Ucraina: Parlamento europeo, sulle armi a Kiev Ue l'Italia è senza bussola

- di: Alessandro Amati
 
L’atteggiamento da seguire nei confronti del sostegno all’Ucraina si conferma come un grave problema per il nostro Paese che, con tutta evidenza, non ha una ''bussola''. Non solo per quanto riguarda le opposizioni, ma anche – il che è più grave – in seno alla maggioranza.
Tutto questo si è visto chiaramente quando il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, ha messo ai voti un articolato documento (per quanto non vincolante) che chiedeva di continuare il sostegno all'Ucraina contro la guerra di invasione russa e, in un paragrafo, agli Stati membri di revocare il divieto di uso delle armi donate a Kiev per colpire obiettivi militari sul suolo russo.
E proprio qui la spaccatura è emersa in tutta la sua gravità. Il Partito democratico si è infatti lacerato con nove voti contrari, due favorevoli e un astenuto. No anche da M5s e Avs, e contrari gli europarlamentari di Fdi e Lega, ma si è divisa anche la delegazione di Forza Italia, con Massimiliano Salini a favore.

Ucraina: Parlamento europeo, sulle armi a Kiev Ue l'Italia è senza bussola

Sul voto finale sull’intero provvedimento, la spaccatura nel centrodestra italiano è stata evidente: Fdi e Fi a favore, la Lega contro. Il Pd favorevole, con l’astensione di Marco Tarquinio. Il Parlamento europeo ha comunque approvato la risoluzione per togliere ogni restrizione all’impiego dei dispositivi bellici consegnati a Kiev.
Che il centrosinistra sia diviso sull’Ucraina è cosa nota, e ribadita dal voto europeo: come si possa costruire un ''campo largo'', quando in politica estera le posizioni sono così distanti è davvero arduo da capire. Ma che anche le forze che sostengono il governo Meloni abbiano linee contrastanti su un tema così impostante rappresenta sicuramente un grosso problema per Palazzo Chigi e Farnesina; e più in generale è il nostro Paese a non avere una linea condivisa.

Molto preoccupato il commento dei leader di Avs ,Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. ''Con il voto del Parlamento Europeo che chiede la revoca alle restrizioni per l'uso delle armi occidentali in territorio russo - hanno detto - siamo ad una svolta preoccupante e pericolosa. È una follia che porterà all' escalation della guerra fuori dai confini attuali. Dall'inizio della criminale invasione dell'Ucraina da parte della Russia la strategia fondata solo sull'invio di armi ha progressivamente cancellato ogni prospettiva di pace e messo da parte la diplomazia come strumento per risolvere il conflitto".
Di ''occasione persa'' parla invece la Lega: "Ribadiamo il nostro no all'utilizzo di armi italiane al di fuori del territorio ucraino, una posizione già affermata dal governo del nostro Paese. Non possiamo condividere iniziative che alimentano pericolosamente la tensione e l'escalation militare, in cui si prevede di destinare lo 0.25% del Pil in aiuti militari - che per l'Italia significherebbero circa 4-5 miliardi di euro - e si attacca chi, come il governo ungherese, lavora attivamente per far prevalere la diplomazia".

"Spiace" - aggiunge la Lega - "che ancora una volta la maggioranza al Parlamento europeo utilizzi in maniera strumentale un argomento drammatico e delicato come la guerra in Ucraina come pretesto per attaccare gli avversari politici. Oggi a Strasburgo l'ennesima occasione sprecata dall'Ue per intervenire in maniera concreta, coesa e decisiva al fine di raggiungere la pace".
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