Lo stato già non ideale dei rapporti tra l'Italia e la Commissione europea rischia di peggiorare dopo che l'Ue, in un documento in cui parla di stato di diritto e di tematiche legate alla giustizia e all'informazione, ha mosso un duro appunto ad alcune recenti riforme adottate dal governo (e approvate a maggioranza dal parlamento) .
Come l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio e, quindi, con il varo di una nuova legge che ''limita la portata del reato di traffico d'influenza potrebbe avere implicazioni per l'individuazione e l'investigazione di frodi e corruzione''.
La Commissione Ue all'attacco della riforma della Giustizia
Quindi, non tanto una semplice critica, ma un vero e proprio campanello d'allarme sulla Giustizia italiana quando, altro esempio, il documento sostiene che ''le modifiche proposte alla prescrizione potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione''. La percezione degli esperti e dei dirigenti aziendali è che il livello di corruzione nel settore pubblico rimanga relativamente elevato, evidenzia ancora la Commissione europea nel Country Report.
Una situazione che riguarda alcuni Stati (Slovacchia, Italia e Spagna) dove per l'Ue ''si teme un'indebita pressione da parte del sistema giudiziario politici o a livello esecutivo, e vi sono prove di pressioni provenienti anche da Paesi terzi'', con l'effetto che ''le dichiarazioni pubbliche di governi e politici possano influenzare la fiducia nell'indipendenza della magistratura''.
A sostegno del proprio ragionamento, il documento mostra segnali di forte preoccupazione quando afferma che in Italia ''il livello di indipendenza giudiziaria percepito continua a essere basso tra la popolazione generale e nella media tra le aziende. Complessivamente, il 36 per cento della popolazione generale e il 42 per cento delle aziende percepiscono il livello di indipendenza dei tribunali e dei giudici come abbastanza o molto buono nel 2024. Questa percentuale è diminuita rispetto al 2023''.
Ricordando le ''perplessità'' dell'Anm, che ha espresso le proprie perplessità su alcuni aspetti della normativa di attuazione in materia di tra cui il colloquio psico-attitudinale e la regolamentazione della procedura di valutazione dei magistrati, la Commissione esprime anche dubbi sulla separazione della carriere, partendo dal presupposto che ''sebbene non esista un modello unico nell'Ue per l'assetto istituzionale delle procure, sono necessarie garanzie istituzionali per assicurare che i pubblici ministeri siano in grado di adempiere ai propri doveri e responsabilità professionali in condizioni giuridiche e organizzative adeguate e senza interferenze o influenze politiche indebite''.
La Commissione Ue ha anche preso in esame la situazione della Rai, che, in base al contratto di servizio, stipulato l'ente e il Governo, ''prevede che fornisca un'offerta indipendente, imparziale e pluralistica. Tuttavia, come indicato nel Rapporto sullo Stato di diritto 2023 e nel Media pluralism monitor 2024, l'efficacia del sistema di governance nel garantire la piena indipendenza della Rai rappresenta una fonte di preoccupazione di lunga data in Italia''.
L'auspicio è quello di una ''riforma globale per garantire che la Rai sia maggiormente protetta dai rischi di interferenza politica e hanno inoltre riferito che, dopo la nomina del nuovo amministratore delegato della Rai e di altre figure di alto livello, tra cui i redattori dei telegiornali, si è verificato un cambiamento editoriale che ha portato alle dimissioni di diversi giornalisti e conduttori''.