Uccellacci e uccellini nello spiedo della Lega

- di: Barbara Leone
 
La tradizione torna a tavola: riportiamo lo spiedo con uccelli nei nostri ristoranti e nelle nostre sagre. Sono questi i manifesti che troneggiano negli ultimi tempi per le strade di Brescia. L’ultima battaglia targata Lega, infatti, è quella di valorizzare lo spiedo bresciano e altri piatti tipici della tradizione lombarda a base di selvaggina. E lo fa grazie all’acume di un consigliere regionale, tale Floriano Massardi, che ha presentato un progetto di legge volto a riportare sulle tavole dei bresciani lui: l’ineguagliabile, amatissimo e originale spiedo bresciano. Un patrimonio gastronomico, dice lo zelante e ingordo consigliere, da salvaguardare. Ma solo, e rigorosamente, se è a base di uccellini. E chi se ne frega se è illegale. Sì, perché  l’articolo 21 del Decreto legge n.91 del 2014, che è andato a modificare la già esistente legge in materia di caccia del 1992, afferma che: “è vietato vendere, detenere per vendere, trasportare per vendere, acquistare uccelli vivi o morti appartenenti a tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri dell’Unione europea, ad eccezione delle seguenti: germano reale, pernice rossa, pernice di Sardegna, starna, fagiano, colombaccio”. In pratica, si possono cacciare molti uccelli, ma non se ne può vendere quasi nessuno.

E allora quel geniaccio di consigliere leghista adesso che fa? S’inventa un escamotage per aggirare le norme. Ovvero propone una legge che consenta ai cacciatori di sparare agli uccellini e regalarli a ristoranti e locali pubblici. Che a quel punto li potranno tranquillamente, e legalmente, inserire nel famigerato spiedo. Insomma, uccelli gratis per tutti. Che ideona! Ma soprattutto, chi ci crede? Semmai quest’obbrobrio di legge dovesse andare in porto sarà il far west, che peraltro già c’è visto l’altissimo livello di bracconaggio eistente in Italia. Perché figuriamoci se quelle anime candide dei cacciatori saranno così generosi da regalare il loro prezioso bottino di guerra (ad armi impari) ai ristoratori. E poi in nome di cosa? Della tradizione? Capiamoci bene: siamo tutti legati alle nostre radici, culture e tradizioni. Ma quando sono dannose, o peggio violente, le tradizioni si cambiano. E si aboliscono pure. Si chiama civiltà, dal momento che fino a prova contraria non siamo più nel medioevo. Periodo da la ricetta originale proviene. Gran bell’epoca, non c’è che dire. Si mandavano pure al rogo le streghe. Infondo qualcuno potrebbe considerare tradizione anche quella. Nel medioevo, e fino al 2014, in quello spiedo ci infilzavano qualunque pennuto.

Anzi, più gli uccellini erano piccoli, e più il piatto era considerato goloso. Perché stiamo parlando di passerotti, rondini, fringuelli… Insomma, uccellini che peseranno a stento una trentina di grammi, piume comprese. Ora, a parte il fatto che veramente non riusciamo a capire il godimento che si possa provare nel rosicchiare due ossicine in croce praticamente prive, o quasi, di carne. La questione, però, è anche un’altra: l’ecosistema. La Lipu, infatti, stima che in Italia sono circa 80 le specie di uccelli in via di estinzione, e tra essi molti sono di piccola taglia. Uccellini, appunto. Che rischiano di sparire per lo sfizio di un manipolo di cavernicoli cui manca giusto la clava in spalla. E no, non stiamo esagerando. Perché siamo nel 2022, e non nel Medioevo appunto. E tutto questo è veramente raccapricciante. Senza contare che quando una specie si estingue si perdono migliaia e migliaia di anni di evoluzione. Quella che è evaporata nelle menti, per non dire negli animi, di certi esseri umani. E soprattutto di certi politicanti. Che poi, con tutti i problemi che abbiamo in Italia e nel mondo, uno si va a preoccupare dello spiedo bresciano? Evidentemente sì, dal momento che da sempre i cacciatori rappresentano un enorme bacino di voti. Altro che difesa delle tradizioni. Questa ha tutta l’aria d’esser più una difesa della poltrona. Gira che ti rigira è sempre una questione di voti. E di uccellacci e uccellini, per dirla col grande Pasolini.
 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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