fissato per il primo febbraio.

I leader dell'Unione non vogliono sentire ragioni e minacciano l'utilizzo dell'articolo 122 del Trattato
, quello legato alle misure di emergenza, che quindi ne autorizzerebbe un intervento urgente per avere la sicurezza della produzione e della distribuzione del vaccino ai cittadini comunitari.

Ad aumentare la tensione c'è la posizione del Regno Unito "post-Brexit" che ha blindato la sua quota di vaccini forte della sua indipendenza da Bruxelles dopo l'uscita dall'Unione Europea. L'accordo è stato trovato tre mesi prima dell'Ue e quindi, come spiegato dal ministro Gove, l'unica possibilità sarebbe quella di una collaborazione per "aiutare eventualmente i nostri amici in Europa". Il tutto in attesa della conferma definitiva sul possibile utilizzo del candidato AstraZeneca, la cui produzione e distribuzione però continuerà a essere un grosso problema, quantomeno nel Vecchio Continente.
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